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Xbox

Ecco come Microsoft Xbox giochicchierà la partita contro PlayStation (secondo il Wsj)

Mentre PlayStation doppiava Xbox immettendo nella fornace un gran numero di esclusive, Microsoft si concentrava sulla creazione di una platea fidelizzata di abbonati che non ha bisogno di una console per giocare. Sono questi i veri piani di Redmond?

E se Microsoft, esattamente come fece Nintendo dopo la duplice batosta del N64 e del GameCube, avesse deciso di non porre più la propria Xbox in competizione diretta con la PlayStation di Sony, ma stesse costruendo una sua platea?

PLAYSTATION 5 VS XBOX SERIES X|S: NON C’È PARTITA

È l’ipotesi, curiosa ma sensata, messa in campo dal Wall Street Journal alla quale già diversi analisti avevano comunque pensato, specie dopo le mosse di Redmond nell’ultimo periodo. PlayStation, del resto, è una corrazzata imbattibile.

Secondo la testata economica americana, al 30 giugno il divario era più o meno questo: 28,3 milioni di unità di Xbox piazzate ai quattro angoli del globo da Microsoft e 61,7 milioni da Sony con PlayStation 5.

Difficilmente le sorti della partita saranno sovvertite in questa generazione di console. Ma, anche a guardare alle sfide passate, si tratta di un risultato che si ripete da quando Redmond ha voluto invadere il mercato videoludico.

SONY PUNTA TUTTO SULLE ESCLUSIVE

Per il Wsj Microsoft non solo parte da una posizione di partenza svantaggiata (lo dice la storia) e col gap di non essere mai riuscita a sfondare davvero nell’area asiatica (specie in Giappone), ma si è pure affidata, soprattutto negli ultimi tempi, a una strategia che punta sulla disponibilità immediata dei suoi titoli anche su PC.

Non è insomma necessario possedere una Xbox Series X|S per giocare alle sue esclusive: basta un computer. Chiunque giochi su computer sa bene che da tempo i “games for Windows” ricadono nell’ecosistema Xbox.

Anche Sony, che ha necessità di diminuire le spese e aumentare i margini, ha iniziato a distribuire i suoi giochi su computer: ma oltre a centellinarli li fa arrivare con gran ritardo (per esempio, debutta solo ora su PC God of War Ragnarök) per evitare che le sue esclusive vengano depotenziate.

MICROSOFT FIDELIZZA L’UTENZA

I numeri danno ragione a Sony: se PlayStation 5 doppia le Xbox Series significa che i giocatori che vogliono giocare a un determinato videogame hanno acquistato – volenti o meno – l’ammiraglia nipponica.

Viceversa, l’immediata disponibilità dei titoli di punta della console Microsoft nell’ecosistema PC non ha funto da propellente per la vendita dell’hardware. Altri numeri, però, svelerebbero le reali mosse di Redmond: il bacino di utenza del Game Pass è arrivato a quota 34 milioni di giocatori.

I VARI TENTATIVI DI XBOX DI SORPASSARE PLAYSTATION

Nintendo a fine 2006, avendo realizzato che con PlayStation in campo non sarebbe più stata la sola al centro della scena, trovò la sua nicchia videoludica con il Wii (poi col DS, il 3DS e infine lo Switch) puntando su metodi innovativi di divertire e allargare la platea videoludica.

Microsoft, non potendo fare altrettanto (non che non ci abbia provato: qualcuno ricorda ancora il fallimento del Kinect?) starebbe allora creando una schiera di abbonati, di fidelizzati che non comprano i titoli ma li prendono in prestito, li giocano indifferentemente (e digitalmente) su PC o console e poi procedono col provarne di nuovi, a seconda delle offerte ricomprese nelle sottoscrizioni.

VERSO UN NUOVO MODO DI VIDEOGIOCARE?

Se il WSJ avesse ragione – ed è probabile che sia così, perché le mosse di Microsoft vanno in quella direzione – il colosso di Redmond starebbe insomma provando a scardinare il concetto di videogioco così come lo abbiamo concepito finora per farlo diventare trasversale. Forte del fatto che molti potrebbero non avere una Xbox, ma quasi tutti hanno comunque un computer e, ogni tanto, potrebbero volerci giocare.

Una vera e propria Netflix videoludica, almeno a tendere. Una strategia che certo non piacerà a Sony, dato che la digitalizzazione dell’intera offerta sembra permettere una forte riduzione dei costi (soprattutto se Microsoft dovesse decidere nel prossimo futuro di non produrre altre Xbox) ma nemmeno agli store fisici di videogiochi che ancora resistono. Come GameStop, acciaccato ma ancora con le serrande alzate.

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