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F 35 Regno Unito

Gli Usa assegnano a Bae Systems fondi per i chip degli F-35

L’amministrazione Biden stanzierà 35 milioni di dollari per la britannica Bae Systems per aumentare la produzione in una fabbrica del New Hampshire che produce chip per aerei militari come l'F-35

L’amministrazione Biden sceglie il fornitore militare per la prima sovvenzione del CHIPS Act.

Il dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha annunciato oggi che intende stanziare 35 milioni di dollari al colosso del settore aerospaziale BaE Systems per quadruplicare la produzione di microchip per i cacciabombardieri, compresi i jet F-15 e F-35, e i satelliti commerciali presso lo stabilimento della compagnia in New Hampshire.

L’annuncio è il primo relativo al programma di sussidi CHIPS and Science Act, approvato dal Congresso federale ad agosto dello scorso anno con una dotazione complessiva di 52,7 miliardi di dollari, per aumentare la produzione di chip negli Stati Uniti tra le preoccupazioni sulla dipendenza dall’Asia.

D’altronde il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha affermato che i chip sono fondamentali per gli F-15 e gli F-35. Il Pentagono prevede di spendere 1,7 trilioni di dollari nel programma F-35, incluso l’acquisto di 2.500 aerei nei prossimi decenni, ricorda Reuters.

Eppure il finanziamento stavolta ricadrà su un fornitore britannico, non americano. Il presidente Joe Biden ha precisato in una nota che “nel prossimo anno, il Dipartimento del Commercio assegnerà altri miliardi per produrre più semiconduttori in America” e promuovere la ricerca e lo sviluppo.

Tutti i dettagli.

GLI USA SCELGONO UN APPALTATORE MILITARE PER I CHIP DEGLI F-15 E F-35

Il dipartimento ha dichiarato di aver firmato un memorandum preliminare non vincolante per fornire 35 milioni di dollari a Bae Systems Electronic Systems, un’unità di BAE Systems, per sostenere la modernizzazione del Nashua, New Hampshire Microelectronics Center della società.

Il progetto del New Hampshire ridurrà della metà il prezzo dei futuri chip, più che compensando il costo di 35 milioni di dollari, ha rivelato un funzionario dell’amministrazione a Reuters.

E INTEL, MICRON E NON SOLO?

Ma i produttori di chip americani?

Il ministro del Commercio Gina Raimondo ha affermato che il finanziamento a Bae “è il primo di molti annunci. Ci aspettiamo che il ritmo di questi annunci acceleri nella prima metà del prossimo anno”.

Aziende come Intel, Micron, GlobalFoundries sono tra quelle che cercano finanziamenti significativi dal programma chip.

Inoltre proprio Biden si è recato in una fabbrica Intel pianificata in Ohio e in un nuovo stabilimento della Tsmc in Arizona, oltre a pubblicizzare a New York gli investimenti di Ibm. Il presidente ha inserito questi impegni finanziari nel suo discorso agli elettori in vista delle elezioni del 2024, segnala Quartz.

LA SCELTA RICADUTA SU BAE SYSTEM

Tuttavia, secondo Quartz la scelta da parte del Dipartimento del Commercio di un appaltatore militare invece di un produttore di chip convenzionale rivela l’attenzione della legge alla sicurezza nazionale. Sempre più sistemi d’arma dipendono da chip avanzati che potrebbero essere decisivi sia nella prevenzione che nella lotta alle guerre.

“Non possiamo giocare d’azzardo con la nostra sicurezza nazionale dipendendo esclusivamente da una parte del mondo o anche da un paese per le tecnologie avanzate cruciali”, ha dichiarato Raimondo. Ha definito gli investimenti “un’opportunità unica per far avanzare la nostra sicurezza nazionale”.

LA STRATEGIA USA

Infine, funzionari governativi hanno affermato che l’investimento nella struttura della BAE Systems alla fine farà risparmiare denaro ai contribuenti. Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha affermato che anche gli alleati e i partner della Nato in Asia trarranno vantaggio dall’aumento della capacità. Ma ha sottolineato che una base manifatturiera ampliata è essenziale per proteggere gli Stati Uniti. “Non vogliamo trovarci in una posizione in cui le esigenze critiche di sicurezza nazionale dipendono da catene di approvvigionamento straniere difettose”, ha aggiunto Sullivan. “Non vogliamo trovarci nella posizione in cui un altro Paese possa tagliarci fuori in un momento di crisi”.

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