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Google con Bard sconfiggerà ChatGpt di Microsoft? Difficile, ecco perché

Come da pronostici, il Google I/O 2023 ha avuto come principale protagonista Bard, ma l'impressione è che ChatGpt resti un avversario difficile da sconfiggere e il colosso di Sundar Pichai sia indietro nel campo dell'IA...

Mai come quest’anno l’evento che Mountain View dedica agli sviluppatori era atteso dal grande pubblico. Il Google I/O di ieri, tenuto allo Shoreline Amphitheatre, poco distante dalla sede del colosso californiano, con la partecipazione di oltre 243mila sviluppatori, di cui l’86% collegati da 191 Paesi del mondo, ha svelato infatti la controffensiva a ChatGpt, l’IA che Microsoft si è accaparrata tempestivamente.

IL PALCO DEL GOOGLE I/O SOLO PER BARD

Com’è noto, tra i molteplici usi immaginabili, la Casa di Redmond ha intanto deciso di sfruttare l’algoritmo intelligente per rianimare il suo Bing e provare a soffiare a Google il ruolo di piazza del Web. Da qui, appunto, un Google I/O atteso da sviluppatori, investitori, ma anche semplici appassionati, nella convinzione ormai assodata che non il metaverso ma le IA rivoluzioneranno per sempre Internet e il modo in cui gli utenti vi si approcciano.

GOOGLE RESTA GOOGLE, MA CAPISCE MEGLIO

Il gigante di Mountain View ha chiarito che Google resterà tale, ma la ricerca verrà ampliata grazie all’abilità di comprensione dell’algoritmo. Nell’esempio fatto durante il Google I/O 2023 al motore di ricerca potenziato da Bard è stata posta una domanda un po’ più ostica del solito, del calibro di questa: “Per una famiglia con bambini di meno di 3 anni e un cane è meglio Bryce Canyon o Arches?”, che sono due noti parchi naturali degli Stati Uniti. E il motore di ricerca, in pochi istanti, dettagliava le risposte.

Più che l’esempio, ovviamente, è interessante notare come l’IA in futuro permetterà di dialogare con Google come se si parlasse a un altro essere umano e avere comunque risposte esaustive frutto di un ragionamento e non solo una pesca a strascico di tutti i risultati più affini, ordinati in base al numero di clic ottenuti dalle fonti.

LE NOVITÀ DI BARD AL GOOGLE I/O

E poi sono state rese note diverse novità che finiranno per potenziare l’IA generativa in sviluppo a Mountain View, che nei fatti esce dalla fase beta. Anzitutto, annunciato l’aggiornamento del modello linguistico con PaLM 2 al fine di garantire maggiori prestazioni e risposte più precise. Bard sarà inoltre in grado di completare le risposte con immagini, e non solo con testo semplice. Immagini che l’IA generativa di Google sarà in grado di leggere: l’utente dunque potrà chiedergli di dettagliarle con didascalie o descrizioni.

bard

Nei prossimi mesi si renderà infine disponibile il supporto ad Adobe Firefly, che consentirà di generare immagini utilizzando l’intelligenza artificiale. Bard potrà poi esportare testi per inviare quanto preparato dall’algoritmo direttamente a Gmail o all’equivalente di Microsoft Word, mentre fra le nuove capacità c’è la possibilità di analizzare stringhe di codice, eseguendo il debug o la descrizione di blocchi di codice in più di 20 lingue. Una novità che impensierirà soprattutto gli sviluppatori, ma che rimanderemo ai successivi approfondimenti sul bilanciamento tra lo sviluppo delle IA e la questione occupazionale.

CHATGPT IN FUGA VERSO IL TRAGUARDO?

Abbiamo parlato del supporto di Adobe Firefly. Google ha sottolineato che, al pari di Chrome, anche la sua IA generativa godrà del supporto di terze parti (insomma, i tool) e potrà presto collegarsi anche alle app di Google o ai servizi presenti sul web. Niente però che ChatGPT (che s’è scoperto costare a OpenAI 700 mila dollari al giorno) già non faccia. Per quanto insomma Bard stia crescendo parecchio, la sensazione è che continui solo a inseguire l’AI di OpenAi, senza riuscire a dettare la linea.

Ne è una prova il fatto che Bard diventa accessibile in oltre 180 Paesi del mondo, ma di fatto solo in lingue inglese, anche se da Mountain View sottolineano che sia comunque già utilizzabile in giapponese e coreano e “presto saremo in grado di supportare le 40 lingue più diffuse al mondo”. Troppo poco, considerata la diffusione capillare di ChatGpt.

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