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Ferrovie Cina

Dalla Cina all’Italia con il treno ad alta velocità. I dettagli del progetto

La distanza tra Italia e Cina si riduce, improvvisamente, grazie al progetto della nuova linea ferroviaria che collegherà la Cina e l’Italia   La Cina non è mai stata così vicina. Gli 8080 km che separano Milano e Pechino sembrano improvvisamente un numero meno impressionante. Questo grazie al progetto della nuova linea ferroviaria che collegherà la…

La distanza tra Italia e Cina si riduce, improvvisamente, grazie al progetto della nuova linea ferroviaria che collegherà la Cina e l’Italia

 

La Cina non è mai stata così vicina. Gli 8080 km che separano Milano e Pechino sembrano improvvisamente un numero meno impressionante. Questo grazie al progetto della nuova linea ferroviaria che collegherà la Cina e l’Italia. L’ambizioso piano infrastrutturale da oltre cento miliardi di dollari, lanciato dal presidente Xi Jinping nel 2013 per integrare l’Asia e l’Europa via terra e via mare, rappresenta un forte impulso per l’economia del Paese. Si stanno ponendo le basi per una nCinauova ragnatela di infrastrutture in cui le merci viaggeranno più velocemente.

Quello di collegare anche l’Italia è ancora un’ipotesi ma la volontà c’è e anche un reale interesse.  “Vogliamo arrivare a Milano entro quest’anno”, ha detto Li Bin, vice direttore alla logistica della municipalità di Chongqing, megalopoli sudoccidentale nel corso di una intervista organizzata da Radio Cina Internazionale con altri giornalisti italiani. “Abbiamo avuto contatti preliminari con il consolato italiano e apriremo presto un canale ufficiale con Trenitalia”.

Un nuovo punto di smercio strategico , è questo quello che serve alla Cina e da sempre Milano è una delle mete preferite dagli investitori cinesi.
Se si prendono in esame i dati tra il 2000 e il 2016, infatti l’Italia si è piazzata al terzo posto tra le destinazioni degli investitori cinesi in Europa, a quota 12,8 miliardi di euro, dietro solamente alla Gran Bretagna (a 23,6 miliardi) e alla Germania, seconda con 18,8 miliardi di euro.

Il progetto

Il progetto non è completamente nuovo. A dirla tutta, infatti, le prime infrastrutture sono state inaugurate il 18 gennaio del 2011 è lunga più di 11,170 chilometri e attraversa 6 Paesi: Cina, Kazakhstan, Russia, Bielorussia, Polonia, Germania. I 50 giorni di nave che ci volevano per attraversare l’Europa sembrano ormai un ricordo confrontati ai 12 giorni previsti con la linea ferroviaria .

La ferrovia che collega Chongqing a Duisburg (Yu’Xin’Ou), uno dei primi collegamenti in ferro per il trasporto delle merci dal Sud Ovest della Cina all’Europa, sta valutando la possibilità di creare un nuovo punto di smercio in Italia. Chongqing è una megalopoli sudoccidentale da oltre 30 milioni di abitanti, snodo strategico dell’iniziativa Belt and Road. E se l’antica via della seta era una combinazione di percorsi e linee, oggi il progetto cinese vuol dar vita ad una sorta di metropolitana intercontinentale ad alta velocità.

Le rotte si stanno moltiplicando. In tutto sono circa 50 le linee che si diramano da queste rotte e 22 le città cinesi collegate. Alla fine dello scorso anno il Consiglio di Stato ha annunciato un nuovo piano di investimento di 503 miliardi di dollari. L’obiettivo è quello di costruire 30mila chilometri di nuove linee ad alta velocità che andranno ad aggiungersi agli attuali 19mila.

Anche Russia e Cina saranno sempre più vicine: è in via di costruzione una nuova linea veloce Mosca-Pechino, con  un accordo di finanziamento di 25 miliardi di euro della tratta Mosca-Kazan, che costituirà una parte fondamentale della nuova linea ferroviaria della seta.

Perchè il progetto?

