Colossi sì, ma dai piedi d’argilla. Almeno di fronte al rischio coronavirus SARS-CoV-2. Le Big Four tech companies, vale a dire Google, Amazon, Facebook e Apple (e, a cascata, tutte le altre della Silicon Valley), stanno facendo i conti come qualunque altra azienda del pianeta con le restrizioni sanitarie necessarie a ridurre i contagi. Uffici chiusi, commesse milionarie saltate e conferenze posticipate a data da destinarsi. Un rapido elenco.
FACEBOOK COSTRETTA A CHIUDERE DOPO UN DIPENDENTE CONTAGIATO
L’ultima colpita dal dilagare della SARS-CoV-2 è stata Facebook. Uno dei suoi dipendenti è risultato positivo alla prova del tampone (leggi anche: Tutto su Copan, l’azienda bresciana che rifornisce di tamponi il mondo) è così a Mark Zuckerberg non è restato altro da fare se non decretare la chiusura degli uffici fino a nuovo ordine. Ma il danno più grave a livello economico per il gigante dei social è stato dover cancellare F8, la conferenza annuale degli sviluppatori di Menlo Park, prevista per il 5-6 maggio prossimi a San Francisco, dove erano attesi non meno di 5 mila partecipanti.
TWITTER: LAVORATE DA CASA
Ma Facebook di Mark Zuckerberg è soltanto l’unico ad accodarsi alla necessità di sfruttare lo smart working (del resto, se non sono proprio le big del tech a dare il buon esempio…). Il primo a muoversi in tal senso era stato Jack Dorsey, ceo di Twitter, che in un cinguettio aveva detto: “Ci impegniamo per contribuire ad aumentare la salute collettiva”, invitando i dipendenti a lavorare da casa.
Out of an abundance of caution and care, both @Twitter and @Square are taking significant measures to help lower the probability of spread of #coronavirus #covid19, including strongly encouraging all of our employees globally to work from home if able. More here:
— jack 🌍🌏🌎 (@jack) March 3, 2020
GOOGLE COSTRETTA A RINVIARE I/O
L’isteria da coronavirus che gli USA stanno vivendo in queste ore pare essere giunta anche nell’unica vera “piazza” del Web, vale a dire Google. Quest’anno niente I/O, saltata la serie di incontri e conferenze che si tiene ogni anno in primavera a Mountain View (California) durante la quale vengono rivelate al mondo le novità di casa Google, soprattutto in tema Android.
A #GoogleIO update.
Due to concerns around the coronavirus (COVID-19), we’ve decided to cancel this year’s physical event at Shoreline Amphitheatre. It’s sad that we won’t be able to gather as a developer community but your health and safety is our priority. (1/2)
— Google Developers (@googledevs) March 3, 2020
E i colloqui di lavoro? Google ha deciso di continuarli, ma in videoconferenza, non via Skype – ovviamente -, ma su Google Hangouts, così evitare l’imbarazzo di una assunzione che non viene certificata dalla proverbiale stretta di mano.
APPLE VIETA VIAGGI IN ITALIA AI DIPENDENTI
Apple è andata oltre, cancellando tutte le trasferte nei Paesi ritenuti a rischio (tra questi anche l’Italia) e invitando i propri dipendenti a evitare viaggi privati nelle medesime destinazioni, per la sicurezza sanitaria di tutti. La Mela aveva già risentito delle ripercussioni economiche del coronavirus sul mercato asiatico, riscontrando a fine anno una sensibile diminuzione della domanda sul mercato cinese. “L’epidemia è una situazione abbastanza dinamica”, che rappresenta “una sfida” aveva detto l’amministratore delegato Tim Cook parlando agli investitori e giustificando una trimestrale sottotono rispetto alle previsioni. “La nostra prima priorità è la salute e la sicurezza dei nostri impiegati e dei nostri partner. Le nostre energie sono concentrate su questo”, aveva poi aggiunto.
SMARTWORKING PER AMAZON E MICROSOFT
Anche Amazon e Microsoft si sono accodate alla decisione di chiudere gli uffici – o comunque lasciarli aperti al minor numero possibile di impiegati – impostando come regola da seguire quella dello smart working e di riunioni trasmesse in streaming. Il gigante di Jeff Bezos è stato costretto a tale scelta dalla contingenza, dopo che uno dei suoi dipendenti è risultato positivo al Covid-19.
CON L’EPIDEMIA NON SI GIOCA
Il Coronavirus ha travolto non solo Facebook, Google e le altre Big della Silicon Valley, ma anche l’intero settore dei videogames. Posticipata a data da destinarsi, infatti, la Game Developers Conference (GDC), il più grande raduno annuale degli sviluppatori di videogiochi professionisti dove si riversano anche centinaia di giornalisti e decine di migliaia di appassionati. Con software house in arrivo dai quattro angoli del globo (Giappone, Europa, India e ovviamente anche dalla Cina) per presentare le loro novità. Se ne riparlerà forse più in là.
Ma, dato che il calendario nel settore è fitto e cadenzato da altre date (subito dopo si tiene l’E3 di Los Angeles, quindi l’appuntamento di Colonia in agosto e poi ancora Londra e Tokyo, per concludere l’anno con la Milan Games Week), difficilmente si farà lo stesso. Un’opportunità persa anche per l’Italia, dato che Mise (Sviluppo Economico) e Ice (Commercio estero), avrebbero dovuto esporre assieme a IIDEA (l’associazione di categoria) il made in Italy del videogioco a San Francisco.
Per restare sul tema, gli approfondimenti di Start:
PERCHE’ NON CREDO AL CEPPO ITALIANO DEL CORONAVIRUS, PARLA IL PROF RICCIARDI (OMS)
I VERI RISCHI PER IL SISTEMA SANITARIO CON IL COVID-19
COME PROCEDE IL CORONAVIRUS IN ITALIA. ANALISI
CORONAVIRUS E INFLUENZA, BUGIE E VERITA’. IL POST DI BURIONI