Garantito un livello minimo di attività per i due lanciatori europei Ariane 6 e Vega C.
Gli Stati Membri dell’Esa hanno concordato le condizione limite per il prossimo utilizzo di Ariane 6 e Vega-C, da parte dell’Europa, e hanno chiesto all’Esa di proporre una roadmap per nuove soluzioni all’avanguardia in merito al trasporto spaziale per il prossimo decennio, unitamente a un piano per le relative dimostrazioni a breve termine.
La risoluzione concordata dagli Stati Membri dell’Esa a metà agosto stabilisce le condizioni per i primi tre anni di sfruttamento consolidato dei nuovi veicoli di lancio, Ariane 6 e Vega-C (i cui voli inaugurali sono previsti rispettivamente nel secondo trimestre 2022 e nel primo trimestre del 2022), dallo spazioporto europeo nella Guyana francese.
Il consolidato modello di utilizzo rivisto si basa su una domanda di servizi di lancio istituzionale europei di quattro veicoli Ariane 6 e due Vega-C all’anno in media. Per il servizio di lancio standard associato, sono state concordate anche le condizioni di prezzo.
Per Daniel Neuenschwander, Direttore del Trasporto Spaziale dell’Esa, è “un segnale forte dell’impegno politico dei Paesi europei” per mettere in sicurezza la fase operativa dei lanciatori europei, in condizioni ben diverse rispetto a quelle in cui i due programmi sono stati decisi nel 2014.
Il settore del trasporto spaziale risente infatti della competizione — non solo quella possibile interna tra lanciatori europei — con i rivali statunitensi, nello specifico SpaceX di Elon Musk.
In Italia, la partita dei lanciatori riguarda in primis Avio, l’azienda di Colleferro leader nella propulsione spaziale che realizza il vettore Vega e il motore P120C. Di recente Equita sim ha deciso di tagliare le stime di Avio per l’anno fiscale 2021-22 ritenendo che il ritardo accumulato a causa della pandemia possa essere recuperato solo in parte.
Tutti i dettagli.
LA ROADMAP DELL’ESA PER I LANCIATORI EUROPEI
I paesi membri dell’Esa hanno riesaminato le condizioni in cui i lanciatori Ariane 6 e Vega C saranno operativi dopo il 2024, al fine di garantire la sostenibilità dell’accesso europeo allo spazio.
Spinti dalle esigenze di lancio delle istituzioni europee, e tenendo conto del contesto incerto del mercato mondiale dei servizi di lancio, gli Stati Membri hanno stretto accordi su una base stabile per lo sfruttamento di questi nuovi veicoli di lancio.
In pratica, al di là della preferenza manifestata per i lanciatori europei dai governi nazionali e dalle istituzioni europee, si tratterà di garantire ciascuno quattro lanci su Ariane 6 (tre Ariane 62 con due booster e un Ariane 64 con quattro booster, oppure due posizioni su un lancio a doppio carico utile su Ariane 64) e due su Vega C all’anno in media.
Per il servizio di lancio standard associato, sono state concordate anche le condizioni di prezzo.
Gli Stati Membri hanno inoltre stabilito una base per mantenere le capacità industriali strategiche con opzioni in grado di servire sia lanci istituzionali aggiuntivi che una maggiore domanda commerciale. Le relative decisioni finanziarie degli Stati Membri sono pianificate in occasione della riunione del Consiglio a livello ministeriale alla fine del 2022. I clienti istituzionali europei dei servizi di lancio dovranno impegnarsi anche a favore di lanci su vettori sviluppati dall’Esa.
L’INIZIATIVA BIGLIETTI EUROPEI
Inoltre, il Consiglio ha chiesto al Direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher di concordare con l’Unione europea per un’iniziativa biglietti Europei, al fine di comprovare e confermare regolarmente Missioni in orbita con Meno di 200 kg su servizi di lancio con capacità provate e da selezionare su base competitiva.
In genere, inviare un piccolo satellite del peso di 25-50 chilogrammi in orbita terrestre bassa può costare tra € 85.000 e € 840.000, riporta Euronews.
Secondo la Banca Mondiale, ci sono quasi 3.000 satelliti attivi che circondano il nostro pianeta. Il numero dovrebbe aumentare del 230% entro il 2025, secondo gli esperti del Massachusetts Institute of Technology (Mit).
IL FUTURO DI AVIO
Infine, la partita dei lanciatori europei riguarda da vicino l’italiana Avio. L’azienda guidata da Giulio Ranzo costruisce a Colleferro Vega che fa parte della famiglia dei lanciatori dell’Esa e ha fatto il suo esordio nel febbraio 2012, inanellando poi una lunga serie di successi. Ma gli sviluppatori non hanno mai smesso di trasformarlo per migliorarne le prestazioni: dopo la prima evoluzione, Vega C con un nuovo primo stadio P120 a combustibile solido più potente del precedente, arriva adesso una seconda novità con Vega E.
E proprio lo scorso luglio Avio ha siglato un contratto da 118.8 milioni di euro con l’Esa per Vega E, l’evoluzione del razzo Vega che sarà più potente ed economico dei predecessori.
Tuttavia, a inizio agosto Equita sim ha deciso di tagliare le stime di Avio, come riporta MF/Milano Finanza. “Nel primo trimestre 2021 la performance di Avio è stata penalizzata per aver concentrato gli sforzi sul ritorno al volo Vega (completato con successo lo scorso aprile) e per la pandemia (la sede di Colleferro è stata per un paio di mesi zona rossa) che ha rallentato l’attività di ricerca e sviluppo, la quale rappresenta tipicamente il 30-40% del fatturato. Gli analisti si attendono nei prossimi trimestri solo un parziale recupero e per questo motivo hanno ridotto le stime per l’anno 2021-22: in media i ricavi caleranno dell’8%, l’ebitda del 9% e l’utile netto del 22%”.