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Colpa anche di Google se gli Usa perdono la corsa all’intelligenza artificiale contro la Cina?

La Cina ha vinto la battaglia dell'intelligenza artificiale con gli Stati Uniti e si sta dirigendo verso il dominio globale grazie ai suoi progressi tecnologici, ha detto al Financial Times l'ex capo del software del Pentagono

Gli Stati Uniti hanno già perso la corsa all’intelligenza artificiale contro la Cina.

Il paese del Dragone, la seconda economia più grande del mondo, probabilmente dominerà molte delle principali tecnologie emergenti, in particolare l’intelligenza artificiale, entro un decennio circa.

È quanto ha sostenuto in un’intervista al Financial Times, Nicolas Chaillan, il primo chief software officer del Pentagono. Lo scorso settembre Chaillan si è dimesso dal suo incarico per protestare contro il lento ritmo della trasformazione tecnologica nell’esercito degli Stati Uniti.

Secondo Chaillan, che ha trascorso tre anni in uno sforzo a livello del Pentagono per aumentare la sicurezza informatica e come primo chief software officer per l’aeronautica americana, Pechino si sta dirigendo verso il dominio globale grazie ai suoi progressi nell’intelligenza artificiale, nell’apprendimento automatico e nelle capacità informatiche.

Queste tecnologie emergenti — ha sottolineato l’ex capo software del Pentagono — sono molto più critiche per il futuro dell’America rispetto all’hardware come i cacciabombardieri di quinta generazione ad alto budget come l’F-35.

Tutti i dettagli.

LA CINA HA GIÀ VINTO LA CORSA ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

“Non abbiamo alcuna possibilità di combattere contro la Cina tra 15 e 20 anni. In questo momento, è già un affare fatto; secondo me è già finito”, ha evidenziato Chaillan al Ft. “Se ci vuole una guerra o no è una specie di aneddoto”.

La Cina era destinata a dominare il futuro del mondo, controllando tutto, dalle narrazioni dei media alla geopolitica, ha ribadito l’ex capo software del Pentagono.

COLPA ANCHE DI GOOGLE

Per Chaillan se gli Stati Uniti sono indietro rispetto al rivale cinese è colpa dell’innovazione lenta, ma non solo.

Secondo l’ex capo software del Pentagono è a causa anche della riluttanza delle aziende statunitensi come Google a lavorare con lo Stato sull’intelligenza artificiale. Troppo spesso le aziende si lasciano condizionare dagli ampi dibattiti etici sulla tecnologia.

A questo proposito ricordiamo che nel 2018 Google fu costretto ad abbandonare il progetto del Pentagono per sviluppare l’Ai per analizzare i filmati dei droni. Ben 3.100 dipendenti avevano inviato una lettera al ceo Sundar Pichai per criticare la presenza della società nel programma Maven.

LA DIFFERENZA CON LE AZIENDE CINESI

Tutt’altra rapporto intercorre tra aziende e stato in Cina.

Al Financial Times Chaillain ha evidenziato che, a differenza di quelle statunitensi, “le aziende cinesi sono obbligate a lavorare con il loro governo”. Inoltre stanno facendo “investimenti massicci” nell’intelligenza artificiale senza riguardo all’etica.

RISORSE INVESTITE MALE

Eppure, l’ex capo software del Pentagono ha riconosciuto che gli Stati Uniti continuano a spendere tre volte più della Cina per la difesa. Ma secondo Chaillain il denaro extra è irrilevante perché i costi di approvvigionamento degli Stati Uniti sono così alti e spesi nelle aree sbagliate, mentre la burocrazia e l’eccessiva regolamentazione ostacolano il cambiamento tanto necessario al Pentagono.

LO SCENARIO

Come segnala il quotidiano finanziario britannico, questi commenti arrivano dopo che il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha dichiarato a luglio che il suo dipartimento “ha urgente bisogno” di sviluppare un’intelligenza artificiale responsabile come priorità. Austin aveva anche aggiunto un nuovo investimento di 1,5 miliardi di dollari per accelerare l’adozione dell’IA da parte del Pentagono nei prossimi cinque anni.

Tuttavia, il segretario alla Difesa ha sottolineato che il suo dipartimento non avrebbe “percorso scorciatoie in materia di sicurezza, protezione o etica”.

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