Goodbye Google. Il 13 agosto è scaduta la speciale licenza che Washington ha concesso a Big G. per operare con la cinese Huawei dopo il ban voluto da Trump nel 2019.
Ecco tutte le ripercussioni per la cinese e i consumatori.
DI 90 GIORNI IN 90 GIORNI
Dopo che Huawei è stata inserita dal Dipartimento del Commercio a Stelle e strisce nella lista nera, il governo americano ha concesso ad alcune società la possibilità di continuare a collaborare con il colosso di Shenzen, in misura limitata, tramite speciali licenze che sono state rinnovate ogni 90 giorni.
LICENZA NON RINNOVATA
L’ultima licenza ha ricevuto l’estensione di 90 giorni lo scorso 15 maggio. Scadenza: il 13 agosto. Questa volta, però, non è arrivata alcuna proroga alla possibilità di collaborazione, seppur con limitazioni, tra le due aziende, come confermato dalle stesse società al Washington Post.
GOOGLE NON AUTORIZZATO A COLLABORARE
Nello specifico, il mancato rinnovo si traduce nel fatto che Google non è più autorizzato a lavorare con Huawei su prodotti rilasciati prima dell’entrata in vigore delle restrizioni commerciali a maggio 2019.
AGGIORNAMENTI A RISCHIO
Big G., almeno su carta, non potrà più rilasciare gli aggiornamenti software per i dispositivi Huawei che sino ad ora sono stati supportati direttamente dall’azienda, né potrà intervenire e operare sugli apparati di telecomunicazioni basati su componenti Huawei che sono presenti nel territorio nord americano.
GLI SMARTPHONE COINVOLTI
A rischio di mancati aggiornamenti sono tutti gli smartphone Huawei ed Honor che dispongono di Google Mobile Services (GMS), tra cui anche Huawei P30. I dispositivi commercializzati dalla cinese dopo l’entrata in vigore del ban, invece, non dovrebbero presentare problemi, dal momento che utilizzano una versione open source di Android e ricevono gli aggiornamenti direttamente da Huawei, non da Google (tramite Huawei AppGallery).
LE APP A RISCHIO
Con il mancato rinnovo della licenza, poi, Google non potrà aggiornare sui dispositivi Android di Huaweu le sue app, quali Chrome, Google Maps, YouTube, Google Pay e quelle relative ai servizi di pagamento, poiché i dispositivi cinesi verrebbero ritenuti poco affidabili.
Un portavoce dell’azienda di Shenzen ha dichiarato al Washington Post che la società cinese sta “monitorando la situazione e valutando il potenziale impatto”.
LA VIA ALTERNATIVA
Nel frattempo, non è certo un mistero che Huawei è a lavoro per cercare una via alternativa, home made, a Google. La cinese ha progettato e testato un suo sistema operativo che presto potrebbe prendere piede in tutto il mondo.
La cinese cambia quindi il suo modello di business e se fino ad oggi era la concorrente di Samsung, con il lancio ufficiale del suo sistema operativo diventerà la concorrente diretta di Apple. Solo la Mela morsicata, infatti, è sbarcata sul mercato abbinando offerta hardware a offerta software.