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Da Microsoft a Salesforce: quando l’IA entra in azienda i lavoratori umani perdono il posto

Satya Nadella potrà vantare di essere il Ceo che ha portato la software house fondata da Bill Gates a superare i 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Mentre gira il mondo invitando governi e aziende a investire in soluzioni IA, Microsoft continua a licenziare a tutto spiano; proprio come Salesforce che dopo aver accompagnato alla porta 4mila dipendenti ha ammesso: "Abbiamo bisogno di meno teste". Siamo all'alba di una rivoluzione industriale che elimina i lavori intellettuali e lascia quelli di fatica?

“Ho ridotto il personale da 9.000 a circa 5.000 unità, perché ho bisogno di meno teste”. Non sarebbe potuto essere più chiaro di così il fondatore e ceo di Salesforce, Marc Benioff durante un’intervista al podcast The Logan Bartlett Show commentando la notizia del licenziamento di 4.000 dipendenti e dell’arrivo dell’Intelligenza artificiale in azienda. Salesforce, società per azioni californiana di cloud computing operativa in 36 Paesi del mondo, non è la sola Big Tech ad avere intrapreso la strada dei licenziamenti in parallelo a ingenti investimenti sull’Ai: il caso più eclatante è senz’altro quello di Microsoft, arrivata ormai a 15mila posti tagliati (gli ultimi solo poche ore fa). E Microsoft, si sa, quelle soluzioni di Intelligenza artificiale le crea, assicurando ogni volta che gli algoritmi smart non ruberanno il lavoro a nessuno… Ma è davvero così?

I BILANCI DI MICROSOFT E SALESFORCE SORRIDONO

Entrambe le aziende stanno licenziando in un periodo in cui i conti sono in ordine. Salesforce, che ha chiuso il bilancio dell’anno scorso con un fatturato di 34 miliardi di dollari, nell’ultimo trimestre ha registrato ricavi pari a 10,2 miliardi di dollari, con una crescita del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il fatturato di data cloud e Ai è superiore a 1,2 miliardi di dollari, in aumento del 120% su base annua.

Secondo quanto comunicato dall’azienda, nel secondo trimestre sono stati chiusi oltre 60 accordi superiori a 1 milione di dollari. A seguito di tali risultati è stata aumentata la previsione minima dei ricavi per l’intero anno fiscale 2026 a 41,1-41,3 miliardi di dollari con un incremento dell’8,5%-9% su base annua e dell’8% in CC e la previsione di crescita del flusso di cassa operativo per l’intero anno fiscale 2026 a circa il 12-13% su base annua.

REDMOND VALUTATA OLTRE 4MILA MILIARDI

Corre ancora di più Microsoft (245 miliardi di fatturato nel 2024) che nell’ultimo trimestre ha superato le stime di Wall Street con ricavi aumentati del 18%, raggiungendo 76,4 miliardi di dollari nel periodo aprile-giugno. Gli analisti, secondo i dati raccolti da Lseg, si aspettavano in media 73,81 miliardi.

In gran parte merito di Azure, ovvero la soluzione cloud offerta da Redmond, capace di compiere un balzo del 39%, superando anch’esso le previsioni di Visible Alpha, che indicavano un incremento del 34,75%. Riguardo, invece, alla redditività, Microsoft ha totalizzato un utile per azione di 3,65 dollari. Qui le previsioni si attestavano sui 3,37 dollari. Nel 2025 la capitalizzazione di mercato di Microsoft ha superato per la prima volta i 4.000 miliardi di dollari.

UNA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE CHE LASCIA A CASA GLI INTELLETTUALI

Numeri positivi per le aziende, negativi per i dipendenti di Microsoft e Salesforce, che vengono messi alla porta come se si fosse in periodi di forte contrazione del mercato. Come ricorda Prima, già in estate Benioff aveva annunciato che l’Ai svolge oramai almeno il 50% delle attività operative all’interno dell’azienda con sede a San Francisco.

Un quadro che deve farci riflettere: non si sta licenziando perché le aziende sono in crisi, si taglia perché non c’è più bisogno di personale umano. Siamo insomma di fronte a una nuova rivoluzione sul mondo del lavoro che, anziché portare benessere al ceto medio, consente alle imprese di risparmiare sulla manodopera creando al contempo un impoverimento diffuso.

QUALI SONO I LAVORI MINACCIATI DALL’AI SECONDO MICROSOFT?

