La prima a non essere troppo ottimista sui risultati di vendita di Switch 2 sembra essere la stessa Nintendo, che ha previsto di piazzare almeno 15 milioni di unità nel corso dell’anno fiscale che terminerà a marzo 2026.
LE PREVISIONI SU SWITCH 2 IN NUMERI
Una stima molto prudente rispetto a quelle degli analisti che, secondo Bloomberg, avrebbero invece alzato l’asticella almeno 1,8 milioni più in su. Anche le previsioni di utile operativo, fissate dalla Casa di Kyoto a 320 miliardi di yen (circa 2,2 miliardi di dollari), sono apparse molto prudenziali rispetto alle aspettative di mercato. Il colosso nipponico di Super Mario, Zelda e Donkey Kong sembra saper bene che il contesto si è fatto di colpo molto più difficile.
GIOCATORI MENO SPENDACCIONI
Secondo un rapporto pubblicato ad aprile dalla piattaforma di analisi nel comparto videogiochi Newzoo, i giocatori giocano a meno titoli ogni anno, il che rende più difficile per i nuovi software e console trovare un pubblico. Secondo i sondaggi nel 2024, il 45% dei possessori di una PlayStation 4 ha continuato a giocare a titoli con più di sei anni di vita, in aumento rispetto al 25% del 2021.
IL MERCATO VIDEOLUDICO MONDIALE RALLENTA
La quota di giocatori che acquista regolarmente nuovi titoli, ovvero quelli usciti negli ultimi due anni, è scesa dal 40 al 32%nello stesso periodo. Stessi numeri anche per la console da salotto Xbox di Microsoft e persino per la popolare piattaforma e-commerce Steam (scesa in campo nel 2022 con una propria console portatile, Steam Deck), che pure offre spesso sconti molto importanti ai propri utenti.
Per questo, anche se non esistono ancora dati ufficiali relativi allo scorso anno, si prevede che i ricavi globali del software per videogiochi rallenteranno a 80,2 miliardi di dollari nel 2024, in calo rispetto agli 81,9 miliardi di dollari dell’anno precedente.
SI RIDUCONO I PROFITTI
Previsioni peraltro confermate dai licenziamenti a tutto spiano nel settore: anche le major come Sony e Microsoft hanno nel corso degli ultimi 24 mesi proceduto a tagliare ripetutamente il proprio personale, chiudendo in alcuni casi diversi studi interni. In tutto ciò, i dazi di Donald Trump rappresentano soltanto l’ennesima variabile impazzita in uno scenario già di per sé sufficientemente fosco.
Non aiuta il fatto che console sempre più potenti richiedano agli studi che sviluppano videogame budget sempre più elevati. Sono davvero sempre più numerosi i titoli costati almeno 200 milioni di dollari: GTA VI secondo rumors insistenti sfiorerebbe persino i 2 miliardi. Meno giocatori – o comunque meno propensi all’acquisto immediato – e titoli più dispendiosi è una somma algebrica che porta a un risultato tanto scontato quanto allarmante per le software house: l’erosione dei margini.
NINTENDO SPINGE SUI COMMERCIANTI
Per assicurarsi almeno in patria una partenza sprint, secondo Bloomberg la Casa di Kyoto avrebbe garantito ai negozianti nipponici un margine maggiore rispetto alla media sulle singole vendite, così da incentivarli nel dare risalto alla nuova console sui loro scaffali. Si parla persino di un 5% lordo su ogni Nintendo Switch 2 venduta, percentuale di gran lunga superiore allo standard del settore (informale ma consolidato) che solitamente si aggira attorno al 2%. Tutto questo peraltro contribuisce a erodere ulteriormente i ricavi della Casa di Kyoto sull’hardware.
CON SWITCH 2 NINTENDO FARA’ DI NECESSITA’ VIRTU’?
Tuttavia secondo la testata nipponica Nikkei in questo periodo di forte crisi e altrettanta incertezza Nintendo con la nuova Switch 2 potrebbe trasformare due dei difetti principali che zavorrano ogni sua console dai tempi dello sfortunato N64 – assenza di videogame di terze parti e hardware arretrato a livello tecnico – in punti di forza. Il perché è presto detto: i soldi veri si fanno vendendo software, non console.
E Nintendo, si sa, vive ogni console come una traversata solitaria dell’oceano, dato che puntualmente le altre software house dopo un timido interesse iniziale si sfilano, consapevoli che chi acquista la piattaforma giapponese lo fa essenzialmente per giocare ai vari Super Mario, The Legend of Zelda, Metroid, Donkey Kong, Animal Crossing e altre proprietà intellettuali nel portafogli del colosso dell’intrattenimento con sede a Kyoto.
LE DIFFERENZE CON LA CONNAZIONALE RIVALE
La quota di fatturato derivante dal software interno è stata del 73% nell’anno fiscale precedente, in netto contrasto con Sony, che deve per lo più affidarsi a Ip esterne. Per le ultime due console PlayStation, Nikkei riporta che solo il 10% dei giochi venduti, in termini di unità, è stato sviluppato internamente. Questo da un lato espone Nintendo a un duplice rischio d’impresa relativo al flop della console e del software (rischio che si è manifestato in più occasioni in passato col Nintendo 64, col GameCube e con il Wii U) ma dall’altro elimina ogni concorrenza interna.
L’IMPORTANZA DELLA GRAFICA
E poi c’è il tema della scarsa potenza di calcolo delle sue console, storicamente meno performanti rispetto alle offerte di Sony e Microsoft. “L’approccio originale dell’azienda con sede a Kyoto – sottolineano da Nikkei – è evidente nelle capacità dei suoi semiconduttori grafici, progettati da Nvidia“. Mentre aziende come Sony cercano di aumentare le prestazioni progettando chip personalizzati, “Nintendo adotta un approccio diverso e mantiene bassi i costi approvvigionandosi in grandi quantità di chip con design di base esistenti ed eliminando le funzionalità non necessarie”, ha affermato a Nikkei Kazuhiro Sugiyama, vicepresidente della startup di semiconduttori Fortaegis Technologies.
Una grafica arretrata significa poter assemblare console meno costose e, sul fronte software, non affrontare le medesime spese multimilionarie di chi insegue il fotorealismo e le tecnologia d’ultimo grido. E infatti la stessa Switch 2 nonostante esca oggi sarebbe dotata di una capacità di elaborazione ferma “a una generazione fa rispetto alle altre console”, peraltro già in commercio da qualche anno. Un elemento non nuovo e che non ha mai zavorrato le piattaforme Nintendo e che ora, secondo l’opinione di diversi esperti settori, potrebbe persino costituire quel ‘funghetto’ che, se agguantato, conferisce il proverbiale boost necessario per distanziare i rivali. Come chi attende con ansia Mario Kart World sa bene.