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F-35 Europa

F-35 e Leonardo-Finmeccanica, tutte le ultime piroette del Movimento 5 Stelle

Ecco i più recenti ondeggiamenti del Movimento 5 Stelle sugli F-35 prodotti da Lockheed Martin con la collaborazione di Leonardo (ex Finmeccanica).

No, ni, sì, forse, vedremo, comunque sì però.

Continuano gli ondeggiamenti del Movimento 5 Stelle sugli F-35 prodotti da Lockheed Martin con la collaborazione di Leonardo (ex Finmeccanica).

CHE COSA HA DETTO TOFALO SUGLI F-35 E COME E’ STATO INTERPRETATO

Le ultime parole proferite da un esponente di spicco del Movimento 5 Stelle, seppure sibilline e affatto chiarissime, sono state interpretate dagli addetti ai lavori come una conferma del programma di acquisto dei velivoli: “Non si può pensare di tagliare di nuovo gli F-35. Parla Tofalo”, ha infatti titolato il giornale on line Formiche.net edito da Paolo Messa, neo direttore Relazioni Istituzionali Italia di Leonardo, il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato Alessandro Profumo.

ECCO L’INTERVISTA DI TOFALO SUGLI F-35 DI LOCKHEED E LEONARDO

Sul Joint Strike Fighter, ha detto il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo (M5S), in un’intervista al quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro, “serve una soluzione che eviti di gravare sulle finanze pubbliche in un momento di forte crisi e, allo stesso tempo, garantisca la piena capacità operativa nella difesa dello spazio aereo”.

LE CRITICHE DI TOFALO SUL PASSATO

Quindi? “Il programma F-35 ci vede impegnati già dal 1998 come partner di secondo livello, con tutte le limitazioni che ne derivano, in un percorso che ha portato solo nel 2015 alla costruzione di un primo velivolo operativo”, ha detto il pentastellato Tofalo a Gabriele Carrer del quotidiano La Verità. Inoltre, ha aggiunto Tofalo, “il taglio meramente numerico dei velivoli (da 131 ai 90 attualmente previsti, ndr) tanto pubblicizzato dalla politica in questi anni non ha portato a un reale risparmio per le tasche degli italiani”.

LE RASSICURAZIONI PENTASTELLATE

Così, ha rimarcato il sottosegretario, “non possiamo rispondere all’irresponsabilità di chi tagliava a caso per guadagnare qualche voto con il rischio di compromettere le capacità operative del nostro Paese, interrompendo il programma in modo brusco senza un piano B”.

LE PAROLE PIU’ RECENTI

Dunque Tofalo abbraccia gli F-35? Eppure ha anche detto nella stessa intervista a proposito sempre degli F-35: “Una politica responsabile non avrebbe investito su una tecnologia di cui non siamo consapevoli”. Tutto chiaro? Mica tanto.

IL TWEET DI ARMARO

Un esperto del settore, Andrea Armaro, già portavoce dei ministri della Difesa, Arturo Parisi e Roberta Pinotti, ha così commentato su Twitter l’intervista di Tofalo: “Ennesima capovolta M5S”.

Perché ennesima capovolta, come dice Armaro?

QUANTO TOFALO VOLEVA DEFINANZIARE IL PROGRAMMA F-35

Tofalo, giusto un anno fa, co-firmava questo tipo di emendamento al DLB 2018: “388-bis. Ai fini del contenimento della spesa pubblica il programma Joint Strike Fighter (F-35) è integralmente definanziato”.

LE CONTRADDIZIONI A 5 STELLE

Inoltre, come svelato mesi fa da Start Magazine, nella versione finale del programma M5S sulla Difesa in vista delle scorse elezioni non comparivano più critiche e tagli agli F-35. Tagli che erano esplicitamente previsti (e votati dalla base pentastellata sulla piattaforma Rousseau) nella prima versione del programma dei Cinque Stelle.

COME E’ CAMBIATO IL PROGRAMMA M5S SULLA DIFESA PRIMA DELLE ELEZIONI

“Bisogna decidere – si leggeva nel quesito alla base della votazione su Rousseau – se tagliare i sistemi di armamenti prettamente offensivi, vedi F-35, destinando le risorse ad altri strumenti innovativi come la cyber security, o lasciare la programmazione come pianificata”. Quasi il 100% dei votanti scelse l’opzione di trasferimento delle risorse dagli armamenti alla cyber security (19.012 su 19.651 voti). Del trasferimento di risorse – tagliando gli F-35 a favore della cyber security – non rimase traccia del programma Difesa definitivo.

CAPRIOLE ELOGIATE

A sottolineare le capriole del Movimento 5 Stelle è stato tre giorni fa anche Luca Marco Comellini, radicale, segretario del partito per la tutela dei diritti dei militari (Pdm), che plaude alle ultime parole del pentastellato alla Verità: “Il sottosegretario Tofalo dovrebbe ben conoscere le ragioni che hanno spinto il governo Monti ad accogliere la richiesta di riduzione del programma avanzata dai Radicali nel 2012 e dovrebbe sapere che il “taglio” di 41 velivoli non fu né casuale né azzardato. Ben venga quindi il ripensamento del M5S sulla questione F35 ma non posso non evidenziare come questa inversione di marcia sia l’ennesima dimostrazione che il Movimento in fin dei conti si sta rivelando un partito politico sempre più uguale agli altri in fatto di promesse che non possono essere mantenute ma che, nonostante tutto, continuano ad essere fatte perché sembrano essere l’unico modo per il Movimento per raccogliere consensi”.

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