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Philip Morris Ad Marco Hannappel

Iqos, tutti i piani di Philip Morris sul tabacco riscaldato

Chi c'era e che cosa si è detto oggi a Milano in occasione del lancio da parte di Philip Morris di Iqos 3 Duo, la nuova generazione del dispositivo che scalda il tabacco senza bruciarlo. L'articolo di Carlo Terzano

 

Con il lancio di Iqos (tabacco riscaldato) negli Usa da parte di Philip Morris International potranno esserci ripercussioni positive anche per l’Italia nel futuro. E’ quanto ha sottolineato da Marco Hannappel, amministratore delegato di Philip Morris Italia, oggi a Milano in occasione del lancio di Iqos 3 Duo, la nuova generazione del dispositivo che scalda il tabacco senza bruciarlo, disponibile dal 4 novembre prossimo

I PIANI DI PHILIP MORRIS ITALIA

Philip Morris accelera dunque nel rivoluzionare il proprio business e punta a un “futuro senza fumo”. Senza fumo ma con Iqos (vietato chiamarla “sigaretta elettronica” perché, come ha in più occasioni ribadito Hannappel, a differenza di quel prodotto al momento sotto la lente di ingrandimento negli Usa, “Iqos riscalda il tabacco, le sigarette elettroniche contengono invece altri liquidi”).

QUALCHE NUMERO SULLA RIVOLUZIONE SENZA FUMO DI PHILIP MORRIS

“Questa avventura è partita nel 2014 a Milano e a Nagoya, in Giappone, con la missione di convincere i fumatori a un futuro senza fumo”, ha detto l’ad di Philip Morris Italia, Hannappel. Sei miliardi di dollari investiti in R&D e cinque anni dopo (ma il lavoro di ricerca e sviluppo è durato complessivamente 15 anni, come si vedrà nel paragrafo successivo) è il momento di tirare le somme. “Al momento – ha spiegato Stefano Volpetti, Chief Consumer Officer – abbiamo oltre 12 milioni di consumatori in tutti i 51 mercati in cui siamo presenti. Di questi, 8,8 milioni hanno smesso di fumare le sigarette tradizionali per passare al nostro prodotto. Al mondo i fumatori sono 1 miliardo: la strada da percorrere è ancora lunga”.

ITALIA AL CENTRO DELLA STRATEGIA

Particolare attenzione è riversata alla filiera italiana: “Va dal seme al mercato – ha detto Marco Hannappel, numero 1 di Philip Morris Italia – con un investimento di circa 2 miliardi di euro e grande attenzione per la sostenibilità”. Lo stabilimento bolognese (Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna) è il Lead site per i 44 stabilimenti Pmi presenti in 32 Paesi. Oggi è il centro in cui vengono definiti i processi industriali per la produzione dei prodotti innovativi. L’impianto ha visto un aumento del 740% dei volumi di export in due anni, passando da circa 400 milioni di unità di Heatsticks esportati nel 2015 a circa 35 miliardi nel 2017.  Attualmente impiega più di 1600 persone. L’età media del personale italiano è di circa 33 anni. Il know-how sviluppato al suo interno viene esportato all’estero come asset fondamentale nella fase di riconversione delle altre affiliate produttive del Gruppo.

LA RICERCA SCIENTIFICA

Alla base, si accennava, un solido lavoro di ricerca scientifica. Uno studio di 15 anni condotto da 400 scienziati e ingegneri, esperti in discipline chiave quali chimica, biologia, fisica, matematica, elettronica, scienza dell’alimentazione e tossicologia studiano il potenziale di questi prodotti in due centri di Ricerca & Sviluppo (R&D) a Neuchâtel (Svizzera) e Singapore. Per quanto riguarda il centro svizzero, è stato costruito nel 2009 ed è frutto di un investimento di 120 milioni di dollari statunitensi: il “Cube” è il centro di ricerca principale di PMI dedicato interamente allo studio, sperimentazione e valutazione dei prodotti a potenziale rischio ridotto (RRPs1). Le attività di R&D di PMI sono condotte secondo gli stessi protocolli di ricerca da tempo adottati dall’industria farmaceutica, tra cui le Norme di Buona Pratica di Laboratorio (Good Laboratory Practices) e le Norme di Buona Pratica Clinica (Good Clinical Practices), allo scopo di garantire qualità e trasparenza alla nostra ricerca. A partire dal 2011, sono stati pubblicati oltre 340 studi in riviste specializzate, e le metodologie applicate sono state verificate da esperti indipendenti prima della pubblicazione.

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