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Misteriosi gli indicatori di Speranza per il monitoraggio Covid. Report

Nessuno dei 12 indicatori di processo (6 relativi alla capacità di monitoraggio, 6 a quella di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti) è pubblicamente disponibile per cittadini e ricercatori. E dei 9 indicatori di esito ne vengono pubblicati solo 3. Report della fondazione Gimbe

 

I casi di Coronavirus sono tornati ad aumentare nell’ultima settimana, ma un vero monitoraggio dell’epidemia nel nostro Paese non è del tutto possibile. Ecco come e perché secondo la Fondazione Gimbe, che chiede al ministero della Salute guidato da Roberto Speranza di rendere pubblici tutti gli indicatori del monitoraggio. Andiamo per gradi.

MINISTERO SALUTE: PUBBLICI SOLO 3 INDICATORI DI MONITIRAGGIO

Partiamo proprio dagli indicatori. Secondo la fondazione Gimbe, solo 3 dei 21 indicatori previsti dal sistema di monitoraggio nazionale vengono resi pubblici dalle fonti ufficiali: il numero di casi riportati alla Protezione Civile negli ultimi 14 giorni, l’Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata dell’Istituto Superiore di Sanità e il numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.

In pratica, nessuno dei 12 indicatori di processo (6 relativi alla capacità di monitoraggio, 6 a quella di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti) è pubblicamente disponibile per cittadini e ricercatori, rimarca la fondazione presieduta da Nino Cartabellotta.

E dei 9 indicatori di esito ne vengono pubblicati solo 3.

MONITORAGGIO EPIDEMIA IMPOSSIBILE

“I dati forniti dalla Protezione Civile documentano un lieve incremento dei casi nell’ultima settimana rispetto alla precedente, ma non permettono alcun monitoraggio accurato in questa fase dell’epidemia. Considerato che le fonti ufficiali riportano solo 3 dei 21 indicatori previsti dal sistema di monitoraggio nazionale, la Fondazione Gimbe invita le Regioni a trasmettere tutti i dati richiesti e chiede al Ministero della Salute di renderli pubblici, sia in formato open per i ricercatori, sia in un formato di facile comprensione per i cittadini”, sottolinea Cartabellotta.

AUMENTANO CASI

Eppure non è il momento di rallentare sul monitoraggio dell’epidemia. I casidi contagio, infatti, sembrano tornare a salire. I casi totali aumentano di +2.065 (+0,9%) e i decessi di + 334 (+1,0%).

Trend in diminuzione per i ricoverati con sintomi (-1.207, -27,9%) e per chi è in terapia intensiva (-86, -34,5%)

QUALI REGIONI RIPORTANO CASI IN AUMENTO?

Negli ultimi 7 giorni si registra un incremento di 2.294 nuovi casi, rispetto ai 1.927 della settimana precedente.

In particolare, sono 11 le regioni d’Italia che hanno registrato un incremento dei casi nell’ultima settimana: Lombardia (383); Piemonte (33), Toscana (18), Emilia Romagna (13), Prov. Aut. di Trento (4), Friuli Venezia Giulia (3), Calabria (2), Prov. Aut. di Bolzano (1), Abruzzo (1), Sardegna (1), Veneto (1).

Bene, invece, le altre Regioni che fanno registrare complessivamente 94 nuovi casi in meno rispetto alla settimana precedenti.

NUMERO TAMPONI IN DIMINUZIONE

Continua a diminuire, invece, il numero di tamponi effettuati in gran arte delle regioni d’Italia. I tamponi per diagnosticare nuovi casi, secondo i dati della fondazione Gimbe, sono aumentati solo in Emilia Romagna (+7.819), Lombardia (+1.821), Lazio (+1.389), Campania (+1.087), Prov. Aut. di Trento (+834) e Valle D’Aosta (+76).

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