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Grand Theft Auto San Andreas

Meta non giochicchia più con i suoi visori VR e cancella Grand Theft Auto San Andreas

Annunciato tre anni fa e poi sparito nel nulla, Grand Theft Auto San Andreas VR era uno dei pochi videogiochi che potevano tirare la volata al Meta Quest 3, la cui divisione interna, tra tagli al personale e chiusure, continua a perdere pezzi

Se c’era un titolo in grado di dare un boost alle asfittiche vendite dei visori di Meta quello sarebbe stato certamente Grand Theft Auto: San Andreas VR. Benché il videogame sia stato infilato di recente in una collector di dubbio gusto, la serie da sempre esercita una attrattiva impareggiabile se si considera che, stando ai dati di vendita aggiornati condivisi da Take-Two – la casa madre di Rockstar Games – ha saputo piazzare negli anni l’incredibile cifra di 425 milioni di unità vendute.

DOV’È FINITO GRAND THEFT AUTO SAN ANDREAS VR

Se ne era parlato per la prima volta ben tre anni fa, dopodiché Grand Theft Auto: San Andreas VR era uscito da ogni radar mediatico. Il fatto che il progetto non godesse di buona salute era insomma nell’aria ma l’ufficializzazione della sua cancellazione (anche se il termine non è stato usato) è arrivata solo nelle ultime ore.

Ferale e laconica la dichiarazione in proposito di Meta: “GTA: San Andreas è stato messo in pausa a tempo indeterminato, mentre ci concentriamo entrambi su altri progetti. Non vediamo l’ora di lavorare con i nostri amici di Rockstar in futuro.”

L’OCULUS QUEST PERDE UN ALTRO VIDEOGAME

Che le vendite dell’Oculus Quest, il bizzarro accrocchio plasticoso da calarsi sul naso per accedere al metaverso, non soddisfino Meta è ormai chiaro a tutti, sebbene da Menlo Park ostentino soddisfazione.

Probabilmente non si è voluto replicare con Grand Theft Auto quanto già accaduto con Ubisoft, software house francese che aveva realizzato per il visore di Meta una esclusiva di richiamo: Assassin’s Creed Nexus VR, brand appunto della saga di successo (almeno sulle altre piattaforme più tradizionali) Assassin’s Creed.

Secondo quanto ha detto a inizio anno l’amministratore delegato della multinazionale d’Oltralpe, Yves Guillemot, nel corso di un incontro con gli investitori, le vendite del titolo per il visore di Meta non hanno soddisfatto le aspettative di Ubisoft. Per questo motivo la Casa di Parigi non aumenterà gli investimenti nella VR.

Per la precisione il Ceo ha parlato proprio di “delusione” con riferimento ai risultati, sebbene abbia definito le vendite del software “ok”. Non è del tutto una novità e nemmeno un fattore isolato se si considera che il flop del metaverso e dei visori ha portato Google a uscire dal comparto. La stessa Sony non sta più concentrandosi sulla propria periferica, nonostante sia uscita recentemente.

META NON VUOLE PIU’ GIOCARE CON LA VR?

Tutto ciò fa naturalmente il paio con la recente chiusura decisa da Meta dello studio interno Ready at Dawn, che prima dell’acquisizione da parte di Menlo Park si era occupato di alcune esclusive per i giapponesi di Sony PlayStation del calibro di The Order: 1886, God of War: Chains of Olympus e Ghost of Sparta Daxter. Il team guidato da Andrea Pessino era entrato a far parte di Oculus Studio in piena pandemia, nel giugno 2020. Precedentemente Meta aveva acquisito altri due studi: Beat Games e Asgard’s Wrath.

Del resto anche la divisione principale dedicata a visori e metaverso, Reality Labs, dovrà affrontare una riduzione dei costi del 20% entro il 2026, anno in cui sono previsti i lanci dei nuovi visori VR Meta Quest 4 e Quest 4s. Come Start Magazine aveva riportato, il team sta insistendo sui conti del gruppo con ben 8,3 miliardi di dollari di perdite. Ma se questi sono i risultati della dieta, difficilmente vedremo crescere le vendite almeno tra la platea dei gamer. Che Meta voglia allora riposizionare il proprio device e proporlo unicamente come strumento di studio e lavoro?

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