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Giovani Social

I social come luogo di condivisione del disagio giovanile

Si potrebbe pensare che la “vita digitale” sia una sorta di baratro di isolamento, invece - sorprendentemente - vi sono studi che dimostrano esattamente il contrario. Il post di Mario Marchi

 

Secondo uno studio del 2021 condotto dall’agenzia statunitense di ricerche di mercato eMarketer, gli utenti di età compresa tra 18 e 24 anni negli Stati Uniti trascorrono in media circa 2 ore e 12 minuti al giorno sui social media.

Il dato è molto variabile, da Paese a Paese, ma se alla frequentazione delle piattaforme, si aggiunge in generale quella del web e l’utilizzo di chat e messaggistica, si arriva a superare anche le 7 ore quotidiane, come ha calcolato una rilevazione dell’Osservatorio sulle tendenze e comportamenti degli adolescenti, nel nostro Paese.

Dentro il mondo dei media digitali c’è un pezzo importante della vita dei giovani.

Inevitabile vi abitino anche ansia, paure, disagi, compresi quelli che dai media specifici vengono generati.

Uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista Journal of Youth Studies ha indagato l’ansia da separazione dai social media nei giovani adulti. Lo studio ha coinvolto un campione di 1.000 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 30 anni, ed è emerso che la maggior parte dei partecipanti ha riferito di utilizzare i social media prima di dormire, e che ciò causerebbe una vera ansia da distacco, un senso di smarrimento nel non sapere cosa accade nel mondo digitale mentre si dorme.

Si moltiplicano, poi, i post che sono veri e propri diari di condizioni di disagio, da quelli che raccontano i rapporti difficili in famiglia, ai diari “a puntate” di giovani che soffrono di disturbi dell’alimentazione. Purtroppo, la risposta spontanea degli interlocutori non è sempre adeguata. Tempo fa su TikTok una ragazza che aveva tentato il suicidio a causa di stati di dissociazione di personalità, dalla clinica psichiatrica nella quale era ricoverata, lamentava piangendo che le fossero stato sequestrati i trucchi attraverso i quali costruiva le sue varie personalità: i follower cercarono di organizzare un invio clandestino, nel tentativo di boicottare la misura presa dagli psichiatri.

Di fronte a questa complessità, le piattaforme non possono rimanere semplici luoghi dove tutto accade, ma si trovano a studiare metodi di intervento.

Ad esempio, Facebook utilizza un sistema di intelligenza artificiale chiamato “AI for Good” per identificare i contenuti preoccupanti e potenzialmente dannosi. Questo sistema utilizza tecniche di apprendimento automatico per analizzare i post e identificare parole chiave o frasi che possono indicare un bisogno di aiuto o un rischio per la salute mentale.

Anche Instagram usa un sistema di intelligenza artificiale per rilevare contenuti preoccupanti e potenzialmente dannosi. La piattaforma utilizza algoritmi di machine learning per identificare i post critici e segnalare al team di moderazione.

Anche TikTok utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per rilevare e segnalare contenuti preoccupanti. Il social ha introdotto una serie di strumenti di sicurezza per fornire supporto e risorse ai propri utenti. Uno di questi è la funzione di “SOS”, che consente agli utenti di segnalare direttamente il proprio bisogno di aiuto. La funzione “SOS” è accessibile tramite il menù di assistenza nella sezione delle impostazioni dell’app TikTok e consente i di contattare immediatamente la linea di supporto.

In caso di contenuti preoccupanti, TikTok utilizza un team di moderazione per verificare e gestire segnali di allarme. Negli Stati Uniti ha anche collaborato con organizzazioni come il National Eating Disorder Association e Crisis Text Line per fornire supporto diretto agli utenti che potrebbero avere problemi di disturbi alimentari o in generale di salute mentale.

Si potrebbe pensare che la “vita digitale” sia una sorta di baratro di isolamento, invece – sorprendentemente – vi sono studi che dimostrano esattamente il contrario. Uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista Journal of Social and Personal Relationships ha mostrato che l’uso dei social network era correlato con un maggiore benessere sociale, poiché gli utenti erano più propensi a mantenere relazioni positive con gli amici.

Un altro studio del 2019 pubblicato sulla rivista Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking ha esaminato la relazione tra l’uso dei social network e la solitudine dimostrando che l’uso era associato in realtà a una maggiore connessione sociale.

Insomma, si tratta semplicemente di un nuovo mondo, dove abita tutto e tutto assume nuove forme. Un mondo da conoscere e capire.

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