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Leonardo e Piaggio Aerospace, tutte le nuove voglie di droni nell’ex Finmeccanica

Tutte le novità su droni in casa di Leonardo (ex Finmeccanica) e Piaggio Aerospace Sarà nei droni il futuro di Piaggio Aerospace, almeno nelle speranze dell’azienda, controllata dal fondo degli Emirati Mubadala. In particolare nel P2HH, un velivolo a controllo remoto la cui produzione potrebbe partire in un prossimo futuro. La condizione è che si…

Sarà nei droni il futuro di Piaggio Aerospace, almeno nelle speranze dell’azienda, controllata dal fondo degli Emirati Mubadala. In particolare nel P2HH, un velivolo a controllo remoto la cui produzione potrebbe partire in un prossimo futuro. La condizione è che si trovino i finanziamenti, o meglio che nuovo Governo e il nuovo Parlamento approvino quelli già stanziati.

IL DRONE P2HH

Il P2HH è un drone militare che dovrebbe essere sviluppato in collaborazione fra Piaggio Aerospace e Leonardo- Finmeccanica per cui il precedente ministro della difesa Roberta Pinotti aveva disposto un finanziamento di 766 milioni di euro, che si aggiungevano ai 255 milioni stanziati da Mubadala. Il via libera definitivo però ancora non c’è: l’ultima parola spetta al Parlamento, che deve prima approvare il finanziamento.

IL RUOLO DI PIAGGIO E LEONARDO

L’approvazione del progetto o il suo accantonamento avranno conseguenze dirompenti sull’industria aerospaziale italiana. Nello sviluppo del P2HH sono infatti coinvolti sia Piaggio Aerospace che Leonardo. L’ex Finmeccanica, creditrice di Piaggio per oltre 115 milioni, è peraltro azionista del programma. L’ad di Piaggio, Renato Vaghi, ha anticipato che il progetto prevede un raggruppamento temporaneo di impresa fra i due colossi, suddiviso in parti pressappoco uguali. A Piaggio spetterebbe lo sviluppo della piattaforma, a Leonardo quello delle stazioni di terra, dell’elettronica e di «qualche componente strutturale».

LE CONSEGUENZE OCCUPAZIONALI

Il via libera allo sviluppo del P2HH avrebbe anche conseguenze occupazionali rilevanti, perché blinderebbe le posizioni di circa 1300 dipendenti, suddivisi fra gli addetti dello stabilimento di Villanova d’Albenga di Piaggio Aerospace e quelli delle aziende direttamente fornitrici. Peraltro Piaggio Aerospace, negli ultimi anni, si è notevolmente ridimensionata, chiudendo anche un paio di stabilimenti (a Finale Ligure e Genova), e i capitali arabi sono serviti anche a darle ossigeno.

L’EURO MALE

A prescindere da come si evolverà la vicenda P2HH, c’è poi un altro drone che spunta all’orizzonte e le cui vicende si intrecciano con il destino di Piaggio: l’Euro Male, che dovrebbe essere sviluppato da una collaborazione fra Francia, Germania, Italia e Spagna (con un coinvolgimento rilevante, per quanto ci riguarda, di Leonardo e Elettronica). Un progetto che potrebbe fare concorrenza al P2HH, che ha però un notevole vantaggio di avanzamento, come hanno rilevato diverse testate, fra cui il Corriere della Sera. L’Euro Male è infatti in una fase di sviluppo decisamente più arretrata.

LE MIRE CINESI SUL P180

Inutile sottolineare come ai piani alti di Piaggio puntino moltissimo sul programma P2HH. Ma non c’è solo questo. In ballo c’è anche la cessione a una cordata cinese dei brevetti del velivolo commerciale P180, cioè la possibilità di cedere la produzione di uno dei velivoli storici dell’azienda. Su questa operazione il governo Gentiloni a fine 2017 ha esercitato il “golden power”, chiedendo tra l’altro garanzie per scongiurare il trasferimento della produzione all’estero. La vicenda è ancora in corso, Vaghi ha dichiarato che «i negoziati proseguono spediti. Per noi si aprirebbe un mercato enorme dalle potenzialità smisurate».

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