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Elis

Formazione tecnica di qualità per combattere Neet e disoccupazione giovanile

Chi c'era e che cosa si è detto alla presentazione di “Distretto Italia” il nuovo programma del Consorzio Elis che unisce aziende, università e scuole per ripartire dalle professioni tecniche e creare occupazione.

 

Educazione professionale sì ma di livello. È quella che di cui ha parlato l’AD di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi presentando “Distretto Italia” il nuovo programma del Consorzio ELIS che unisce aziende, università e scuole per ripartire dalle professioni tecniche e creare occupazione. L’iniziativa, presentata nel turno di presidenza del Consorzio affidato ad Autostrade per l’Italia, conta sulla partecipazione di oltre 100 aziende, che collaborano con ELIS in programmi di formazione e avviamento al lavoro. Tra le aziende che partecipano al progetto ci sono i più grandi gruppi italiani nei settori energia, trasporti e infrastrutture come Poste Italiane, Ferrovie dello Stato Italiane, Fincantieri, BNL, TIM e Enel. “Il fatto che molte tra le più grandi imprese del nostro Paese abbiano manifestato interesse per questo progetto dimostra che c’è la volontà forte, da parte del privato, di dare il proprio contributo alla ricerca di soluzioni in grado di sopperire al fabbisogno di saperi che caratterizza questo tempo: proponendo azioni pragmatiche, innovative e ‘testate sul campo’. Soluzioni che potrebbero divenire, a tutti gli effetti, best practice da replicare a livello nazionale, itinerari possibili, laboratori a cielo aperto, utili per possibili future azioni di sistema”, ha detto Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia

IN ITALIA UN UNDER 30 SU 4 È UN NEET

Nel nostro paese il fabbisogno delle aziende di professioni tecniche si scontra con la difficoltà di trovare figure che dispongano delle adeguate competenze. Una tendenza che affianca quella che vede il nostro paese arrancare nel numero di iscritti in discipline Stem. Tali difficoltà si riverberano poi nel precariato e nella disoccupazione giovanile. Il cortocircuito giunge al suo apice con il fenomeno dei neet, persone tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano e che, secondo i dati Istat, nel 2021 erano il 23,1% della popolazione italiana di quella fascia d’età. In pratica, ogni quattro giovani in Italia, uno ha rinunciato a costruirsi un futuro.

SIAMO MALATI DI LANGUISHING, ABBIAMO NOSTALGIA DELLA GIOIA

Ma perché i giovani non studiano? “Quando c’è tempesta il mare riporta a galla ciò che abbiamo buttato in fondo al mare. Ed è venuto a galla ciò che il nostro sistema sentiva, assenza di speranza e di futuro”. A parlare così è Daniela Lucangeli, Professoressa Ordinaria in Psicologia dello Sviluppo presso l’Università di Padova. “I dati oggi ci riportano una grande contraddizione: non c’è mai stato così tanto bisogno di scuola. La scuola è una zattera alla quale agganciarsi in mezzo alla tempesta”. Però ci sono delle questioni, delle criticità non risolte nella scuola italiana. “Accanto all’ingozzamento cognitivo i ragazzi, si sentono oberati dal giudizio, questo ha reso la resilienza – continua la prof.ssa Lucangeli -. E poi nell’era dell’iper-connessione i ragazzi si sentono soli, tanto da accettare anche solo la dopamina dei like a distanza pur di sentirsi accettati. Perché noi siamo animali sociali, noi abbiamo bisogno degli altri. È un bisogno primario della salute intera. L’altra emozione è il languishing, il languore, il desiderio di qualcosa di buono. Che condiziona adulti e piccoli: tutti abbiamo languore di gioia”.

L’ORIENTAMENTO È IL PIÙ GRANDE SUCCESSO DELL’EDUCATORE

Negli ultimi 10 anni il Consorzio ELIS ha creato una rete di oltre 600 istituti medi e superiori in tutta Italia e diversi atenei. “Distretto Italia” svilupperà la “Scuola dei Mestieri”. Un’iniziativa che prevede che ELIS raccolga i bisogni occupazionali delle singole aziende, per avviare entro l’inizio del 2023 i primi corsi e master post-diploma, da realizzare d’intesa con le aziende e con scuole di tutto il territorio nazionale, con una particolare attenzione agli Istituti Tecnici Superiori (ITS). L’altra linea d’intervento del progetto è “Accompagnare alla scoperta dei talenti”, un percorso di orientamento che vede centrali le figure degli insegnanti. “L’orientamento è quella funzione per la quale noi sappiamo dove vogliamo andare nel futuro. L’orientamento implica che i nostri ragazzi non possano agire solo per noia ma devono essere educati a saper educare il futuro, quindi la ricerca del disegno di vita che corrisponde a sé stessi. Questo è il più grande successo educativo dell’orientamento”, ha detto la prof.ssa Lucangeli.

SERVONO MANAGER STRABICI: UN OCCHIO AL FUTURO E UNO E PRESENTE

La pandemia ha stravolto non solo la vita e le priorità personali ma anche quelle degli Stati. “Si stanno riportando le manifatture più vicino – dice Pierroberto Folgiero Ceo di Fincantieri -. Le filiere strategiche devono essere nazionali. Per un paese che ha assistito alla deindustrializzazione negli ultimi 20 anni è un’assoluta novità. Viviamo questa fase con ambizione sapendo che c’è un goal da fare”. Per riuscire al meglio in questa nuova fase: “serve una generazione di manager che guarda lontano. Che non vuol dire essere un filosofo esistenzialista, ma essere un po’ strabico con un occhio si guarda al presente e con un altro al futuro”.

FORMARE GIOVANI PROFESSIONISTI CHE TROVINO IL PROPRIO POSTO NEL MONDO

Il tema centrale del rapporto scuola-lavoro è formare giovani con professionalità spendibili nel mondo del lavoro. “Se vogliamo che i giovani si rimettano in gioco, dobbiamo creare percorsi di formazione e orientamento che li aiutino a scoprire interessi e capacità personali – osserva Pietro Cum, Amministratore Delegato dell’ente no profit di formazione ELIS –. Per aiutarli a costruirsi un futuro bisogna poi offrire percorsi che formino realmente alle professioni che scelgono. ‘Distretto Italia’ deve anche servire a riscoprire il valore delle professioni tecniche contro il pregiudizio molto diffuso, che un percorso di formazione abbia prospettive di valore solo se punta alla laurea. In realtà, abbiamo laureati che non svolgono la professione per cui hanno studiato e mancano invece tecnici per compiti indispensabili allo sviluppo del Paese”.

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