skip to Main Content

Chip

Con intelligenza artificiale crescono ricavi e occupazione

Per l’economia mondiale, l’intelligenza artificiale porterà una crescita dei profitti pari a 4,8 trilioni di dollari   Intelligenza artificiale (IA) leva per la crescita. Dell’Italia e non solo. Questa tecnologia, se così vogliamo chiamarla, potrà incrementare i ricavi delle imprese del 38% e far crescere l’occupazione del 10%. Percentuali che si tradurrebbero, per l’economia mondiale,…

Per l’economia mondiale, l’intelligenza artificiale porterà una crescita dei profitti pari a 4,8 trilioni di dollari

 

Intelligenza artificiale (IA) leva per la crescita. Dell’Italia e non solo. Questa tecnologia, se così vogliamo chiamarla, potrà incrementare i ricavi delle imprese del 38% e far crescere l’occupazione del 10%. Percentuali che si tradurrebbero, per l’economia mondiale, in una crescita dei profitti pari a 4,8 trilioni di dollari. Questo, almeno, è quanto sostiene Accenture, che in uno studio presentato a Davos in occasione del World Economic Forum, ha analizzato l’impatto dell’Intelligenza Artificiale (IA) sul business aziendale e sull’occupazione. Tutto si basa su interviste a top manager e lavoratori di aziende di 11 paesi nel mondo, tra cui l’Italia.

La crescita dei ricavi e delle opportunità di lavoro delle imprese è dunque subordinata ad un aggiornamento (serio e veloce) dei modelli di business e, ovviamente, alla formazione dei dipendenti all’uso delle tecnologie intelligenti.

intelligenza artificialeAd essere convinti delle grandi opportunità che potrebbero derivare da una maggiore diffusione dell’intelligenza artificiale, secondo lo studio, sono sia il management sia i collaboratori. Ben il 72% dei 1.200 top manager intervistati crede che la tecnologia intelligente sarà strategica per ottenere un vantaggio competitivo sul mercato, mentre il 61% dei manager è convinto che entro tre anni crescerà il numero delle figure professionali che utilizzeranno quotidianamente l’Intelligenza Artificiale. Il 63% dei dirigenti ritiene, infatti, che la propria azienda potrebbe creare nuovi posti di lavoro grazie alle nuove tecnologie. E ancora: il 62% degli intervistati è convinto che l’IA avrà un impatto positivo sul proprio lavoro.

Importanti saranno competenze e formazione, così come suggerito dal 69% dei 14mila lavoratori intervistati. L’apertura verso questa tecnologia, però, è solo nei fatti, bisogna ammetterlo. C’è un grande divario, ancora, tra le risposte e le iniziative concrete avviate dai manager per favorire la loro riqualificazione. E questo, ovviamente, non è un buon segnale. Traducendo in percentuali quando detto: mentre il 54% dei dirigenti aziendali considera la collaborazione uomo-macchina cruciale per il business, solo il 3% ha intenzione di investire sulla formazione dei propri collaboratori, entro i prossimi tre anni.

“Per crescere nell’era dell’Intelligenza Artificile, le aziende devono investire di più in formazione, devono preparare i dipendenti a un nuovo modo di lavorare in cooperazione con le macchine”, ha commentato Marco Morchio, ‎Accenture Strategy Lead per Italia, Europa Centrale e Grecia.

Quale la ricetta per essere vincenti? Accenture suggerisce alle aziende di rimodulare il lavoro partendo dai lavoratori, partendo dai compiti, anziché dai ruoli, e assegnare i task di volta in volta a macchine e persone. Bisognerà anche bilanciare la necessità di automatizzare il lavoro con quella di valorizzare le capacità delle persone.

Che l’avvento dell’intelligenza artificiale e dell’automazione porti nuove opportunità di lavoro non è cosa del tutto nuova.

Come prevede la società di ricerca Gartner, se è vero infatti che al 2020, l’innovazione che avanza farà perdere 1,8 milioni di posti di lavoro a livello globale, è anche vero che proprio l’intelligenza artificiale ne creerà 2,3 milioni.Ci sarà un saldo positivo di 500 mila impieghi.

intelligenza-artificialeDunque, qualche posto di lavoro andrà perso, ma una corretta formazione porterà il lavoratore ad essere nuovamente occupato. Secondo Gartner, il numero di posti che si perderanno a causa dell’intelligenza artificiale varia in base al settore. La produzione sarà l’area colpita più duramente, mentre l’assistenza sanitaria, il settore pubblico e l’istruzione vedranno una domanda di lavoro in continua crescita.

A partire dal 2020, evidenziano gli analisti, la creazione di occupazione legata all’intelligenza artificiale entrerà in territorio positivo, e nel 2025 si conteranno 2 milioni di posti in più.

“Ricordiamo che in passato già diverse innovazioni significative sono state associate con un periodo di transizione in cui si è verificata una perdita di lavoro, seguito da una ripresa e dalla trasformazione del business. L’intelligenza artificiale seguirà lo stesso percorso”, spiega la ricercatrice Svetlana Sicular.

Back To Top