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Mascherina

Giallo mascherine, Arcuri fa ritirare le Ffp2 inviate dalla Protezione civile ai medici

Ancora fibrillazioni e cortocircuiti fra Protezione civile e commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Arcuri. Ecco le ultime novità sulle mascherine Ffp2 inviate ai medici e ora bloccate perché non autorizzate per l'uso sanitario. Tutti i dettagli

Ancora fibrillazioni istituzionali con cortocircuiti fra Protezione civile e commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. Ecco le ultime novità.

L’Italia ha acquistato 300 milioni di mascherine e i dispositivi “arriveranno progressivamente nei magazzini della protezione civile e verranno distribuiti con il criterio che abbiamo concordato con la totalità delle regioni, anche per garantirci assoluta trasparenza ed evitare asimmetrie”. Lo ha detto oggi il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa sottolineando che con questi numeri è stata “consolidata una sufficiente quantità di dispositivi”. Inoltre, ha aggiunto Arcuri, ieri è stata consegnata una “quantità sufficiente di mascherine all’ordine dei medici”. ” Pensiamo – ha concluso – che anche loro devono essere dotati di una sorta di ‘magazzino di scorta’, in modo da poter sopperire o aggiungere dotazioni che vanno direttamente a loro”. Agli ordini dei medici, in particolare, sono state date “620 mila mascherine Ffp2-Ffp3”, ha precisato Arcuri rispondendo ai giornalisti a margine della conferenza stampa.

LA LETTERA CON IL DIETROFRONT DI ARCURI SULLE MASCHERINE

Tutto ok? Nient’affatto. In una lettera spedita il 31 marzo ai presidenti degli ordini regionali dei medici chirurghi e odontoiatri, il presidente della federazione nazionale Filippo Anelli, scrive: “Sono a comunicarCi che il Commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica Covid-19, dott. Domenico Arcuri, mi ha appena informato che le mascherine contenute in involucri che riportavano la dizione maschere Ffp2 equivalenti, inviati dalla Protezione Civile, in data odierna, agli OMCeO dei capoluoghi di Regione, non sono dispositivi autorizzati per l’uso sanitario dalla Protezione Civile. Vi chiedo, quindi, di sospendere immediatamente la distribuzione e l’utilizzo di quanto ricevuto, informando nel contempo eventuali medici o strutture che ne fossero già in possesso”, si legge nella lettera vista da Start.

ECCO LE VERSIONI DI ARCURI E BORRELLI SUL CASO DELLE MASCHERINE FUFFA PER I MEDICI

LE POLEMICHE SULLE NORME

Nel frattempo non si placano le polemiche di addetti ai lavori e imprenditori sulle norme cervellotiche per poter produrre in Italia mascherine (qui l’approfondimento di Start). Comunque Arcuri oggi su questo aspetto ha rassicurato: “Quanto alla semplificazione delle procedure questo pomeriggio avrò un incontro con il presidente dell’Istituto superiore di Sanità con il quale collaboriamo affinché le procedure possano essere ancora più semplificate o meglio possano essere allineati i tempi di reazione di tutti noi, perché la semplificazione normativa diventi anche semplificazione operativa”, ha detto tra l’altro Arcuri in conferenza stampa.

LE ALTRE PROTESTE

Le proteste fioccano. “Purtroppo si cominciano ad annoverare le prime vittime del Coronavirus tra i farmacisti, anche sul territorio: si tratta di lavoratori in prima linea, anch’essi operatori sanitari, a confronto con un pubblico vasto e non controllato, spesso sprovvisti di adeguati dispositivi di protezione individuale come le mascherine. Persone che tornano a casa con il terrore di essere contagiate e di trasmettere il Covid ai familiari. Per questo chiediamo con forza che tutte le farmacie lavorino a battenti chiusi anche di giorno, come previsto dal servizio notturno”. E’ quanto dichiara Giovanna Catizone, della Fisascat-CISL di Roma Capitale e Rieti. “Grazie al pressing di lavoratori e sindacati ciò è stato ottenuto per quanto riguarda le farmacie comunali di Roma. Purtroppo, tuttavia, riscontriamo che non tutte le realtà gestite privatamente attuano la stessa modalità: le farmacie sono il presidio sanitario più capillarmente diffuso sul territorio” aggiunge.

ALLARME TRA I FARMACISTI

“Al timore per la salute, si aggiunge quello per l’incolumità: le farmacie sono tra i pochi servizi commerciali ancora aperti, e sono dunque particolarmente esposte al rischio di rapine – continua il sindacalista – Oltre a ciò, il carico di lavoro è aumentato, perché a causa delle nuove misure emanate dal Governo spetta ai farmacisti scaricare gran parte delle ricette inviate ai pazienti dai medici di base. Ribadiamo inoltre che la farmacia è il ‘primo step’, il primo luogo in cui si reca chi sospetta per la propria salute”. ”Esprimiamo la nostra vicinanza, la nostra solidarietà e il nostro impegno – conclude Catizone – a una categoria di persone che silenziosamente, a discapito del timore, rende un servizio al Paese. Il Governo dovrebbe ripagarle, interessandosi a dei lavoratori che, lo ribadiamo, sono a tutti gli effetti operatori sanitari sul territorio, e facendo quantomeno in modo che ognuno sia dotato di adeguati DPI”.

CHE COSA SUCCEDE IN PUGLIA

Subbugli anche in Puglia. Dal dipartimento di Protezione civile nazionale sono arrivati, da ieri a oggi, 1080 kit di accesso vascolare, 8.778 tubi endotracheali, 84 monitor multi-parametrici, 176 altri monitori multi-parametrici da trasporto senza possibilità di defibrillazione, 15 ventilatori (per complessivi 31 ventilatori da inizio emergenza), ha detto il dirigente della sezione Protezione civile della Puglia Mario Lerario. Il numero totale dei prodotti che sarebbero stati inviati in Puglia per l’emergenza, secondo i calcoli fatti a Roma, sarebbe di un milione 272 mila. Ma di questi, secondo Lerario, 168 mila sono dispositivi di protezione individuale, 468 mila mascherine di tipo chirurgico e 400 mila bende tipo Montrasio, in tessuto non tessuto, non classificate come Dpi. “Rispetto a quanto comunicato dal livello nazionale – precisa il dirigente – mancano inoltre 236 mila mascherine della cui tipologia, non essendo state consegnate, non c’è alcuna certezza”.

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