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Industria Difesa

Export militare, materie prime e non solo. Tutte le sfide dell’industria della difesa

Cosa ha detto il presidente della Federazione delle Aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), Giuseppe Cossiga, durante l’audizione alla commissione Difesa della Camera sui temi della produzione di beni e servizi per il settore

 

Operare nel campo della difesa, in qualunque paese (compreso il nostro) è difficile.

È quanto ha constatato il presidente della Federazione delle Aziende italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (Aiad), Giuseppe Cossiga, durante l’audizione alla commissione Difesa della Camera sui temi della produzione di beni e servizi per il settore.

“Noi soffriamo nell’essere etichettati come i mercanti di morte. Quello che non si riesce a trasmettere è l’importanza di poter disporre di un’industria della difesa sovrana” ha evidenziato il presidente di Aiad. Ma oltre all’esigenza di un’attenzione alla cultura della difesa, il numero uno dell’associazione delle industrie del comparto difesa ha delineato quelle che sono le sfide principali.

Come aveva già illustrato il mese scorso alla commissione Esteri e Difesa del Senato, Cossiga ha ribadito “L’export dell’industria della difesa avviene in un contesto fortemente regolamentato”. “La vendita di materiale d’armamento è parte di una politica estera del governo del nostro paese. Non facciamo niente che sia preventivamente autorizzato e coperto dal nostro governo”. Pertanto, “abbiamo necessità di semplificare le norme per operare in maniera più fluida” ha osservato il presidente di Aiad.

Tutti i dettagli.

SEMPLIFICAZIONE PER AVERE CHIAREZZA DELLA VOLONTÀ DEL GOVERNO

È fondamentale avere un’industria della difesa sovrana. Per Cossiga, che è anche direttore Relazioni istituzionali di Mbda, “due terzi di quello che facciamo va all’export ed è evidente che quello che noi vendiamo è una parte della politica estera del governo del nostro Paese”. “Siamo un insieme di aziende estremamente attente ad operare all’interno di un quadro fortemente regolamentato e quindi caratterizzato da un ruolo centrale del governo”, ha puntualizzato il presidente dell’Aiad.

“Quando parliamo di semplificazione – ha spiegato Cossiga – parliamo semplicemente di chiarezza della volontà del governo di esplicitare la sua politica estera attraverso la vendita di armamenti per noi e tutti quelli coinvolti nell’iter autorizzativo”.

SERVE MAGGIORE PROGRAMMAZIONE NEL TEMPO

Dopodiché “questa necessità di chiarezza l’abbiamo anche su un altro tema – ha aggiunto Giuseppe Cossiga-. Ovvero con il nostro cliente fondamentale: la difesa nazionale”.

Secondo il presidente dell’Aiad, in questo modo le aziende potrebbero “attrezzarsi e programmare le proprie attività anche per soddisfare al meglio le necessità del nostro cliente nazionale”. “Rispetto ad altri paesi – ha aggiunto Cossiga – abbiamo disponibili i soldi nell’anno in corso autorizzati dalla finanziaria e una certa visibilità su quello che accade nei due anni successivi, attraverso una pianificazione che può cambiare nel tempo”.

Quello che le aziende cercano nel rapporto col cliente nazionale, per quanto possibile, è di avere maggiore chiarezza e visibilità nel tempo, per poter meglio programmare le proprie attività, ha evidenziato ancora Giuseppe Cossiga.

CRITICITÀ DELL’INDUSTRIA DELLA DIFESA PER MANCANZA DI MATERIE PRIME

Infine, le criticità per la mancanza di materie prime nel settore “sono aumentate con la guerra in Ucraina”. Il presidente dell’Aiad ha fatto l’esempio della produzione dei materiali di base per la polvere da sparo che per questioni meramente di mercato il nostro Paese ha lasciato ad altri. Oggi che la produzione di materiali bellici è aumentata enormemente “le nostre aziende non riescono più a trovarli in Francia e in Germania e il nostro Paese si è ritrovato senza materie prime”. “Una scelta che nel passato ci appariva legata a condizioni di mercato ci ha portato in una situazione difficile”, ha concluso Cossiga.

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