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Cambiamento climatico, il futuro passa dalle startup italiane

Un’indagine rileva che le startup del settore energia fanno proseliti, suscitano dibattiti e idee sul tema clou del momento. Una specie di controcanto alle grandi aziende

Le startup italiane sono in concorrenza con Greta Thumberg. Sono dinamiche e fanno proseliti quando si interessano di ecosostenibilità, clima, stili di vita, pulizia di mari, fiumi. Sono molto ricercate nel web, quasi quanto la simpatica passionaria svedese. Una ricerca dell’organizzazione “Green Conversation” realizzata dall’agenzia Mimesi specializzata nel monitoraggio dei media, assieme a Talent Garden, ha dato risultati positivi circa il dibattito ambientale sui social. Numeri davvero notevoli.

Per i 100 post più attrattivi, sono state trovate 68 milioni di impressions e oltre 105 mila interazioni. Un interesse esteso e accattivante che traina un dibattito targato Italia. Non solo. Dall’analisi sono emerse soluzioni e idee utili a salvaguardare il Pianeta con mille implicazioni, note e meno note.

I ricercatori hanno studiato il fenomeno da aprile a settembre 2019, mettendo gli occhi su piattaforme web, blog, forum, proprio per capire i temi che interessano gli utenti. Le startup oltre a divulgare idee, si sono qualificate come la sfida imprenditoriale del futuro. Un controcanto – per chi scrive – alle grandi aziende, molte delle quali lente, se non refrattarie, a capire che è arrivato il momento di cambiare modo di produrre e vendere.

Nel Registro delle Imprese italiane le startup innovative sono 10.075. Nonostante manchi una catalogazione precisa e definitiva, quelle con le caratteristiche specifiche sono 1.475. Un numero rilevante considerato tutto l’universo della conversazioni online. Quando aprono il personal computer o i tablet gli utenti discutono di ecosostenibilità, clima e stili di vita.

I macrotemi rilevati con maggiore partecipazione sono stati, infatti: pulizia di mari, fiumi e laghi (con 29.180 interazioni pari ad un engagement share del 27,78%); cambiamenti climatici (15.170 interazioni, engagement share 14,44%), trainato dai fridays for futures di Greta; riciclo (13.750 interazioni, engagement share 13,09%) che coinvolge sempre più cittadini, istituzioni e aziende; qualità dell’aria (13.410 interazioni, engagement share 12,76%) tema molto sentito nei grandi centri urbani.

Non c’è che dire siamo davanti a buoni risultati, utili anche a far ricredere coloro che vedono nella navigazione in Rete solo una perdita di tempo. Ovviamente dei risultati saranno contenti anche i colossi del web, che registrano una partecipazione interessata intorno al tema clou dell’anno. Per chi gestisce i campus di Talent Garden la soddisfazione è alta. La sostenibilità per noi è un ambito dove l’innovazione è al servizio delle persone e del loro modo di vivere, ha detto Lorenzo Maternini, Vice President e Country Manager di Italy Talent Garden.“Nei nostri campus in Italia e in Europa abbiamo realtà che si muovono in questa direzione perchè il tema è un’urgenza condivisa e crediamo che l’innovazione digitale sia una leva fondamentale per sviluppare soluzioni.”

I social media che hanno dedicato più attenzione ai temi ambientali, alla fine, sono stati blog, Twitter e Facebook con livelli di ascolto alti rispetto ai contenuti rilevati: i blog quasi al 60%, Twitter al 25,5%, Facebook al 10,15%.

Possiamo dire che la green economy avanza più rapidamente di quanto il potere politico promette? Oltre alle manifestazioni ed ai meeting, la Rete in questo caso è la piazza meno demagogica, il luogo dove il dibattito e le idee danno forza e sostanza all’economia. Il cammino dell’innovazione è più veloce e convincente laddove le microaziende nascono per mano di giovani e giovanissimi. La politica e le istituzioni dovrebbero fare tesoro di questi monitoraggi e almeno per due motivi: prendere atto che ci sono migliaia di persone , giovani, che hanno imboccato la strada giusta nel fare impresa e che la credibilità mediante la Rete su ciò che fanno è un valore culturale per la sfida ai cambiamenti climatici.

Anche Marina Bonomi, amministratore selegato di Mimesi, ritiene che la green economy sia un trend destinato a durare nel temo. Come noi condivide che l’ aumento delle “emissioni di gas-serra da fonti fossili e dall’industria può essere fermato solo grazie allo sviluppo tecnologico e all’innovazione”. Il lavoro svolto conferma che in Rete ci sono grandi potenzialità, nonostante la permanenza di tanta energia tradizionale nella struttura industriale italiana . M questa è altra storia.

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