skip to Main Content

Ia Lavoro

Intelligenza artificiale: Google lavora ad un Computer che pensa e scrive in autonomia

Con il progetto Magenta, Google vuole rendere creativa l’intelligenza artificiale: un computer potrà pensare e scrivere un romanzo autonomamente Google a lavoro su nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, quelle creative. Big G. pretende che la tecnologia sia anche creativa. Ed è per questo che ha avviato il progetto Magenta: obiettivo è quello di dare vita ad…

Con il progetto Magenta, Google vuole rendere creativa l’intelligenza artificiale: un computer potrà pensare e scrivere un romanzo autonomamente

Google a lavoro su nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, quelle creative. Big G. pretende che la tecnologia sia anche creativa. Ed è per questo che ha avviato il progetto Magenta: obiettivo è quello di dare vita ad un computer che pensi da solo e scriva musica, che dipinga un quadro o che scriva un romanzo in completa autonomia.

Ad oggi abbiamo scoperto che grazie alla combinazione di un algoritmo di apprendimento automatico e di un computer con i dipinti di Rembrandt è possibile recuperare lo stile del defunto artista. Ma fino a dove può spingersi un computer?

Per scoprirlo, il primo passo di Magenta sarà raccogliere tantissima musica in formato MIDI per “insegnare” a TensorFlow, il principale algoritmo di apprendimento automatico utilizzato da Google, cosa sia la musica. Solo tramite una conoscenza approfondita, il computer, in futuro potrà creare la propria musica e scrivere autonomamente i brani. I tempi perchè tutto questo avvenga, però, sono davvero lunghi, almeno a detta di ouglas Eck, ricercatore presso Google Brain.

Intelligenza artificiale, la nuova ossessione della Silicon Valley

E’ l’intelligenza artificiale la nuova ossessione dei big della Silicon Valley. Dalle auto che guidano da sole airobot umanoidi che capiscono e realizzano ogni nostro desiderio: sono sempre più le aziende che scelgono di investire in questa nuova tecnologia. Secondo i calcoli della rivista Nature, nel 2015 si è speso 8,5 miliardi di dollari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, il quadruplo rispetto al 2010. Ma a dirla tutta, solo Google con il suo progetto Deep Mind arruola oltre 140 ricercatori.

Facebook anche è a lavoro in questo senso e per i suoi progetti potrà avvalersi di un enorme quantità di dati che noi stessi le offriamo, volontariamente, ogni giorno.

C’è chi, invece, sembra restare indietro. Parliamo di Apple, che rischia, in un momento così delicato con le vendite di iphone in calo per la prima volta, di essere oscurata dalle creazioni di altri Big, tra cui Amazon. Non manca tanto: i chatbot di Facebook e gli assistenti personali di Google e Amazon faciliteranno la vita di tutti. Ed Apple rischia di essere tagliata fuori da questo mercato.

Back To Top