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Ecco come Meta vuole segare la causa antitrust

Accusata dall'Antitrust statunitense di aver monopolizzato il mercato dei social network con le acquisizioni di Instagram e WhatsApp, Meta di Zuckerberg chiede che dopo oltre 4 anni il caso venga archiviato perché "debole" e costoso per i contribuenti. Fatti, numeri e commenti

 

Avviate le indagini alla fine del 2020, lo scorso aprile, la Federal Trade Commission (Ftc) ha dato avvio al processo antitrust nei confronti di Meta, allora Facebook, per aver monopolizzato il mercato dei social network tramite le acquisizioni di Instagram e WhatsApp.

Ora il suo Ceo, Mark Zuckerberg, ha chiesto a un giudice di archiviare il caso perché ritiene che l’autorità di regolamentazione stia spendendo “milioni di dollari dei contribuenti” su un “caso debole”.

L’ACCUSA DELLA FTC A META

Il cuore dell’accusa mossa dalla Ftc a Meta è che questa detenga un monopolio illecito, costruito attraverso acquisizioni strategiche – ovvero quelle di Instagram (2012) e WhatsApp (2014) – finalizzate non a migliorare i servizi per l’utenza, ma a neutralizzare potenziali concorrenti emergenti.

Tra le nuove generazioni è sicuramente innegabile che Instagram e WhatsApp abbiano mandato in pensione Facebook, tuttavia, durante il processo, Zuckerberg ha contestato l’idea che la sua azienda avesse un monopolio, citando le attuali minacce competitive che affronta con TikTok, SnapChat e YouTube.

LA CONTROMOSSA DI META

Giovedì scorso Meta ha quindi presentato una mozione per chiedere di archiviare il caso “perché la Ftc non ha dimostrato né il monopolio dell’azienda di Menlo Park, né i danni causati ai consumatori in seguito all’acquisizione di Instagram e WhatsApp” ed “è quindi inutile continuare a spendere i soldi dei contribuenti”.

“È chiaro che la Ftc non è riuscita a soddisfare lo standard legale richiesto dalla legge antitrust”, ha detto il portavoce di Meta, Christopher Sgro, il quale ha poi ribadito l’argomento di apertura di Meta, affermando che il caso dimostrerà “ciò che ogni 17enne nel mondo sa: Instagram compete con TikTok (e YouTube, X e molte altre app)”.

Sgro ha infine aggiunto: “La Ftc ha speso decine di milioni di dollari dei contribuenti per portare un caso debole con una definizione di mercato che ignora la realtà”.

SCENARI SIDERALMENTE OPPOSTI

L’esito del processo darebbe vita a due scenari totalmente diversi. Se accettata, la mozione porrebbe infatti fine al processo ma se invece Meta perdesse il caso potrebbe essere costretta a dismettere Instagram e WhatsApp, che si ritiene rappresentino fino alla metà delle entrate pubblicitarie di Meta, il cui valore è di 1.600 miliardi di dollari.

Inoltre, se la richiesta dell’azienda non venisse accolta, le parti dovrebbero presentare i loro ultimi documenti e tenere le arringhe finali e se il giudice dovesse poi stabilire che Meta detiene un monopolio illegale, il caso passerebbe a un secondo processo per determinare misure appropriate.

Ma quello di Meta non è un caso isolato. Bensì è il terzo processo negli Stati Uniti volto a smantellare le Big Tech negli ultimi anni, dopo i due casi separati del dipartimento di Giustizia contro Google per le sue attività nel settore della ricerca e della pubblicità.

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