La Difesa punta un miliardo in più per il nuovo cingolato da combattimento dell’Esercito.
Come si apprende dal documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2024-2026 trasmesso al Parlamento, il dicastero guidato da Guido Crosetto ha stanziato 1,2 miliardi di euro aggiuntivi per il programma Aics (Armored Infantry Combat System) ora denominato A2CS (Army Armoured Combat System) per l’acquisizione del nuovo veicolo cingolato da combattimento per la fanteria della forza terrestre italiana.
Già lo scorso anno il Dpp 2023-2025 ufficializzava la previsione di spesa di 15 miliardi per l’acquisizione di un sistema di sistemi per la fanteria pesante, incentrato su piattaforme sia combat (Armored Infantry Fighting Vehicle – Aifv) sia di supporto, raddoppiando la spesa rispetto all’anno precedente quando era previsto un fabbisogno complessivo di 6 miliardi.
“Il totale dello stanziamento sale cosi a 6,4 miliardi di euro, a fronte di un fabbisogno complessivo stimato in circa 15 miliardi di euro” osserva Pietro Batacchi, direttore di Rid, evidenziando che “Entro fine mese, come annunciato, è attesa la costituzione della nuova joint venture tra Leonardo e Rheinmetall che con tutta probabilità opererà come prime contractor del programma (che, secondo quanto comunicato dalle 2 aziende a luglio, partirà dalla base rappresentata dall’IFV Lynx di Rheinmetall. Tuttavia nella scheda del Dpp non c’è alcun riferimento al Lynx)”.
Tutti i dettagli.
IL PROGRAMMA A2CS
Nel nuovo Dpp, si spiega che il programma è finalizzato al rinnovamento dell’intera capacità di combattimento delle forze pesanti, attraverso l’acquisizione di un sistema di sistemi (famiglia di piattaforme) per la fanteria pesante (Army Armored Combat System- A2CS), incentrato su una famiglia di piattaforme sia combat (Armored Infantry Fighting Vehicle – AIFV) sia di supporto (Posto Comando, controcarro, esploranti, portamortaio, genio guastatori, esploratori, contraereo, portaferiti, portamunizioni, scuola guida).
LE CARATTERISTICHE
Nello specifico, si legge nel Dpp 2024-2026, il “nuovo sistema, caratterizzato da un approccio modulare, sarà in grado di esprimere performance evolutive basate su soluzioni tecnologiche mature, con un design di sistema idoneo a garantire un continuo potenziale di crescita”.
Il documento non menziona quindi il veicolo da acquistare o sviluppare, come messo in evidenza da Rid, ma afferma soltanto che “Tali soluzioni assicureranno l’interoperabilità con altre famiglie di piattaforme, l’interconnessione dei sistemi di comando e controllo e il Battle Space Management, al fine di contribuire efficacemente al conseguimento di effetti multi domain efficaci nell’intero spettro delle operazioni. Il programma si inserisce nell’ambito di un diffuso interesse, da parte di Paesi alleati ed amici, nel rinnovamento delle capacità di combattimento delle forze pesanti, alla luce della progressiva obsolescenza delle piattaforme di riferimento. In tale contesto, la Difesa italiana intende perseguire soluzioni che, oltre a soddisfare l’esigenza capacitiva, consentano di massimizzare ritorni a livello industriale, occupazionale e in termini di accrescimento del know-how tecnologico nazionale”.
LE RISORSE AGGIUNTIVE
Pertanto, il programma ha ricevuto una necessaria integrazione di 1,2 miliardi di euro attraverso risorse a “fabbisogno” recate dalla Legge di Bilancio 2024, si legge nel nuovo Documento programmatico della Difesa.
QUELLE PREVISTE DAL DPP DELLA DIFESA 2024-2026
Dunque, guardando alla suddivisione delle risorse, per il 2024 la Difesa prevede 48 milioni di euro (come già previsto nel Dpp precedente) e 117,9 milioni nel 2025 (rispetto ai 76 milioni previsti nel precedente Dpp), 220 milioni nel 2026 e 814 milioni di euro nel triennio 2027-2029, per un fabbisogno complessivo di 15 miliardi di euro.
IN VISTA DELLA FASE DI R&S DEL MGCS
Anche quest’anno, la Difesa precisa che “Lo sviluppo di tale progettualità in un contesto multinazionale, basato su alleanze tra solide realtà europee che già collaborano con le aziende italiane, creerà opportunità vantaggiose per l’espansione della partnership al programma di sviluppo del futuro Main Battle Tank europeo e relative piattaforme derivate Mgcs la cui realizzazione è consequenziale e strettamente correlata al programma Army Armored Combat System. In tale contesto, si rafforzerà la cooperazione strategica ed industriale con paesi Alleati e partner, posizionando la Nazione quale contributore e beneficiario dei futuri sviluppi nel segmento capacitivo dei mezzi pesanti/corazzati. Per quanto sopra, il programma potrà includere studi prodromici alla fase di ricerca e sviluppo del citato Mgcs”.
IN ATTESA DELLA JV LEONARDO-RHEINMETALL
Infine, anche se il Documento non menziona specificatamente la piattaforma, non resta che attendere la costituzione della joint-venture – annunciata a luglio dall’italiana Leonardo e la tedesca Rheinmetall – con l’obiettivo di gestire i futuri contratti di produzione di nuovi carri armati pesanti (Mbt) e nuovi veicoli blindati di fanteria (A2cs) per l’Esercito italiano, che deve rinnovare la flotta vetusta degli Ariete e Dardo.
In merito alla jv tra l’azienda guidata da Roberto Cingolani e il gruppo teutonico capeggiato da Armin Papperger “riteniamo che i tempi verranno confermati tra fine settembre e metà ottobre perché entro l’anno abbiamo intenzione di avere per questa jv la finalizzazione e l’architettura dei contratti almeno per quelli verso la Pa italiana” aveva dichiarato Lorenzo Mariani, condirettore generale di Leonardo, a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio a inizio mese. “Ci stiamo lavorando – aveva aggiunto Mariani – si tratta di un accordo che riguarda prevalentemente i prodotti italiani e poi, in una fase della successiva, fare dell’export. Stiamo definendo in parallelo quella che deve essere l’offerta per i contratti italiani dei carri”.