Soprattutto, si ribalta la versione classica della tecnologia intesa come mezzo per evitare i lavori più faticosi lasciando l’uomo libero di concentrarsi sulle professioni intellettuali. Secondo uno studio che la stessa Microsoft ha pubblicato questa estate, le categorie maggiormente minacciate sono quelle degli interpreti e dei traduttori, degli storici, dei rappresentanti di vendita di servizi.

Rischiano la disoccupazione pure scrittori, autori e giornalisti, i lavoratori che operano nell’assistenza clienti, programmatori, operatori telefonici, agenti di biglietteria e addetti al viaggio o ancora annunciatori radiofonici e dj. E le tante intelligenze artificiali che realizzano immagini (come quella che campeggia in cima a questo articolo) ci ricordano che pure artisti e grafici hanno ormai i giorni scontati.

QUANDO IL CEO DI MICROSOFT DICEVA CHE L’IA AVREBBE ELIMINATO SOLO IL LAVORO NOIOSO…

Eppure solo lo scorso anno, quando l’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella intraprese un lungo tour mondiale alla ricerca di clienti pubblici e privati cui vendere le soluzioni di intelligenza artificiale in sviluppo in quel di Redmond diceva ben altro: “Se ne andrà il lavoro noioso e resterà l’ambizione umana. Mentre le cose vengono fatte dall’IA useremo il tempo diversamente, che lo si chiami lavoro o in altro modo”. E, ancora: “Intendo lasciare alle persone la possibilità di decidere come e quanto lavorare. Nella speranza che la fatica diminuisca e aumenti la felicità”.

Un articolo di Repubblica

PRIMA INSEGNI ALL’AI, POI VIENI LICENZIATO

Di felicità pare essercene poca però negli uffici di Microsoft, dopo 15mila tagli. Tutto ciò mentre Redmond insiste perché le Intelligenze artificiali siano utilizzate quotidianamente dando agli algoritmi la possibilità di affinarsi. Lo hanno riportato alcune settimane fa i dipendenti della software house videoludica King, autrice del popolare videogame Candy Crush, che lo scorso 2 luglio è stata costretta a mettere alla porta 200 lavoratori.

“Microsoft aveva già reso obbligatorio l’uso dell’IA un po’ di tempo fa,” ha infatti dichiarato una fonte a mobilegamer.biz. “L’obiettivo dell’anno scorso, se ricordo bene, era arrivare al 70-80% di utilizzo quotidiano dell’IA nei compiti generici. L’obiettivo di quest’anno è arrivare al 100%, così che ogni artista, designer, sviluppatore e persino i manager la usino ogni giorno.”

Anche la logica dei licenziamenti pare confusa. Sempre con riferimento a King, sembra che per arrivare alle 200 unità in meno richieste da Redmond il management si sia limitato a stilare “la lista di tutti i dipendenti, ordinata per stipendio, e licenziato dall’alto in basso, saltando solo le persone di cui si fidavano”. “Non importava che fossero persone con più di dieci anni di servizio o che avessero contribuito al successo dell’azienda ottenendo promozioni”, è stato spiegato dai licenziati. “Le prestazioni non contavano nulla.” Una modalità pasticciata a tal punto che nei giorni seguenti alcuni dipendenti sarebbero stati frettolosamente riassunti.

NON SI SALVA NESSUNO?

A scorrere a ritroso le notizie sui licenziamenti a Redmond e dintorni si vede come nessun reparto sia al riparo dalla mannaia dei tagli che si sono abbattuti tanto sul ramo Xbox, quanto sul social LinkedIn, accompagnando alla porta ingegneri, membri del dipartimento legale, unità della gestione prodotti, senza risparmiare nemmeno chi fa parte di ricerca, supporto e vendite. Parallelamente l’azienda è affamata di talenti che sappiano gestire l’AI.

Una risorsa più rara dell’oro in questo momento storico in cui tutte le Big Tech vogliono cucinare l’Intelligenza artificiale maggiormente performante e competitiva (lo sa bene Mark Zuckerberg che dopo aver iniziato l’anno annunciando il licenziamento del 5 per cento dei dipendenti, circa 3.600 lavoratori, avrebbe offerto cifre da capogiro ai dipendenti di OpenAi, software house di ChatGpt, per cambiare casacca). Almeno fino a quando gli algoritmi non faranno anche quel lavoro. Dopo chi resterà in azienda?

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