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Guerra fra Australia e Facebook sulle news, tutti i dettagli

Niente news per gli utenti in Australia se passa legge sulla retribuzione agli editori per la condivisione di notizie, arriva la minaccia di Facebook

Facebook mette con le spalle al muro il governo di Canberra. Se diventasse legge la proposta australiana che vuole imporre a Facebook di pagare gli editori locali per le news condivise sul social, il gruppo di Menlo Park impedirà agli utenti australiani di condividerle.

Lo fa sapere Facebook con un post firmato da Will Easton, a capo di Facebook in Australia e Nuova Zelanda.

Il braccio di ferro tra i colossi tecnologici (Google e Facebook) e l’Australia va avanti da mesi. A luglio il governo australiano ha annunciato l’intenzione di costringere Facebook e Google a pagare royalties agli editori di notizie per il riutilizzo dei loro contenuti.

A inizio maggio infatti, il Tesoriere australiano aveva ordinato all’Accc (autorità antitrust) di elaborare un codice di condotta. L’obiettivo è costringere i giganti della tecnologia a pagare le media company australiane per l’utilizzo dei loro contenuti.

LA MINACCIA DI FACEBOOK

Se si arriverà a una legge, “con riluttanza smetteremo di consentire agli editori e alle persone in Australia di condividere notizie locali e internazionali su Facebook e Instagram”, scrive Easton. “Questa non è la nostra prima scelta, è l’ultima. Ma è l’unico modo per proteggerci da una misura che sfida la logica e che non aiuterà, bensì danneggerà, la vitalità a lungo termine del settore australiano giornalistico e mediatico” ha precisato il capo di Facebook in Australia.

LA REPLICA DI CANBERRA

Canberra ha fatto sapere che non si tirerà indietro. “L’Australia fa leggi che promuovono il nostro interesse nazionale. Non rispondiamo alla coercizione o alle minacce della mano pesante, da qualunque parte provengano”, ha dichiarato Josh Frydenberg, tesoriere australiano.

Rod Sims, il presidente dell’Australian Competition and Consumer Commission (Accc), ha commentato l’annuncio di Facebook come “inopportuno e mal concepito”.

LA PROPOSTA DI LEGGE A FAVORE DEGLI EDITORI

Questa proposta di legge in Australia richiederebbe infatti ai colossi tecnologici come Facebook e Google di pagare per i contenuti delle testate giornalistiche. Il progetto di legge di Canberra cerca di correggere lo “squilibrio fondamentale nel potere contrattuale tra piattaforme digitali e fornitori di notizie”. L’obiettivo è istituire un sistema obbligatorio di arbitrato sui pagamenti.

La mossa ha fatto seguito a un’indagine sul mercato dei media nel paese e al fallimento delle società di social media nel creare un sistema volontario di condivisione delle entrate con i media tradizionali.

L’antitrust australiano ha stimato inoltre che Google e Facebook guadagnano insieme circa 6 miliardi di dollari all’anno dalla pubblicità in Australia. Ricavi da cui non percepiscono nulla gli editori delle notizie.

PRESUPPOSTI ERRATI SECONDO IL GRUPPO DI ZUCKERBERG

Ma i conti dell’Australia sono sbagliati secondo la società di Mark Zuckerberg. Facebook sostiene infatti che il codice Accc “fraintende le dinamiche di Internet”.

L’Australia “presume che Facebook tragga i maggiori benefici dal suo rapporto con gli editori, quando in realtà è vero il contrario”, ha dichiarato il colosso di social media lunedì negli Stati Uniti. Facebook ha precisato infatti che le notizie sono una fonte di entrate trascurabile e rappresentano solo “una frazione” di ciò che gli utenti vedono sulla sua piattaforma. Dall’altro lato il social network  ha aiutato i gruppi di media a raccogliere miliardi di clic grazie alla condivisione delle news.

COSA RISCHIANO FACEBOOK E GOOGLE

La proposta di legge australiana potrebbe passare in parlamento entro dicembre. Se dovessero pubblicare notizie senza retribuire gli editori, Facebook e Google finirebbero subito nel mirino dell’Accc. Le sanzioni potrebbero arrivare fino al 10% delle entrate annuali di Facebook e Google in Australia.

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