xAI, la società di Elon Musk dedicata all’intelligenza artificiale, ha pubblicato il codice del chatbot Grok, presentato qualche mese fa come un concorrente di ChatGPT e degli altri software di simulazione delle conversazioni.
Musk, peraltro, è stato uno dei fondatori di OpenAI – la società che ha sviluppato ChatGPT -, salvo abbandonarla e avviare una polemica con l’amministratore delegato Sam Altman, arrivando a denunciarlo con l’accusa di aver tradito gli obiettivi originari del progetto. “Cambiate nome in ClosedAI (intelligenza artificiale chiusa, ndr) e io annullerò la causa”, aveva dichiarato a proposito Musk.
COSA COMPORTA LA DECISIONE DI MUSK SU GROK
La decisione di Musk di aprire il codice sorgente di Grok significa che chiunque potrà modificare il sistema, rendendo – a detta dell’imprenditore – più democratico l’accesso all’intelligenza artificiale.
Nonostante l’apertura, la versione “ufficiale” di Grok resta comunque riservata agli utenti premium di X, il social network precedentemente noto come Twitter. Su GitHub, però, è disponibile per tutti il codice, diffuso con licenza Apache 2.0: significa – come spiega Il Post – che sarà possibile anche il suo uso commerciale, pur con qualche limitazione. xAI, infatti, non ha condiviso i dati per l’addestramento di Grok – dati ricavati perlopiù dall’enorme mole di informazioni presenti su X -, e dunque le possibilità di utilizzo del codice open source sono limitate.
COSA FA OPENAI
A differenza di xAI, OpenAI non ha mostrato interesse ad aprire a tutti il codice del proprio sistema di intelligenza artificiale.
NON SOLO GROK: IL DIBATTITO SULL’APERTURA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
È in corso un dibattito sull’opportunità o meno di aprire al pubblico i codici delle intelligenze artificiali.
I sostenitori dell’approccio open source, come Musk, pensano che l’apertura aumenterà la democraticità di questa nuova tecnologia, favorendone di riflesso lo sviluppo. I critici, invece, ritengono che l’open source sia rischioso perché l’intelligenza artificiale potrebbe venire sfruttata per scopi malevoli (attuare vaste campagne di disinformazione, ad esempio).