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Tempest

Leonardo, come decollerà il programma Tempest in Italia

Tutte le novità per l'Italia e per Leonardo sul programma Tempest. Fatti, numeri e approfondimenti

 

Mattinata positiva per Leonardo a Piazza Affari grazie al Tempest.

I titoli del gruppo di Piazza Monte Grappa hanno messo a segno la migliore prestazione del Ftse Mib guadagnando fino al 3,21% a 6.554 euro, riporta Radiocor. Le quotazioni, spiegano gli analisti secondo l’agenzia del gruppo il Sole 24 Ore, beneficiano della decisione del governo italiano di stanziare 2 miliardi per il programma Tempest, il nuovo cacciabombardiere lanciato nel 2018 da Italia, Regno Unito e Svezia.

“Il via libera alla spesa è arrivato poco prima di Natale con il doppio parere favorevole delle commissioni Difesa di Camera e Senato allo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma di armamento «relativo allo sviluppo di una architettura complessa e interoperabile basata su un Sistema di sistemi di combattimento aereo di sesta generazione – Future combat air system (Fcas)». I pareri sono stati votati all’unanimità, da tutti i partiti da destra a sinistra, inclusi i 5 stelle”, ha scritto lo scorso fine settimana Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore.

Mentre Regno Unito, Italia e Svezia lavoreranno su Tempest al fine di sostituire gli Eurofighter Typhoon a partire dal 2035, Francia, Germania e Spagna sono coinvolte nel progetto rivale Fcas per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli.

Finora, esponenti della difesa e dell’industria europei hanno spesso ipotizzato che l’Europa si sarebbe ritrovata con un programma unico per mettere in comune i budget limitati ed evitare la concorrenza. Ma gli esperti hanno avvertito che qualsiasi accordo per combinare tali sistemi di combattimento strategici rimane lontano poiché le aziende consolidano le loro posizioni nei programmi esistenti, ha sottolineato di recente Reuters.

Tutti i dettagli.

LE RISORSE PREVISTE

Per quanto riguarda la copertura finanziaria della prima fase, pari a 2 miliardi di euro, si provvederà mediante le risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero della Difesa, missione «Difesa e sicurezza del territorio», programma «Pianificazione Generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari».

La seconda fase (con onere stimato in 4 miliardi di euro). La cronologia dei pagamenti relativi alla fase del programma sottoposta al parere parlamentare va dal 2021 al 2035. “Al riguardo, lo Stato maggiore della Difesa fa presente che la ripartizione della spesa per ciascun esercizio potrà essere temporalmente rimodulata in funzione dell’effettiva esigibilità contrattuale dei pagamenti, come emergente dal completamento dell’attività tecnico-amministrativa”, ha ricordato la Commissione Difesa del Senato nel corso dell’esame del decreto.

“Seguiranno le fasi 3 («produzione iniziale») e 4 («produzione avanzata»), con costi ulteriori, che si aggiungono a quelli per l’acquisto dei velivoli destinati a sostituire gli Eurofighter dell’Aeronautica italiana, a partire dal 2035. Finora sono 88 gli Efa consegnati all’arma azzurra, su 96 previsti” rileva il Sole 24 Ore.

LE CONDIZIONI CONTRATTUALI

Riguardo alle condizioni contrattuali, “la scheda illustrativa ricorda che l’iter per la sottoscrizione degli accordi attuativi internazionali tra i Paesi partner a seguito della firma del Memorandum of Understanding (MoU) è in corso di finalizzazione e se ne prevede il completamento per la metà del 2022, ed evidenzia la necessità di assicurare, tramite la formalizzazione di specifici contratti, già dal corrente esercizio finanziario, la piena operatività dei processi di ricerca e innovazione, anche in considerazione del fatto che il progetto, nel Regno Unito, è già pienamente operativo”.

