Anche se i visori di Meta sono stati un mezzo flop, la Big Tech di Menlo Park continuerà a produrre device indossabili ancora a lungo. È questo nella sostanza il messaggio che Mark Zuckerberg intende recapitare a utenza e investitori dall’evento Meta Connect 2024. E probabilmente non poteva essere altrimenti dato che proprio i dispositivi da calcare su naso e orecchie come appunto i visori (ma anche gli occhiali cui Meta è sempre più interessata) continuano a costituire la porta di ingresso di quel metaverso mezzo spopolato nel quale, è noto, l’azienda statunitense persevera.
IL VISORE SUPER ECONOMICO PER USCIRE DAL PANTANO
Meta finora si è detta soddisfatta delle vendite del suo visore – sebbene molti analisti sostengano sia stato un flop – ma intanto ha deciso di affiancargli una versione budget, a basso costo: il Meta Quest 3s. Contestualmente, la società ha ridotto il prezzo del Quest 3 da 512 GB a 549 euro.
Il nuovo dispositivo pur portando in dote il medesimo Qualcomm Snapdragon XR2 con 8 GB di RAM dell’originale è offerto a un prezzo obiettivamente concorrenziale: 329 euro (modello da 128 GB) o 439 euro (modello da 256 GB). I preordini sono disponibili già da oggi, e le consegne partiranno a metà ottobre.
DIFFERENZE TRA QUEST 3S E QUEST 3
Meta ha risparmiato naturalmente sull’impianto hi-tech e questo si riverbera sulla risoluzione del display più bassa (da 2064 x 2208 pixel @ 120 Hz si scende a 1832 x 1920) e su un taglio inferiore della batteria – 4.324 mAh contro 5.060 – anche se col calo delle prestazioni la longevità del prodotto lontano dalle prese dovrebbe essere la medesima.
GLI ORION, I NUOVI OCCHIALI META
Ma il punto forte dello show sono stati gli Orion, ovvero i primi occhiali olografici realizzati da Meta in grado di portare tanta tecnologia in un device indossabile sicuramente più pratico – ed elegante – di un visore.
Le lenti sono realizzate in SiC (Carburo di silicio), materiale preferito alla plastica e al vetro non solo per questioni di leggerezza e robustezza ma soprattutto per l’elevato indice di rifrazione, il che rende maggiormente visibile l’immagine proiettata dai proiettori a micro LED integrati nella montatura.
IL PICCOLO PROBLEMA DEGLI ORION
Chi ha testato gli occhiali olografici di Meta ne è rimasto impressionato. C’è solo un piccolo problema: non arriveranno mai nei negozi. Mark Zuckerberg ci ha provato fino all’ultimo, ma le unità costano 10mila dollari cadauna e la produzione delle lenti in SiC sembra una fonte inesauribile di problemi.
Meta ne ha comunque costruiti circa 1.000 esemplari che userà come dev kit, per lo più interni. E allora perché mostrarli al grande pubblico? Con ogni probabilità per dimostrare che la Big Tech Usa è sempre più interessata a presidiare un comparto merceologico in cui ha già messo piede grazie a EssilorLuxottica con una partnership che è ben lontana dall’essere arrivata a scadenza, anzi.
Insomma, l’evento andato online sui social del Gruppo era aperto a tutti, ma Zuckerberg ha parlato soprattutto agli investitori, facendo vedere cos’è riuscita a far Meta coi prototipi degli occhiali olografici e lasciando loro immaginare cosa sarà in grado di fare nell’immediato futuro: “Vogliamo renderli ancora un po’ più piccoli, un po’ più luminosi, un po’ più definiti e molto più economici prima di lanciarli sul mercato. Ma il bersaglio comincia ad avvistarsi all’orizzonte”, ha dichiarato il Ceo nonché founder di Facebook. Staremo a vedere.