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Gray Eagle

Perché gli Usa sospendono l’invio di droni Grey Eagle all’Ucraina

Stop al piano dell'amministrazione Biden di vendere quattro Uav armati Grey Eagle all'Ucraina. Il Pentagono teme che le sofisticate apparecchiature di sorveglianza possano cadere in mani nemiche, affermano due fonti a Reuters. Tutti i dettagli

 

Niente droni Grey Eagle all’Ucraina.

Il piano dell’amministrazione Biden per vendere all’Ucraina quattro droni MQ-1C Grey Eagle per resistere all’offensiva russa è sospeso. Lo ha riportato Reuters, citando due fonti vicine al dossier.

Sempre Reuters aveva rivelato a inizio giugno l’intenzione di Washington di fornire i velivoli armati senza pilota alle forze ucraine. Il piano, che circola da marzo, aveva ricevuto il via libera dalla Casa Bianca, hanno riferito le fonti.

I droni, prodotti dall’americana General Atomics possono essere armati con missili Hellfire.

L’obiezione tecnica alla vendita è stata sollevata durante un esame più approfondito da parte della Defense Technology Security Administration del Pentagono incaricata di mantenere la tecnologia di alto valore al sicuro dalle mani del nemico.

Si teme infatti che i radar e le apparecchiature di sorveglianza dei droni potrebbero creare un rischio per la sicurezza per gli Stati Uniti se cadessero nelle mani della Russia, sottolinea Reuters.

Dall’invasione russa in Ucraina gli Usa hanno già inviato a Kiev 121 droni Phoenix Ghost costruiti negli Usa. Inoltre Washington aveva già consegnato i droni Switchblade sviluppati dalla società statunitense AeroVironment e già in funzione in Ucraina. Rispetto agli Switchblade, i cosiddetti droni kamikaze, i Phoenix Ghost hanno un “raggio d’azione” più ampio, aveva precisato il portavoce del Pentagono.

Ma con i droni Grey Eagle, invece, si tratterebbe di un salto tecnologico passando a un sistema molto più sofisticato.

Tutti i dettagli.

COSA SONO I DRONI GREY EAGLE

L’amministrazione Biden aveva intenzione di inviare a Kiev quattro esemplari armati fino a otto missili Hellfire: possono volare più di 30 ore e raccogliere un’enorme quantità di dati.

“La vendita di questi “killer dell’aria” così moderni sarebbe particolarmente significativa, dal momento che metterebbe per la prima volta in campo contro la Russia un avanzato sistema statunitense, peraltro riutilizzabile, in grado di effettuare molteplici attacchi profondi” segnalava Rai News.

“In generale, l’MQ-1C è un velivolo molto più grande, con un peso massimo al decollo circa tre volte superiore a quello del Bayraktar-TB2, con vantaggi commisurati in termini di capacità di carico utile, raggio d’azione e resistenza”, ha dichiarato a Reuters l’esperto di droni Dan Gettinger della Vertical Flight Society.

L’MQ-1C è anche compatibile con una maggiore varietà di munizioni rispetto al Bayraktar-TB2. I Bayraktar ucraini sono equipaggiati con missili MAM-L di fabbricazione turca da 22 kg (48 libbre), circa la metà del peso di un Hellfire.

IL COSTO

Secondo i documenti di bilancio dell’esercito americano, i sistemi Uav Grey Eagle costano 10 milioni di dollari ciascuno.

PERCHÉ IL PENTAGONO HA DETTO STOP

La decisione se continuare o meno con l’accordo è ora in fase di revisione più in alto nella catena di comando del Pentagono. Ma i tempi di qualsiasi decisione sono incerti, ha ribadito una delle fonti a Reuters.

“Le revisioni della sicurezza tecnologica sono una pratica standard per il trasferimento di articoli della difesa degli Stati Uniti a tutti i partner internazionali. Tutti i casi sono esaminati individualmente in base al proprio merito. Attraverso il processo stabilito, i problemi di sicurezza nazionale sono all’attenzione dell’autorità di approvazione appropriata”, ha affermato il portavoce del Pentagono Sue Gough.

Una soluzione per portare avanti la vendita sarebbe sostituire il pacchetto radar e sensore esistente con qualcosa di meno sofisticato. Ma il procedimento potrebbe richiedere mesi ha evidenziato una delle fonti a Reuters.

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