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Musk X

Che progetti ha Musk per Grok, l’IA che sfida ChatGpt?

Musk intende rendere open source il codice di Grok, la sua intelligenza artificiale che rivaleggia con ChatGpt. E torna a sfottere OpenAi. Cos'ha in mente il patron di Tesla e SpaceX?

Finora la strategia sembrava quella di sfruttare Grok, l’intelligenza artificiale partorita da xAi, per tirare la volata almeno negli Usa all’abbonamento premium (che in Italia costa circa 200 euro all’anno o poco meno di 20 euro al mese) di X, ovvero il vecchio Twitter, che Elon Musk ha acquistato in perdita e sta provando in tutti i modi a risanare.

grok

Ma col passare del tempo, la startup che Elon Musk ha aperto con diversi ex di DeepMind, OpenAI, Google Research, Microsoft Research col solo scopo di rivaleggiare con OpenAi (che il patron di Tesla finanziò alle origini della software house, salvo dichiararle guerra dopo esserne uscito senza evidentemente intuirne le potenzialità ravvisate invece da Microsoft, che vi ha investito 11 miliardi di dollari) sta via via diventando sempre più centrale nei piani del miliardario sudafricano.

MUSK IL FILANTROPO?

Ecco perché lo stesso Musk, evidentemente nel tentativo di rendere particolarmente virale la sua intelligenza artificiale, ha annunciato che questa settimana il chatbot Grok diventerà open source. Non sappiamo bene cosa intenda, perché al suo solito la comunicazione in merito è stata stringata, ma se dovesse realmente mantenere la promessa significherebbe aprire il codice – ovvero il cuore dell’algoritmo – a tutti, affinché venga liberamente elaborato e sfruttato da tutti.

 

Sarebbe, per capirci, come se una Big Pharma rivelasse la ricetta del proprio farmaco di punta. All’apparenza, insomma, un gesto molto altruistico che riduce enormemente le possibilità di lucro. Del resto sempre Musk, presentando la sua AI aveva detto che ne avrebbe tratto beneficio l’intera “umanità, che non avrebbe più dovuto lavorare”. Poi, certo, parlando delle AI avversarie sempre Musk ha detto anche che comportano “profondi rischi per la società e l’umanità“.

CHE PIANI HA MUSK PER GROK?

È evidente, però, che Musk ritiene persa almeno per ora la sfida di competere ad armi pari con l’intelligenza artificiale di Microsoft e quindi miri a ottenere quanti più dati possibili facendo circolare la sua grazie allo stratagemma dell’open source. Cosa voglia farne in seguito, però, è un mistero.

Di certo non potrà più concedere in licenza l’algoritmo, una volta pubblico, a pagamento. Potrà però sfruttarlo all’interno di altri suoi software, per esempio sul computer di bordo delle Tesla o sul già citato X che, nei piani di Musk, dovrebbe via via diventare una super app sulla falsariga della cinese WeChat, dalle più disparate funzioni.

 

Nel frattempo Musk sfrutta l’annuncio a fini pubblicitari. Il patron di Tesla e SpaceX non ha infatti mancato di rispondere a un utente che su X ha scritto “OpenAI dovrebbe fare lo stesso (rendere open source il codice di ChatGPT, ndr). Se fossero “aperti” come dicono: “OpenAI è una menzogna”, la ferale risposta di Musk.

L’ULTIMA SFERZATA DEL PATRON DI TESLA A OPENAI

Nei giorni scorsi aveva sferzato la software house finanziata da Microsoft con queste parole: “Cambiate nome in ClosedAI (intelligenza artificiale chiusa, ndr) e io annullerò la causa”. E può essere che proprio quel tweet abbia spinto il miliardario ad aprire Grok a tutti. Che ci sia per una sfida in corso con OpenAi o per racimolare quanti più dati possibili, occorre tenere a mente comunque un fatto: Elon Musk non è certo diventato il secondo uomo più ricco del mondo facendo filantropia.

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