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Internet Delle Cose

Internet delle cose. Il lato oscuro dei dispositivi connessi

L’Internet delle cose promette efficienza e risparmi, ma una rete di dispositivi connessi potrebbe essere terreno fertile per grandi attacchi hacker Il sogno dell’Internet delle cose potrebbe trasformarsi in un incubo. La nuova tecnologia promette efficienza, risparmio economico, mobilità sostenibile, zero traffico per le strade, parcheggi facili da trovare e tanti, ma davvero tanti, altri…

L’Internet delle cose promette efficienza e risparmi, ma una rete di dispositivi connessi potrebbe essere terreno fertile per grandi attacchi hacker

Il sogno dell’Internet delle cose potrebbe trasformarsi in un incubo. La nuova tecnologia promette efficienza, risparmio economico, mobilità sostenibile, zero traffico per le strade, parcheggi facili da trovare e tanti, ma davvero tanti, altri vantaggi. Eppure, una rete di oggetti collegati ad internet potrebbe essere un terreno fertile per gli hacker.

Come racconta il New York Times, gli hacker avrebbero la possibilità di diffondere virus e malware anche su un aereo in viaggio. Basta una piccola falla, per far saltare tutto. Alcuni ricercatori, del Weizmann Institute of Science di Tel Aviv e del Dalhousie University di Halifax, in Canada, si sono concentrati sullo studio di una lampadina intelligente Philips Hue, scoprendo che un piccolo difetto wireless potrebbe consentire agli hacker di prendere il controllo delle lampadine.

Hackerare una sola lampadina non sarebbe certo un grande affare, ma immaginate migliaia o addirittura centinaia di migliaia di dispositivi connessi a Internet nelle immediate vicinanze della lampadina. Questo potrebbe rivelarsi molto attraente. Basterebbe ompromettere un solo dispositivo per diffondere un agente patogeno a tutti i dispositivi.

internet delle coseIn realtà, anche hackerare una sola lampadina potrebbe fare gravi danni. Le lampadine intelligenti Philips Hue possono essere controllate a distanza. Da un computer a da uno smartphone è possibile decidere colore e luminosità. Sarebbe dunque possibile impostare una luce a LED in un modo da innescare crisi epilettiche o semplicemente rendere le persone molto a disagio.

Non solo. I ricercatori hanno dimostrato che compromettendo una lampadina, sia possibile infettare un gran numero di luci vicine in pochi minuti. Anche se queste non fano parte della stessa rete privata.

I ricercatori, in fase test, sono stati in grado anche di diffondere un virus in una rete all’interno di un edificio attraverso una vettura situata a circa 70 metri di distanza.

Gli esperti hanno denunciato a Philips la vulnerabilità del dispositivo e l’azienda ha già provveduto a risolvere la falla.

Intenert delle cose: la chiave per il grande attacco DOS avvenuto in America

Appena due settimane fa, venerdì 21 ottobre, alcuni hacker sono riusciti a negare l’accesso a numerose pagine Internet,(tra cui Spotify, Twitter, Reddit, Netflix e AirBnB, New York Times) attaccando i server di una società del New Hampshire chiamata Dyn. L’attacco è il risultato di una mole di dispositivi connessi alla rete sempre più grande.

Secondo gli esperti di sicurezza, infatti, gli hacker avrebbero trovato la potenza necessaria per il loro attacco prendendo il controllo di una vasta gamma di dispositivi collegati a Internet. Anche se quello a Dyn non era certo il primo attacco hacker della storia, possiamo dire che sia stato quello grazie al quale numerose persone hanno preso consapevolezza dei pericoli connessi all’Internet delle cose.

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