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Big Tech

Perché il coronavirus non contagia Google, Amazon, Apple e Facebook

Ecco le aziende tech che saranno premiate e quali saranno punite con i nuovi stili di vita frutto della pandemia. L'approfondimento di Axios

 

La crisi del coronavirus ha resettato l’intero habitat dell’industria tecnologica con la velocità e la forza di un meteorite che ha colpito il pianeta.

RIMODELLATA L’INDUSTRIA TECH NEL GIRO DI POCHE SETTIMANE

Proprio come gli strumenti e i servizi dell’industria hanno plasmato la nostra esperienza di questo momento disastroso, la pandemia ha rimodellato l’industria stessa nel giro di poche settimane, ha evidenziato Axios. Per capirlo basta guardare alla Silicon Valley che ora ha una “nuova catena alimentare” in cui “i giganteschi predatori di Big Tech rafforzano il loro predominio affrontando nuove minacce”.

GOOGLE, AMAZON, APPLE E FACEBOOK HANNO TRATTO BENEFICIO DAL CORONAVIRUS

“Google, Amazon, Apple e Facebook hanno consistenti forzieri di guerra, grande mole di dati ed eserciti di ingegneri – ha spiegato Axios -. E avevano tutto questo prima dell’assalto del Covid-19, ma ora hanno un’altra risorsa preziosa. Nel giro di una notte, il pubblico americano ha cominciato a guardare e a usare i loro servizi come se fossero elementi vitali piuttosto che lussi”. Un elemento da non sottovalutare, sottolinea ancora Axios, perché “può seriamente offuscare l’entusiasmo di regolatori e legislatori nel cercare di far crollare queste società. Ed aumenta le probabilità che il governo favorisca il loro trattamento come servizi di pubblica utilità”.

CAOS E CARNEFICINA

Nei ranghi intermedi dell’industria potrebbe regnare, invece, il caos. Il destino delle aziende dipenderà in gran parte da quanto i loro modelli di business sono esposti ai rischi dell’era dei virus. “Quelli legati alle interazioni con il mondo reale, agli eventi in diretta e ai contatti personali avranno difficoltà. Vedi: Airbnb, Uber e tutto ciò che ha a che fare con i viaggi e l’intrattenimento – ha evidenziato Axios -. Quelli che permettono di sostituire online le interazioni di persona prospereranno. Vedi: Zoom, fornitori di cibo e alcuni fornitori di giochi e streaming outfits”.

“Le infrastrutture di gioco backend prospereranno se la loro tecnologia sarà abbastanza unica e utile. Le aziende che sono già state rese pubbliche si troveranno ad affrontare un giudizio brutale da parte di un nuovo mercato. Quelle che hanno perso la vetrina dell’IPO correranno per diventare cashflow-positive. Le operazioni di successo troveranno un lieto fine nelle acquisizioni, mentre i perdenti e coloro che non sono stati capaci di adattarsi appassiranno o saranno comprati”.

IL SOTTOBOSCO DELLE STARTUP TECNOLOGICHE DIVENTERÀ MENO AFFOLLATO E PIÙ VARIO

“Il sottobosco brulicante di piccole startup tecnologiche diventerà meno affollato e più vario. Ci sono le piccole aziende che hanno fatto un business plan ai tempi del pre-coronavirus li hanno stracciati. Quelle che possono fare perno su qualche nuovo piano che abbia un senso nel nuovo mondo. E quelle che non ci riescono e si spegneranno – ha chiosato Axios -. Gli investitori che hanno sperimentato le precedenti flessioni utilizzeranno questo tempo per scommettere a lungo termine sulle nuove tecnologie mentre i nuovi arrivati più agili sfrutteranno le nicchie di mercato appena svelate, attingendo a una vasta popolazione di nuovi talenti disponibili e sorseggiando dal surplus di liquidità che è alla ricerca di rendimenti più elevati”.

Di sicuro a guadagnare in tutta questa situazione saranno le Big Tech, come anticipato: “La scala, la portata e la potenza dei giganti della tecnologia appare meno come un pericolo e più come un bene pubblico in questo momento cruciale – ha concluso Axios -. Amazon è diventata un’ancora di salvezza per molte famiglie e individui. I dispositivi di Apple e Google e i social network di Facebook ci tengono in contatto quando non possiamo vederci di persona. L’intrattenimento di Netflix, YouTube di Google, Amazon e altri lettori di streaming ci impedisce di impazzire. Tutto questo darà a queste aziende una mano più libera per perseguire nuovi mercati, acquistare potenziali concorrenti e respingere le ingerenze delle autorità di regolamentazione rispetto a prima”.

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