Un pensionamento all’età di 75 anni non dovrebbe fare rumore. Quello di Geoffrey Hinton, che ha appena sbattuto dietro di sé le porte di Google, è destinato a far parlare parecchio, invece. L’uomo, psicologo cognitivo e scienziato informatico britannico-canadese, considerato il “padrino dell’Intelligenza artificiale” ha lasciato il suo ruolo in Google per poter parlare liberamente dei rischi dell’IA. “Me ne sono andato per poter parlare dei suoi pericoli”, ha detto in un tweet dopo che ieri il New York Times ha dato la notizia.
In the NYT today, Cade Metz implies that I left Google so that I could criticize Google. Actually, I left so that I could talk about the dangers of AI without considering how this impacts Google. Google has acted very responsibly.
— Geoffrey Hinton (@geoffreyhinton) May 1, 2023
I TIMORI DI GEOFFREY HINTON
Nonostante l’epilogo e la finalità stessa dell’addio, non sembra esserci contrasto con l’ormai ex datore di lavoro, come invece è stato scritto dal New York Times. “Google ha agito in modo molto responsabile”, si premura di comunicare, sempre via social, lo scienziato informatico. Quello stesso social che ormai appartiene a Elon Musk, firmatario di spicco dell’appello per silenziare i venturi ChatGpt e simili, salvo poi investire in una realtà che sviluppi analoghe intelligenze, anche se a suo dire saranno meno minacciose per la nostra esistenza, visto che si limiteranno a indagare i grandi misteri del cosmo.
Nell’intervista al New York Times, poi ripresa dai media di tutto il mondo, ha commentato lo scenario in cui l’AI potrebbero diventare più intelligente e performante delle menti che l’hanno progettata, sottolineando come di colpo siano stati fatti balzi che parevano lontani di decadi, col rischio che si concretizzino paure considerate fantascientifiche. “La maggior parte delle persone pensava che fosse del tutto fuori luogo. E anche io lo pensavo. Pensavo che fosse lontano dai 30 ai 50 anni o anche di più. Ovviamente, non lo penso più”.
CHATGPT RAGIONA COME NOI?
E lì lancia un allarme destinato ad alimentare il dibattito: “In questo momento, non sono più intelligenti di noi, per quanto ne so. Ma penso che presto potrebbero esserlo”, ha spiegato Geoffrey Hinton. Lo scienziato informatico alla Bbc ha poi affermato che il chatbot potrebbe presto superare il livello di informazioni di un cervello umano. “In questo momento, quello che stiamo vedendo è che cose come GPT-4 oscurano una persona nella quantità di conoscenza generale che ha e la oscura di gran lunga. In termini di ragionamento, non è così buono, ma fa già un semplice ragionamento. E dato il ritmo dei progressi, ci aspettiamo che le cose migliorino abbastanza velocemente. Quindi dobbiamo preoccuparcene”.
Quanto al suo lavoro in Google, proprio per sviluppare intelligenze artificiali, lo specialista si auto-assolve: “Mi consolo con la solita scusa: se non l’avessi fatto io, l’avrebbe fatto qualcun altro”.