Mai come in quest’ultimo periodo il mondo videoludico si è rivelato un settore insidioso in cui investire. Lo sa bene Sony che, nonostante domini la partita delle console da salotto (la più venduta è la Switch di Nintendo, vero, ma gioca in un campionato a sé) e abbia potuto registrare ricavi record, ha visto via via diminuire i propri margini di profitto e rallentare di parecchio la vendita di PlayStation 5.
COME VANNO I CONTI DI SONY PLAYSTATION
Tra il 1° aprile e il 30 giugno 2024 il colosso dell’elettronica nipponico ha piazzato altre 2,4 milioni di PS5, per un gran totale di 61,7 milioni di unità vendute ai quattro angoli del globo. Si tratta di un calo netto rispetto ai 3,3 milioni di PlayStation 5 commercializzate nello stesso periodo dello scorso anno.
Una spia si è inoltre accesa sul fronte software: con 53,6 milioni di unità vendute nel primo trimestre del 2024 il calo nelle vendite dei videogiochi è evidente, considerato che nel medesimo periodo del 2023 i dati si attestavano sulle 56,5 milioni di unità.
SONY HA STRAPAGATO BUNGIE?
Una situazione che naturalmente richiederà ulteriori interventi correttivi da parte di Sony, già alle prese con una inedita spending review. Ma, al momento, il problema principale per il gruppo giapponese sembra essere un altro e risponde al nome di Bungie. Il team creatore di Halo e Destiny è entrato a far parte della scuderia nipponica nel luglio del 2022 per 3,6 miliardi di dollari.
VALORE GONFIATO?
È però venuto fuori, almeno stando a quanto riportato da Game File, che i vertici dello studio avrebbero “gonfiato” le previsioni di guadagno relative al 2022, così da convincere Sony a completare l’acquisizione a un prezzo superiore al reale valore di mercato. Una accusa assai pesante che sicuramente trova riscontro negli scarsi risultati portati finora da Bungie e dall’insoddisfazione, ormai pubblica, di Sony per il suo ultimo acquisto eccellente.
Today is a sad day at Bungie as we say goodbye to colleagues who have all made a significant impact on our studio. What these exceptional individuals have contributed to our games and Bungie culture has been enormous and will continue to be a part of Bungie long into the future.
— pete parsons (@pparsons) October 30, 2023
TAGLI, TAGLI E ANCORA TAGLI
Non a caso, a seguito dell’acquisizione – che aveva permesso alla software house americana di mantenere la propria indipendenza creativa – sul team fondato nei primi anni ’90 da Alex Seropian e Jason Jones si sono abbattute diverse ondate di licenziamenti.
Dopo la tornata dello scorso ottobre, l’ultima, questa estate, ha riguardato 220 sviluppatori lasciati a casa mentre altri 150 sono stati dislocati in altri studi first-party di Sony e messi su nuovi progetti. Complessivamente, a seguito di quest’ultima sforbiciata, l’organico di Bungie è passato da 1.300 unità a circa 850 dipendenti.
This morning, we shared an important update with the Bungie team on the difficult decision to eliminate 220 roles at Bungie.
You can read the full statement below.https://t.co/FVkWNSWDtZ
— Bungie (@Bungie) July 31, 2024
IL PROSSIMO A ESSERE CACCIATO SARA’ PARSONS?
Ma soprattutto sembra essere arrivata al capolinea la conduzione di Pete Parsons che Sony aveva deciso di mantenere al proprio posto anche per tributare il dovuto rispetto a una software house che negli ultimi anni aveva saputo sfornare videogame di grande qualità.
Secondo alle fonti del giornalista Jeff Grubb, pare che Sony, entrata in rotta di collisione con la dirigenza di Bungie più volte nell’arco degli ultimi mesi, abbia deciso di revocare l’autonomia garantita al momento dell’acquisizione per trasformare Bungie in uno studio sotto il suo diretto controllo. Nella speranza di salvarla da ulteriori tagli e da ulteriori ridimensionamenti.