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Cosa c’è dietro al cambio di nome di Facebook (e non solo)

Facebook diventa Meta. Ma non certo è l'unica società ad aver cambiato nome, per ripulire la propria immagine o per indicare lo spostamento del focus su un nuovo ambito operativo. Ecco alcuni esempi

 

Facebook ha cambiato nome in Meta. Il rebranding non è ovviamente fine a sé stesso ma serve, come spiegato dall’amministratore delegato Mark Zuckerberg, a rappresentare il nuovo focus della società: non più “semplicemente” i social network come Facebook e Instagram bensì il metaverso, un non ben definito ambiente digitale condiviso da tutti e in tempo reale che prenderà il posto dell’Internet come lo conosciamo oggi.

RIPULIRE L’IMMAGINE, COME PHILIP MORRIS

Dietro al cambio di nome di Facebook, come nota bene Axios, c’è anche la volontà di mettere in ombra i cosiddetti “Facebook Papers” – cioè le rivelazioni sul disinteresse dell’azienda a contrastare la disinformazione e i messaggi d’odio sulla propria piattaforma – facendo convogliare l’attenzione di stampa e pubblico verso un grosso cambiamento che preannuncia un futuro entusiasmante (forse) e ancora ignoto.

Già nel 2003 Philip Morris, il gruppo statunitense proprietario del marchio di sigarette Marlboro, cambiò nome in Altria.

RICERCA DI SEMPLICITÀ

Ma ci sono altre tre motivazioni principali dietro al cambio di nome. Il primo, nonché meno profondo, è la ricerca di semplificazione: Meta è più agile di Facebook, così come Facebook era un nome più snello e accattivante di quello originale, TheFacebook.

GOOGLE-ALPHABET

Il secondo motivo è organizzativo. Il cambio di nome di Google in Alphabet è stato il segnale di una ristrutturazione aziendale che punta a dare alle più autonomia operativa alle varie divisioni. Facebook (la società) è diventata Meta, ma le sue piattaforme di social network Facebook e Instagram, così come il servizio di messaggistica WhatsApp, non sono state rinominate. Similmente, Google (la società) è diventata Alphabet, ma il motore di ricerca continua a chiamarsi Google.

NUOVI OBIETTIVI, COME PARAMOUNT

L’ultimo motivo è quello che Axios chiama pivoting, ovvero il nuovo perno attorno al quale ruotano (o ruoteranno) le attività dell’azienda.

Quando il conglomerato industriale americano Gulf+Western divenne Paramount Communications nel 1989, lo fece per segnalare il suo focus sul business dell’intrattenimento. Diventando Meta, Facebook vuole indicare che non si concentrerà sui social network, ma sulla costruzione del metaverso (già da tempo, peraltro, investe in tecnologie di realtà virtuale).

IL CASO TOTALENERGIES

Di recente un’altra storica e importante azienda è passata per un cambiamento di nome: non è un’azienda americana ma francese; non opera nel settore tecnologico ma in quello energetico. È Total, che lo scorso febbraio ha annunciato che si sarebbe chiamata TotalEnergies.

Le motivazioni alla base della scelta sono una somma di molte di quelle già viste. Non c’è stata però una semplificazione, semmai un appesantimento – Total è decisamente più “leggero” di TotalEnergies -, ma gli aspetti di reputazione e di pivoting sono cruciali. Total, cioè, vuole far percepire il distacco dai combustibili fossili, il settore nel quale ha tradizionalmente operato, perché l’opinione pubblica e gli investitori si sono fatti molto più attenti alla questione climatica. L’aggiunta “Energies” sta a indicare la transizione della società verso nuove forme di energia: non più (solo) fossili, ma “pulite” e a basse emissioni di carbonio.

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