Uno dei motivi per i quali la Cina sta concentrando le sue energie in questo progetto dipende anche dalla volontà di ridurre la dipendenza delle vie del commercio marittime, principale canale per l’importazione di energia. Questo anche a causa dei conflitti sulle diverse isole contese tra il mare Mar Cinese Orientale e Meridionale. I numeri del trasporto ferroviario sono in netto aumento ( si parla di una crescita di circa il 25%) ma la principale via rimane quella marittima. Ogni anno, secondo i dati del World Shipping Council relativi al 2013, tra Asia ed Europa viaggiano via nave container per un valore stimato di oltre 20 milioni di TEU.

E perchè l’Italia?

La posizione dell’Italia è strategica per Pechino. Sergio Maffettone, console italiano di Chongqing ha infatti ribadito l’interesse cinese nell’investire sulle nostre linee ferroviarie: il Paese asiatico sta cercando 

Cina


Oltre al discorso marittimo un altro dei motivi che stanno spingendo il governo cinese nell’investire in questo imponente progetto è quello di voler guidare il risveglio dell’economia dell’entroterra. Sono stati effettuati infatti importanti investimenti nelle zone più arretrate del Paese.nuovi itinerari d’accesso all’Europa. “Stiamo spingendo le autorità che gestiscono la ferrovia intercontinentale a visitare Milano, Trieste, Verona, per verificare la sede migliore per l’apertura di un ramo della linea nel Sud Europa”.

Da sempre l’Italia e in particolare Milano rappresentano una fortissima attrattiva per gli investitori cinesi. Si pensi al calcio, Milan e Inter o alle tantissime operazioni che si sono realizzate negli ultimi anni come Pirelli, H3G o Ansaldo sempre nel capoluogo lombardo. Del resto la città della Madonnina è sempre stata vista come il cuore dell’innovazione tecnologica del design e del lusso.

Cina nuova potenza Coloniale?

Spinte dalla crescita economia, dalla fame di nuove risorse e nuovi mercati e dalla politica (un desiderio di alleati strategici), le aziende cinesi e lavoratori si sono precipitati in tutte le parti del mondo.

E se nel 2000, solo cinque Paesi vedevano la Cina come il loro principale partner commerciale; oggi sono più di 100, dall’Australia agli Stati Uniti, gli Stati che pensano a Pechino come loro partner. I progetti proposti per l’espansione della Cina nel mondo non di fermano.

Oggi, se si prende il volo notturno da Shanghai a Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, è molto probabile che ci si possa sedere tra i lavoratori cinesi diretti a un cantiere in Guinea Equatoriale, ricca di petrolio, o verso un’azienda di trasformazione del cotone in Mozambico, o in Nigeria. Come scrive il New York Times, il Commercio della Cina con le nazioni africane è aumentato quaranta volte negli ultimi 20 anni. C’è da dire che l’impegno della Cina in Africa è aumentato quando l’Occidente sembrava essersi ritirato.

CinaL’impegno degli Stati Unit in Asia, in Africa e America Latina è diminuito dopo la guerra fredda. Questo ha portato all’ascesa della Cina e ora è tempo che Pechino mostri la sua leadership globale. Il disprezzo del Presidente Trump per la Trans-Pacific Partnership ha già portato alla presentazione di nuove proposte commerciali da parte di Pechino, che escludono gli Stati Uniti.

“In alcune parti del mondo, la disattenzione relativa dell’amministrazione Trump è sicuramente la creazione di un’apertura per l’ascesa della Cina”, ha sostenuto David Shambaugh, direttore del programma di politica della Cina alla George Washington University e autore del libro 2013 “La Cina diventa globale”.

“Abbiamo accolto la Cina perché, per la prima volta, avevamo una vera alternativa ad un’agenda a guida occidentale”, ha affermato Calle Schlettwein, ministro della Namibia di finanza. “I cinesi dicono: ‘Noi vogliamo che voi siate padroni del proprio destino, diteci quello che volete che facciamo’”, ma hanno anche le loro condizioni. “Vogliono de facto il controllo totale su tutto, è difficile determinare cosa sia meglio”.

I leader cinesi insistono sul fatto che l’influenza di Pechino in Africa e nel mondo sia del tutto benigna, ma non proprio tutti son d’accordo. E per alcuni namibiani gli investimenti Cinesi non valgono la mancanza di libertà che porta la presenza della Repubblica Popolare.

La Cina si propone di salvare il mondo, ma la sua è solo una nuova, moderna (e vecchia) forma di colonialismo?

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