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Intelligenza Artificiale

Perché fra Usa e Cina l’Europa deve puntare a una terza via sull’Intelligenza Artificiale. Parla Poccianti

Intervista di Start Magazine a Piero Poccianti, dal 2017 presidente della Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale (AIxIA)

Sull’Intelligenza artificiale “dobbiamo darci da fare. È un mondo che si sta trasformando velocemente e non va visto solo come un vettore pubblicitario. Dobbiamo capire bene le cose che si possono fare e quali sono i limiti su cui la ricerca deve lavorare. E dobbiamo fare cultura, sotto tutti i punti di vista. Come associazione, ad esempio, stiamo lavorando molto con i ragazzi delle scuole che rappresentano un target importante”.

L’esortazione raccolta da Start Magazine arriva da Piero Poccianti, dal 2017 presidente della Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA) l’organismo accademico più autorevole in Italia nel campo dell’AI.

L’associazione scientifica senza fini di lucro fondata nel 1988 con lo scopo di promuovere la ricerca e la diffusione delle tecniche proprie dell’intelligenza artificiale, conta oggi più di 1.000 membri tra ricercatori, professori universitari e società. La sua mission si focalizza nella corretta divulgazione dell’intelligenza artificiale intesa come formazione, ricerca e sviluppo di nuovi paradigmi e tecnologie a favore delle imprese e del Sistema Paese.

DOBBIAMO CAPIRE SE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE È IN GRADO DI AUMENTARE O RIDURRE LE PROBLEMATICHE

L’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale è anche uno dei soggetti chiamati dalla Commissione europea a dare un contributo ulteriore alla stesura del Codice etico europeo per il settore AI, il cui testo definitivo sarà presentato a marzo.

“Il documento europeo è ben fatto ma parla di etica senza considerare il contesto in cui stiamo vivendo. Per questo il nostro contributo è forse un po’ fuori dal coro – ha sottolineato Poccianti a Start Magazine -. Secondo noi, infatti, è fondamentale immergersi nel contesto per capire l’impatto complessivo. Viviamo in un sistema economico più o meno unico: anche se possono esserci delle sfumature è un sistema capitalista, basato sul libero mercato e sulla globalizzazione – ha evidenziato il presidente di AIxIA -. Con sé porta una serie di problemi non indifferenti come la sfiducia nella democrazia, le disuguaglianze sociali, l’inquinamento e i cambiamenti climatici. E in questo senso dobbiamo capire se l’intelligenza artificiale è in grado di aumentare o ridurre queste problematiche, coniugando le risposte con le nostre esigenze di vivere e lavorare meglio. Insomma, abbiamo voluto dare un contributo spostando l’attenzione dall’etica dell’intelligenza artificiale come soggetto a sé stante, all’intelligenza artificiale intesa come strumento di cui dobbiamo capire gli effetti all’interno di un contesto socio-economico ben definito”.

L’EUROPA SI DEVE MUOVERE PERCHÉ RISCHIA DI RIMANERE SCHIACCIATA DA USA E CINA

Di recente anche l’Europa si è accorta dell’importanza della ricerca in questo ambito tecnologico. Cina, Stati Uniti ma anche altri paesi asiatici sono da tempo all’avanguardia e il Vecchio Continente si sta dando da fare per cercare di recuperare terreno. Poche settimane fa è stato lanciato il progetto AI4EU: 79 partner di 21 paesi, tra cui l’Italia, avranno il compito di sviluppare una piattaforma di intelligenza artificiale. Ciò grazie a 20 milioni di euro di finanziamenti in tre anni messi a disposizione dalla Ue per creare un polo di attrazione della AI, compresi i repertori di dati, la potenza di calcolo, gli strumenti e gli algoritmi. A capitanare i 79 istituti di ricerca, pmi e grandi imprese, è la francese Thales. “Per capire la differenza in termini di ordini di grandezza basta pensare che il Darpa, il Dipartimento per la Difesa Americano, ha stanziato per l’Intelligenza artificiale 2 miliardi di dollari – ha ammesso Poccianti -. Comunque anche l’Europa si sta muovendo e anche noi come associazione siamo stati coinvolti nell’iniziativa. Il progetto, comunque, ha l’ambizione di creare un’infrastruttura europea, solo che i 20 milioni di euro sono una cifra molto poco significativa. Ma è il segnale che l’Europa si deve muovere perché rischia di rimanere schiacciata da Usa e Cina”.