LEONARDO, AVIO AERO, MBDA ITALIA ED ELETTRONICA TRA LE INDUSTRIE NAZIONALI COINVOLTE

Le industrie nazionali comprendono le principali società di difesa del Regno Unito (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk), Italia (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) e Svezia (Saab e Gkn Aerospace Sweden).

“Con riferimento ai possibili ritorni industriali ed occupazionali del programma, la Difesa, nel far presente che il programma coinvolgerà le grandi imprese per la difesa e l’aerospazio (Leonardo IT, Mbda IT, Elettronica e Avio GE) ubicate nel territorio nazionale (in particolare, nelle regioni regioni Piemonte, Campania, Lombardia, Liguria, Puglia, Veneto, Sardegna, Sicilia e Lazio) segnala, altresì, che l’iniziativa interesserà PMI e Start-Up nei settori dell’avionica, della sensoristica, delle comunicazioni, dell’intelligenza artificiale, della propulsione, dei materiali, della simulazione, dell’armamento e dei velivoli automomi” si legge nella nota tecnica allegata alla schema di decreto.

IL COMMENTO DI EQUITA

Il programma, ricordano gli analisti di Equita, coinvolge quindi, oltre a Leonardo, Mbda (produttore di di cui la stessa Leonardo ha il 25%) ed Elettronica (di cui Leonardo ha il 31%), “ma avrà gli effetti diluiti nel lungo termine in quanto prevede le prime consegne per la dotazione degli Eurofighter a partire dal 2035.

IL RILIEVO DELLA COMMISSIONE DIFESA DELLA CAMERA

Inoltre, ricordiamo che la Commissione Difesa della Camera ha invitato il Governo, attraverso un’osservazione espressa nel parere, “a sollecitare l’industria di riferimento a rivedere, ove possibile, situazioni di regime contrattuale di monocommittenza, che persistono in alcuni stabilimenti industriali del gruppo Leonardo, come nell’importante sito di Grottaglie. [Qui l’approfondimento di Startmag su Effetto Boeing e non solo. Cosa succede alla divisione Aerostrutture di Leonardo]. Soprattutto laddove siano disponibili competenze in grado di fronteggiare diverse fasi della lavorazione del velivolo, come richiesto dalle stesse organizzazioni sindacali, occorre infatti valorizzare le competenze dei territori arricchendo il Know-how della nostra industria aerospaziale”. Lo ha riferito in una nota Giovanni Luca Aresta, capogruppo M5S in Commissione e relatore al parere favorevole sul provvedimento.

LA FUSIONE CON IL RIVALE FCAS?

Infine, resta ancora aperta la questione della convergenza tra i due programmi Fcas e Tempest.

L’Italia ha aderito al programma Tempest perché sentiva di poter svolgere un ruolo più importante rispetto al programma Fcas, ha spiegato il generale Luca Goretti, Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, nel corso dell’audizione in commissioni Difesa riunite di Camera e Senato lo scorso 23 novembre.

Nel programma Fcas il nostro paese avrebbe rischiato di ricoprire un “ruolo succursale” ha aggiunto.

“Tutto questo dipenderà da come l’industria nazionale si pone nei confronti della componente industriale inglese” ha evidenziato Goretti. “L’esperienza passata agevola perché Leonardo Italia ha una rappresentanza in Inghilterra con Leonardo Uk e abbiamo già sviluppato programmi comuni”.

Il capo di Sma ha precisato che i due programmi attualmente sono nella loro “fase concettuale”. Pertanto “è normale che, in questo periodo iniziale, ogni Paese valuti le proprie opzioni sulla tecnologia”.

“Ma è naturale che queste due realtà confluiranno in una sola, perché è impensabile investire ingenti risorse finanziarie in due programmi equivalenti” ha sottolineato.

Quando avverrà questo “compromesso”?

“Nel momento in cui saranno individuate le aree d’interesse industriali, ovvero quando inizieranno le interlocuzioni tra industrie nello stesso settore” ha concluso il generale Goretti.

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