Inarrestabile la crescita del video streaming: per la prima volta il fatturato delle piattaforme supera quello delle pay-tv.
È quanto emerge tra l’altro dalla nuova edizione del Report Media & Entertainment, pubblicato dall’Area Studi Mediobanca, con l’analisi del settore a livello mondiale e italiano. Il report analizza le performance dal 2019 al 2024 dei principali gruppi italiani e dei 21 maggiori player privati mondiali, di cui nove hanno sede negli USA, dieci in Europa e uno rispettivamente in Giappone e Sudafrica.
Secondo l’analisi di Mediobanca, appare infatti inarrestabile l’espansione dei ricavi dei servizi streaming che, grazie a una crescita del 12,5%, raggiungono il 20,4% del giro d’affari complessivo del settore, superando così per la prima volta la Pay Tv tradizionale, ferma al 20,1% e in contrazione del 3,2% rispetto al primo trimestre 2023.
Tutti i dettagli.
NETFLIX SI CONFERMA LEADER NEL VIDEO STREAMING DAI DATI MEDIOBANCA, SEGUITO DA DISNEY E AMAZON
Al 30 marzo 2024, gli utenti delle principali piattaforme di streaming sono cresciuti del 2,4%, beneficiando anche delle nuove offerte Ad-supported, ma in rallentamento (al 31/12/2023 era +4,7% sul 31/12/2022)
Netflix riconquista la 1° posizione per numero di abbonati su scala globale, raggiungendo quasi 270 milioni di abbonati, pari al 26,9% del mercato S-Vod (+3,6% su dicembre 2023). Seguono Walt Disney, che con le sue tre piattaforme (Disney+, Hulu e ESPN+) sfiora quota 230 milioni, e Amazon, con oltre 200 milioni di sottoscrittori. A maggior distanza si collocano la Warner Bros. Discovery (9,9%, con quasi 100 milioni di abbonati, +3,3% su dicembre 2023) e la Paramount Global (7,1%, con oltre 70 milioni di utenti, +5,5%).
Anche a livello di singola piattaforma Netflix si conferma in prima posizione, seguita da Prime Video con il 22,2% del mercato e Disney+ con il 15,3% Prime Video si afferma anche come importante aggregatore, dando la possibilità di sottoscrivere e accedere a contenuti di piattaforme terze (e.g. Discovery+, Paramount+ e Infinity+); da maggio 2024 sbarca su Prime Video anche il canale tematico «Eagle No Limits» del Gruppo Holland, precisa Mediobanca.
IL CONSOLIDAMENTO DEL SETTORE NEL MERCATO A STELLE E STRISCE
E per far fronte all’espansione dello streaming, i principali operatori statunitensi hanno avviato, per primi, un deciso percorso di consolidamento del settore. Come ricorda l’Area Studi di Mediobanca dal 2018 ad oggi, negli Stati Uniti si sono registrate sei aggregazioni di rilievo, oltre al progetto di fusione tra Paramount e Skydance approvato nel luglio 2024. A giugno infatti il gigante dell’intrattenimento americano e Skydance Media, lo studio cinematografico dietro Top Gun: Maverick di David Ellison sostenuto dalle società di private equity RedBird Capital e Kkr, avevano concordato i termini di una fusione.
L’INTERNAZIONALIZZAZIONE NEL VECCHIO CONTINENTE
Con tempi e modalità differenti, anche in Europa cominciano a intravedersi i primi segnali di internazionalizzazione, segnala Mediobanca.
Nel gennaio 2024 il cda del gruppo francese Vivendi ha annunciato di aver approvato il progetto di scissione della società in più entità (Canal+, Havas, publishing and travel retail e una società di investimento) ciascuna delle quali verrà quotata in Borsa. Dopodiché, lo scorso aprile Canal+ Group ha presentato una proposta vincolante per incrementare la quota di possesso nel Gruppo sudafricano MultiChoice al 100% (attualmente pari al 45,2%) a 125,00 ZAR per azione (poco più di €6). Secondo il comunicato congiunto diffuso il 4 giugno l’offerta si chiuderà l’8 aprile 2025 e il risultato sarà reso pubblico il 25 aprile 2025.
Il 30 aprile 2024 l’assemblea di ProsiebenSat.1 ha respinto invece la proposta di MFE, relativa alla separazione dei segmenti E-commerce e Dating, ma esprime chiaramente la volontà che il gruppo si concentri maggiormente sul business dell’intrattenimento attraverso una più rapida e decisa strategia di vendita delle attività non core.
Il fondo d’investimento ceco-olandese PPF Group N.V. è il secondo azionista di ProSiebenSat.1, con circa il 12% dei diritti di voto, e controlla CME Media Enterprises, gruppo M&E che opera in sei mercati dell’Europa centrale e orientale con un fatturato 2023 di circa €800 milioni Se il fondo PPF, in considerazione degli ultimi investimenti fatti (ProSiebenSat.1 11,60% e ViaPlay Group 29,29%), fosse interessato ad allargare la propria base di investimento nel settore Media & Entertainment, si potrebbero aprire interessanti sinergia e possibili collaborazioni tra MFE e PPF, mette in risalto Mediobanca.
IL TEMA DEL FAIR SHARE
Infine, l’Area studi di Mediobanca evidenzia che “il processo di digitalizzazione e la distribuzione dei contenuti attraverso internet hanno condotto all’affermazione di nuovi modelli di fruizione basati sulle logiche del “whenever, wherever and on any device””.
La maggiore fruizione di contenuti video ad alta definizione su broadband si traduce in un’inevitabile esigenza di ampliare e ammodernare le infrastrutture di rete e le conoscenze diffuse in know-how digitale, offrendo così l’opportunità ai giganti del WebSoft di guadagnare ulteriori quote di mercato. “Queste tematiche enfatizzano il ruolo determinante dell’infrastruttura tecnologica e sollevano interrogativi sui soggetti che debbono concorrere al finanziamento degli ingenti investimenti richiesti” conclude Mediobanca.
Da tempo a livello europeo per esempio si discute circa la possibilità di introdurre una tariffa “equa”, cosiddetto “fair share”, per i fornitori di contenuti affamati di dati come YouTube e Netflix per aiutare gli operatori di telecomunicazioni a rinnovare le loro reti. Nello specifico, gli operatori Telco vogliono dividere i costi del lancio del 5G nell’Ue con le Big Tech, che delle reti sono i principali utilizzatori, insistendo sul “fair share” ovvero il contributo equo di tutti gli attori digitali. Ma per i giganti del web, anziché di “fair share” si dovrebbe parlare piuttosto di “Internet tax” o “commissioni di rete”, visto che di tariffe si tratta.