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Intelligenza Artificiale

Il boom dell’Ia generativa sta facendo la fortuna di Nvidia, Broadcom e non solo

L'ecosistema di aziende che ruotano attorno all'Ia generativa sta letteralmente esplodendo: Nvidia, Broadcom e Tsmc sono solo alcune delle società che stanno realizzando enormi profitti.

Il boom dell’IA e in particolare di quella generativa sta facendo esplodere il valore dell’intero ecosistema tecnologico coinvolto nell’attivazione di applicazioni sempre più popolari come ChatGPT. Questo ecosistema, che va dai produttori di chip al software fino alle attrezzature di rete, è stato recentemente fotografato da un articolo dell’Economist, che fa i nomi ed elenca i colossali profitti dei suoi protagonisti come Nvidia, società che ha appena sfiorato una capitalizzazione di quasi un trilione di dollari.

La corsa all’oro dell’IA

Quella che l’Economist definisce la “corsa all’oro” dell’IA innescata dall’avvento di sistemi generativi come ChatGPT promette ricchi profitti per le aziende che ne producono la tecnologia necessaria.

Il caso più eclatante naturalmente è quello di Nvidia, compagnia che realizza i semiconduttori per i server IA. Lo scorso 24 maggio Nvidia ha battuto le previsioni degli analisti sui ricavi del primo trimestre 2023, registrando entrate pari a 11 miliardi di dollari. Il giorno dopo la sua quotazione di borsa si impennava del 30% e il valore complessivo di mercato della società si è avvicinato al trilione di dollari.

A Wall Street è appena stato introdotto un indice del valore delle trenta compagnie protagoniste di questa rivoluzione: dal lancio di ChatGPT lo scorso novembre questo indice ha registrato un balzo all’insù del 40%, da raffrontare al 13% del più famoso Nasdaq dei titoli tecnologici.

Boom per produttori e designer di chip

A beneficiare della manna dell’IA sono in primo luogo produttori e designer di chip come AMD e TSMC, così come i produttori dell’infrastruttura di calcolo necessaria a sostenere i processi computazionali dell’IA.

Dietro il successo di questo settore c’è la continua crescita delle capacità di calcolo degli ultimi sistemi di IA inclusi quelli generativi. L’ultima versione di ChatGPT, GPT-4, analizza i dati usando circa un trilione di parametri, cinque volte più del suo predecessore.

Come spiega all’Economist Amin Vahdat, capo dell’infrastruttura IA presso Google Cloud Platform, le dimensioni degli apparati per IA sono cresciute di dieci volte negli ultimi sei anni.

I più ovvi vincitori di questa corsa sono i chipmakers, i cui prodotti sono stati interessati da un’impennata della domanda. Quest’ultima a sua volta si riverbera sui profitti dei designers dei chip. La banca Ubs stima che entro i prossimi due anni il valore della nuova domanda per chip specializzati crescerà di almeno 10-15 miliardi di dollari.

In una sorta di circolo virtuoso l’entrata in scena di chip più potenti beneficia i relativi produttori come TSMC, il cui valore azionario è salito del 10% dopo la diffusione della notizia degli ultraprofitti realizzati da Nvidia.

Aumento vorticoso dei kit di rete…

Di questo giro vorticoso di ricchezze e profitti beneficino anche i produttori degli apparecchi di rete come i routers e gli switches. Secondo la stima di 650 Group, una società di ricerca, il mercato per questi kit crescerà annualmente del 40% nei prossimi anni, raggiungendo nel 2027 un valore di nove miliardi di dollari.

Ad avvantaggiarsene sono non solo società come Nvidia, che in questo settore ha una quota di mercato pari al 78%, ma anche concorrenti come la californiana Arista Networks, il cui valore in borsa è salito l’anno scorso del 70%.

Un altro produttore come Broadcom ha visto le sue vendite annuali di chip specializzati quadruplicare nel 2023, raggiungendo gli 800 milioni di dollari.

… e dei server

Il boom dell’IA fa spirare un ottimo vento anche sulle compagnie che assemblano i server. Secondo la stima della società di analisi di mercato Dell’Oro Group, i vari centri di calcolo del mondo incrementeranno la quota di server specializzati per l’IA dall’attuale 10% al 20% entro i prossimi cinque anni.

Anche i produttori di server come le taiwanesi Wistron e Inventec, che alimentano gli enormi cloud di Amazon e Microsoft, stanno registrando ottime performance di mercato. Un’altra società taiwanese come Wiwynn ha recentemente reso noto che le proprie vendite nel settore IA rappresentano più della metà degli ordini ricevuti.

Il ruolo del software

Tutto questo hardware ha naturalmente bisogno di software dedicato per funzionare. Alcuni di questi programmi vengono realizzati dalle stesse società che producono l’hardware: è il caso per esempio della piattaforma Cuda di Nvidia.

Ma il mercato pullula ormai di società che producono software gestionali (ad esempio Datagen, Pinecone, Scale AI) o applicazioni che implementano i modelli linguistici (come HuggingFace e Replicate). Secondo il calcolo di PitchBook, le startup che operano in questo settore sono almeno ottanta e molte di queste possono disporre delle risorse quasi illimitate del venture capital.

Esattamente come per l’hardware, i principali clienti del software per l’IA sono i giganti del cloud. Secondo l’Economist, Amazon, Alphabet e Microsoft destineranno a questo settore risorse pari a 120 miliardi solo nel 2023, molto più dei 78 miliardi investiti nel 2022.

I centri di calcolo

L’ultima categoria di soggetti che gongola per la turboespansione dell’IA sono i proprietari degli spazi che ospitano centri di calcolo.

Società specializzate come Equinox e Digital Realty stanno acquisendo a spron battuto nuove proprietà entrando in competizione con i più grandi asset manager. Due anni fa Blackstone ha acquistato per dieci miliardi di dollari Realty Trust, uno dei più grandi operatori di centri di calcolo in America.

Le startup

Il fermento dell’IA è tale da creare enormi opportunità per nuovi attori. Le startup dell’IA stanno letteralmente proliferando e raccogliendo somme ingenti dagli investitoti interessati.

Una di esse, Lambda, ha raccolto a marzo ben 44 milioni i dollari da investitori come Gradient Ventures, braccio di Google, e dal cofondatore di OpenAI Greg Brockman.

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