I dispositivi Iot potrebbero contribuire a diminuire i furti in casa, proteggendoci dai ladri
Case più smart e più sicure. Almeno si spera. La tecnologia fa passi da gigante e l’innovazione corre veloce, per risolvere però, vecchi problemi, tipo quello dei ladri. L’internet of Things, l’ultima frontiera dei dispositivi intelligenti, può contribuire, infatti, a prevenire i furti in casa. Scopriamo qualcosa in più.
Partiamo da numeri…dei furti

IoT: cosa è
L’internet of things, o internet delle cose, è la tecnologia grazie alla quale i dispositivi e gli oggetti si dotano di intelligenza, interagendo con la rete, trasferire dati ed informazioni e fare anche molto di più.
I numeri dell’Iot
Senza dubbio, gli oggetti connessi aumenteranno nei prossimi anni. Secondo Accenture si arriverà a oltre 25 miliardi di apparati Iot entro il 2020, ma per molti analisti di settore il numero sarà ampiamente superato.
Secondo i dati del Boston Consulting Group, il mercato dell’Iot è in rapida crescita: entro il 2020, ben 250 miliardi di euro verranno spesi in tecnologie, prodotti e servizi dedicati all’IoT. Per il 50%, la spesa sarà destinata a a produzione, trasporto, logistica e utility mentre le app IoT genereranno 60 miliardi di euro entro 2020. La spesa per IoT Analytics genererà € 20 miliardi entro il 2020.
Casa sempre più smart
Scenari a parte, l’internet of Things è già una realtà. Sì, la casa degli italiani è sempre più smart: il mercato delle soluzioni IoT per la Smart Home nel nostro Paese vale 185 milioni di euro nel 2016, una crescita a ben due cifre (+23%) rispetto all’anno precedente.
In Italia, secondo dati della ricerca Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, ben il 26% dei consumatori dispone di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro. L’82% del mercato è ancora legato alla filiera tradizionale, ma cresce la quota dei ‘nuovi’ canali come retailer, eRetailer e assicurazioni che insieme rappresentano il 18%, pari a circa 30 milioni di euro.

“Le applicazioni Smart Home consentono di raccogliere moltissimi dati sul funzionamento dei dispositivi connessi e sul comportamento delle persone nell’abitazione: questo sarà uno degli aspetti cruciali per lo sviluppo del mercato, anche se le strategie per la valorizzazione dei dati sono ancora poco definite dalle aziende” ha commenyo Giulio Salvadori, Ricercatore dell’Osservatorio Internet of Things. “E’ fondamentale prestare molta attenzione alla tutela della privacy e della sicurezza, perché i consumatori sono tendenzialmente restii a condividere i propri dati, a meno di ricevere in cambio vantaggi concreti”.
L’Internet of Things contro i furti in casa
Se è vero che i possibili impieghi dell’Internet of Things sono molti e variegati, è anche vero che ben il 31% delle oltre 290 soluzioni per la casa connessa censite in Italia e all’estero è dedicato alla sicurezza, con videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi e sensori di movimento.
Ecco alcune soluzioni

Il dispositivo dispone di un sistema che decodifica le immagini, provando a decifrare di che tipo di “passaggio” si tratti. La videocamera sa quando a far attivare la ripresa è stata una persona, una macchina o solo un animale. L’utente, tramite l’app, può scegliere quale sia la reazione migliore da avere ad ogni tipo di passaggio: se riprendere, se riprendere e notificare o se scegliere di non far nulla. Sempre grazie all’app è possibile guardare il live stream da qualsiasi dispositivo, in qualunque momento.
Non solo. La funzione time-lapse della telecamera Presence permette di ripassare e condividere in maniera facile, rapida e divertente tutto quello che è successo durante la giornata.
É importante precisare che le immagini, per questione di privacy e sicurezza, non vengono salvate in cloud, come fanno altri sistemi, ma restano confinate alla SD card interna alla videocamera.

E questa non è l’unica funzione di ComfyLight. La lampadina intelligente avvisa il proprietario di casa anche nel caso qualcuno tentasse di introdursi nell’abitazione. Può essere utilizzata, poi, anche come una lampadina tradizionale ad accensione e spegnimento automatico quando si entra o si esce dalla stanza in cui è presente. Senza più bisogno di utilizzare gli interruttori, insomma.
Passando alle questioni tecniche, il dispositivo è dotato di Led, un sensore a microonde, uno di luminosità, un sensore UV e un modulo Wi-Fi.
Goji Smart Lock, invece, è la serratura intelligente. In pratica, riconosce la persona davanti alla porta e decidere se consentirgli l’accesso alla casa oppure no. In pratica, quando qualcuno giunge all’uscio di casa, Goji gli scatta una foto, lo riconosce e invia allo smartphone al proprietario dell’appartamento una notifica via app, mostrando la foto e il nome della persona, sarà il padrone di casa a scegliere se la porta si può aprire oppure no.
Non solo. Se sappiamo che sta per arrivare qualcuno in casa, e noi non possiamo aprire, è
possibile inviargli via email un accesso temporaneo, definito su ora e data. Questo accesso sarà interpretato dall’app installata sullo smartphone del ricevente e Goji verrà impostato per dare accesso al proprietario dello smartphone all’ora stabilita.






