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Ma quale attacco filorusso. La carta d’identità elettronica si sabota da sé con un incendio…

Giallo al Viminale: il servizio della carta d'identità elettronica finisce offline. Gli hacker filorussi rivendicano l'attacco ma il ministero dà la colpa a un incendio ai cavi della fibra. L'unica certezza è che il sito continua a non funzionare a circa 24 ore dal black out

Per buona parte della giornata di ieri pareva che un nuovo attacco hacker filorusso al nostro Paese (di quelli meno rilevanti sul fronte della pericolosità, dato che non permettono ai pirati informatici di mettere mano sui dati, ma più impattanti sul servizio offerto visto che intasano con milioni di input il sito bersagliato, mandandolo offline), fosse stato portato a termine con successo. L’obiettivo, questa volta, sembrava di quelli grossi: quella parte del sito del ministero dell’Interno che evade e gestisce le richieste relative alla Carta d’Identità elettronica. Puntuale, via Telegram, è arrivata pure la ghignante e beffarda rivendicazione, ma a quanto pare i pirati che parteggiano per Putin e per la sua “operazione speciale” in Ucraina non c’entravano nulla…

LA RIVENDICAZIONE DELL’ATTACCO HACKER AL SERVIZIO DI CARTA D’IDENTITÀ ELETTRONICA

Diverse ore dopo i primi malfunzionamenti sul sito del ministero dell’Interno, il collettivo di hacker filo-russi ‘No Name’ aveva rivendicato su Telegram l’attacco, accusando l’Italia di “fornire supporto all’Ucraina” e di non avere alcuna “indipendenza” dagli “alleati”.

MA LA CAUSA SAREBBE UN’ALTRA…

Verso fine giornata, però, il Viminale ha detto la sua, con questa nota delle 18:43. “I servizi della Carta di identità elettronica sono momentaneamente indisponibili esclusivamente per un problema tecnico nella fornitura della connettività internet, causato dall’incendio divampato nella giornata di ieri nei pressi della Stazione Tiburtina, che ha coinvolto cavi della fibra ottica. Sono in corso le attività tecniche per ripristinare al più presto il funzionamento del sistema.”

Si fa riferimento all’incendio documentato per esempio dal Tgr laziale scoppiato più di sei ore prima, attorno a mezzogiorno, in via Tiburtina. Non sono ancora note le cause che hanno determinato il corto circuito, al momento si stanno effettuando tutti i controlli per risalire all’origine dell’incendio.

Non è la prima volta che accade, sottolineano dal Tg regionale. “Lo scorso 11 maggio un cavo è andato in combustione tra piazza Nicosia e via della Scrofa in zona del Pantheon. Il rogo ha avuto ripercussioni sul lavoro dei dipendenti del ministero della giustizia. E nel primo pomeriggio è stata chiusa anche la stazione della metro A Spagna per l’improvviso sprigionarsi di fumo da un gruppo elettogeno. Il rogo si è sviluppato a causa del malfuzionamento dall’apparecchio che serve per produrre energia all’esterno della stazione”.

E LA CIE CI FA CIAO

Al momento in cui scriviamo, ovvero nella prima mattina del giorno dopo, la CIE ancora non funziona. Provando per esempio ad attivare una carta d’identità elettronica si atterra su questa schermata con un pop-up non previsto dal sistema che impedisce di completare l’operazione.

CARTA D'Identità ELETTRONICA

Com’è noto, il governo, alle prese con i gestori del servizio della Spid che reclamano una qualche forma di retribuzione, intende unificare i servizi, sebbene la strada sia lunga e le perplessità tante (come abbiamo già fatto notare in diverse occasioni, mentre le operazioni con l’identità digitale introdotta sotto il governo Renzi possono essere completate digitalmente, al più con la propria impronta digitale, la carta d’identità elettronica richiede invece di munirsi di un apposito lettore che possa riconoscerla). Ma a maggior ragione se l’identità digitale sarà unica, bisognerà prima accertarsi che non possa finire KO per quasi due giorni per colpa di un incedio dei cavi Internet…

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