La prossima settimana la Commissione europea aprirà un’indagine formale contro Microsoft per abuso di posizione dominante. Il colosso, stando alle anticipazioni del Financial Times, è accusato di aver raggruppato la sua app di videoconferenza Teams con il software Office, facendo concorrenza sleale a Slack, un’altra app di messaggistica per le aziende acquisita nel 2021 da Salesforce.
L’INDAGINE DELLA COMMISSIONE UE
La prossima settimana la Commissione Ue aprirà un’indagine formale sulle accuse di abuso di posizione dominante da parte di Microsoft dopo aver giudicato insufficienti le concessioni del gruppo. Secondo due persone sentite dal quotidiano britannico, la Commissione Ue “potrebbe emettere accuse formali contro Microsoft già in autunno”.
Come sottolinea il FT, un’indagine di questo tipo è la prima da oltre un decennio di prolungata pace tra l’Autorità e l’azienda fondata da Bill Gates. Risale infatti al 2009 l’accusa della Commissione Ue per aver legato Internet Explorer al suo sistema operativo Windows.
IL PRECEDENTE E LE MOSSE DI MICROSOFT
Tornando a oggi, l’articolo ricorda che in aprile “Microsoft aveva proposto di negoziare con l’Ue per non costringere più i clienti di Office a installare automaticamente anche Teams sui loro dispositivi”. La mossa era dovuta a un reclamo presentato a Bruxelles nel luglio 2020 da Slack, che sosteneva che il raggruppamento dei due servizi violava la normativa europea in materia di concorrenza.
“Tre anni dopo la presentazione del reclamo [di Slack], la posizione dominante di Microsoft nel mercato è cresciuta, mentre il reclamante è ancora in attesa di progressi significativi in questo caso”, ha dichiarato Stéphanie Yon-Courtin, europarlamentare del gruppo liberale Renew ed ex consulente dell’autorità francese per la concorrenza, che ha invitato la Commissione Ue a intensificare la pressione su Microsoft affinché faccia ulteriori concessioni. Ha anche aggiunto che intanto Teams ha accumulato circa 270 milioni di utenti a livello globale, mentre Slack ne ha circa 20 milioni.
Stando ad alcune fonti, nel 2020 le trattative si sarebbero arenate perché le concessioni proposte da Microsoft sarebbero state applicate solo all’Ue, mentre Bruxelles chiede che valgano a livello mondiale. Per questo, anche se i colloqui dovessero proseguire nei prossimi giorni, pare “molto improbabile” che Microsoft possa a evitare un’indagine formale.
Il tutto accade mentre il colosso di Redmond sembra superare le obiezioni delle autorità di regolamentazione al suo controverso acquisto da 75 miliardi di dollari di Activision Blizzard.
COME SI STA PONENDO MICROSOFT
Microsoft ha dichiarato di continuare a “collaborare con la Commissione nelle sue indagini” e di essere “aperta a soluzioni pragmatiche che rispondano alle sue preoccupazioni e siano al servizio dei clienti”.
L’atteggiamento dell’azienda, osserva il quotidiano finanziario, sembra molto più conciliante rispetto alla “posizione aggressiva assunta nei confronti della Commissione quando ha affrontato precedenti denunce in materia di concorrenza più di due decenni fa”. Negli ultimi anni, aggiunge il FT, Microsoft ha cercato di evitare battaglie legali in Europa che in passato hanno portato a multe per circa 2 miliardi di euro.
LE BIG TECH NEL MIRINO DELL’UE
Ma Microsoft non è la sola ad essere sotto la lente d’ingrandimento delle istituzioni europee. Come ricorda il FT, le azioni antitrust di Bruxelles contro altre grandi aziende tecnologiche statunitensi si sono intensificate. Da Apple a Google, senza dimenticare Meta, le Big Tech sono tutte alle prese con indagini della Commissione Ue per presunti comportamenti anticoncorrenziali.