skip to Main Content

Infratel Flop

Vi spiego il flop del bando Infratel

Ecco la lezione che si deve ricavare dal flop del bando Infratel sulle isole minori. L'intervento di Dario Denni, fondatore Europio Consulting 

 

Oggi viaggeremo con la mente nei posti più belli d’Italia: voleremo a Pantelleria ed a Carloforte tra il profumo dei capperi ed il sapore del tonno e del passito. E scopriremo perché il piano del Governo per digitalizzare forzosamente le isole minori con i fondi del PNRR è una prepotenza inaccettabile.

Anzitutto è vero che queste sono isole, ma non sono terre isolate. Semplicemente, sono lontane dalla contaminazione industriale delle grandi metropoli e delle città. E non sono affatto “isole minori”, se solo si pensa che – al contrario – Pantelleria è la quinta isola italiana per estensione territoriale e Carloforte è la sesta. Più propriamente, quindi, il termine isole minori andrebbe riferito ad arcipelaghi quando si vuole individuare le isole dimensionalmente più piccole rispetto ad una più grande.

Si tratta dunque di territori che sono affetti da un digital divide perché spesso sfuggono alle turbolenze dell’innovazione tecnologica e questo – in certi casi – non può che essere un bene per la salvaguardia delle oasi naturali che si sono create spontaneamente negli anni.

Ad esempio, a nord di Carloforte ci sono le tonnare, le piscine naturali di Nasca e le scogliere dove nidifica il falco della regina. Ma nel bel mezzo sorge pure un ecomostro, con le fondamenta di cemento impiantate nella sabbia si erge un albergo abusivo proprio a ridosso della spiaggia de La Caletta.

Tutta questa grande premessa serve solo per spiegare quanto è assurdo spendere i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per collegare le isole minori ad una valvola di sfogo turbocapitalista che le vorrebbe diverse da quello che ora sono.

Domandiamoci per un momento: Cosa c’è di piu’ delirante di voler portare a tutti i costi la fibra ottica dentro un dammuso immerso in una colata lavica di Pantelleria, in una località incerta tra Sesi e Scauri?

Il vero fattore distintivo di quei territori è la giusta condizione di isolamento dalla digitalizzazione estrema e pervasiva a cui siamo abituati.

Non stupirà quindi che il bando per le isole minori lanciato da Infratel lo scorso dicembre sia andato deserto. La realizzazione del backhaul ottico e la posa di cavi ottici sottomarini, è un mestiere che pochi in Italia sanno fare e che comporta costi folli per investimenti insostenibili, nemmeno se sovvenzionati dallo Stato.

A fronte di un bando decisamente non attrattivo elaborato da Infratel, soprattutto per via delle clausole fidejussorie, penali e assicurative particolarmente onerose, si deve aggiungere un fattore di contesto fondamentale. Il settore infatti è in deficit di 10000 addetti specializzati per lo sviluppo di infrastrutture in fibra ottica. Non ha certo risorse da spendere per investimenti in perdita.

Il problema probabilmente è a monte, ossia l’aver considerato le isole minori come un territorio extraterritoriale rispetto alla Regione di appartenenza. A questo punto è doveroso fare una precisazione: Carloforte non è un’enclave genovese all’interno della Regione Sardegna così come Pantelleria non è un’enclave tunisina all’interno della Regione Sicilia.

Si tratta invece di territori regionali a tutti gli effetti, ed è impensabile un intervento che estranei il contesto insulare dall’ente territoriale di riferimento. Basti pensare che a Pantelleria non c’è l’ospedale e per ogni necessità un elicottero si alza da Trapani per andare a soccorrere l’eventuale popolazione pantesca in emergenza. La regione ha quindi ritenuto non necessario un ospedale a Pantelleria. Il Governo centrale potrebbe mai ritenere necessario un ospedale a Pantelleria se l’ente territoriale costituzionalmente preposto alla sanità non vede necessario e sostenibile un intervento diverso dal ponte con l’elicottero dal più vicino centro di assistenza?

Del pari, dovremmo chiederci se è stata interpellata la regione Sicilia o in che modo è stata coinvolta prima di emettere un bando per sviluppare un cavo sottomarino da Trapani a Pantelleria, poi da Pantelleria a Lampedusa e da Lampedusa a Linosa.

La lezione che si può dunque ricavare dal flop del bando Infratel sulle isole minori è proprio questa: il PNRR deve dare un ruolo da protagonista agli enti locali territoriali sia che si tratti di spendere 60 milioni di euro come nel bando “isole minori” sia se si tratta di spendere 7 miliardi per il Piano Italia 1 giga ed Italia 5G.

Back To Top