CI SONO ALTRE INIZIATIVE UE IMPORTANTI IN CORSO

Accanto a questo progetto si stanno creando altre iniziative molto forti, ha aggiunto ancora Poccianti: “Una partita da Francia e Germania chiamata ELLIS con lo scopo di aggregare laboratori di deep neural network e machine learning. L’altra si chiama CLAIRE (Confederation of Laboratories for Artificial Intelligence Research in Europe) e aggrega tutte le iniziative di Intelligenza artificiale e spinge sulla ricerca di base, sulla creazione di una infrastruttura che rispetti il Gdpr, sia a disposizione di ricercatori quanto di pmi e ponga l’attenzione sull’aspetto etico. Le due iniziative si stanno fondendo con l’obiettivo di diventare un’unica iniziativa che vorrebbe ricalcare il successo del Cern nella fisica delle particelle, un modello vincente che vede l’Ue come leader a livello internazionale”.

DOBBIAMO SEGUIRE UN MODELLO EUROPEO: SE CI METTIAMO IN COMPETIZIONE CON USA E CINA NON POSSIAMO CHE PERDERE

Oltre agli Usa infatti c’è la Cina che sta spingendo l’acceleratore sull’AI: “È impressionante sia per le risorse che impiega sia per il modello che sta utilizzando nel rapporto tra Stato e privati: sta creando un ecosistema molto forte di cui si avvantaggiano anche le pmi e forse qualcosa dal punto di vista intellettuale si può pensare di ‘rubare’ – ha chiosato il presidente Poccianti -. Sono convinto però che il modello da seguire debba essere un modello europeo. Tutti ci invidiano la il Gdpr e la nostra attenzione alla privacy e all’etica. Questi devono essere le direzioni su cui dobbiamo spingere perché se intendiamo gareggiare sul terreno della competizione Cina e Usa sono più forti e non possiamo che perdere”.

IN ITALIA CRONICA MANCANZA DI FONDI MA RICERCA DI LIVELLO: L’OBIETTIVO È COLLEGARE IL MONDO DELL’INDUSTRIA CON QUELLO DELLA RICERCA

Per quanto riguarda l’Italia, infine, il problema, osserva il presidente di AIxIA, è sempre lo stesso: la cronica mancanza di fondi. “Ma se andiamo a vedere il numero di articoli di ricerca e quanto siamo citati, possiamo dire di essere ai primi posto del mondo, qualcuno dice terzi. Abbiamo una ricerca molto forte e riconosciuta. Il problema è che le aziende stanno investendo poco, cominciano a crederci adesso ma c’è poco collegamento tra industria ricerca. Per questo stiamo organizzando un evento che si terrà a Milano il prossimo 12 aprile l”AI Forum’ la cui idea è quella di stimolare il collegamento tra i due mondi. Questo aspetto a mio giudizio viene prima della ricerca di investimenti: dobbiamo cioè prima creare una rete a livello italiano e poi europeo. Anche perché la ricerca è internazionale, senza frontiere e abbiamo bisogno di innestare questa cultura di collaborazione tra i due mondi che naturalmente non è per sua stessa natura evidente nel mondo dell’industria. E ciò anche per consentire alle pmi di collaborare, replicando il successo del modello dei distretti industriali. Infine ci sono molte startup anche di grosso ingegno ma che hanno a disposizione pochi fondi e vengono fagocitate costantemente da aziende Usa. Mi aspetto che anche la Cina a breve cominci a investire massicciamente. Il rischio è però di perdere risorse importanti”, ha concluso Poccianti.

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