Bruxelles vuole accelerare il passo sulla diffusione delle infrastrutture di rete gigabit in tutta Europa.
Il 6 febbraio il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Ue hanno raggiunto un accordo sul “Gigabit Infrastructure Act”, la legge volta a ridurre i costi per l’installazione di reti ad altissima velocità, come la fibra ottica e il 5G, proposta dalla Commissione europea un anno fa.
Il pacchetto, approvata informalmente, mira a ridurre i costi per l’installazione di reti con capacità gigabit (che possono consentire il download di dati a una velocità di 1 gigabit al secondo), con l’obiettivo di stimolare gli investimenti nelle infrastrutture digitali, promuovere la crescita economica e garantire che le imprese europee rimangano all’avanguardia nell’innovazione globale.
La proposta è volta a sostituire la direttiva del 2014 sulla riduzione dei costi della banda larga: quest’ultima puntava a facilitare la diffusione delle reti di comunicazione elettronica ad alta velocità riducendo i costi di installazione con una serie di misure armonizzate. Dal 2014 a oggi gli obiettivi digitali su cui si basava tale direttiva risultano raggiunti o sono diventati obsoleti. Da qui la necessità del Gigabit Infrastructure Act (Gia).
L’accordo provvisorio dovrà ora essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio per diventare legge. La commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo (Itre) voterà sul dossier durante una delle prossime riunioni.
Tutti i dettagli.
COSA PREVEDE IL GIGABIT INFRASTRUCTURE ACT
La legge, come riferisce una nota del Parlamento europeo, “semplificherà, ridurrà i costi e accelererà le procedure amministrative per la concessione dei permessi, riducendo gli ostacoli burocratici per gli operatori e le amministrazioni nazionali, rendendo così il processo di diffusione più fluido e veloce”.
SNELLIMENTO DELLA BUROCRAZIA
In particolare, il Gia semplifica e razionalizza le procedure di rilascio delle autorizzazioni, che costituiscono una condizione preliminare per lo sviluppo della rete, garantendo il rispetto da parte delle pubbliche amministrazioni dei termini per il rilascio delle autorizzazioni. Introduce inoltre misure volte a digitalizzare le informazioni sulle infrastrutture fisiche esistenti, sulle opere civiche programmate e sulle procedure di rilascio delle autorizzazioni, consentendo agli operatori di accedere online a tutte le informazioni necessarie per pianificare la diffusione della rete, secondo il comunicato stampa della Commissione europea.
Durante i negoziati è stato inserito nel testo il principio della “tacita approvazione”, in base al quale il permesso di installare l’infrastruttura verrebbe concesso se l’autorità amministrativa non risponde entro un periodo di quattro mesi, riporta Agenzia Nova.
ABOLIZIONE DELLE TARIFFE
I deputati, specifica poi la nota dell’Eurocamera, hanno anche assicurato un percorso politico verso l’abolizione delle tariffe per gli utenti finali per le chiamate e gli Sms all’interno dell’Ue. Entro il 2029, il testo prevede che non vi sia alcuna differenziazione dei prezzi al dettaglio basata esclusivamente sul fatto che le chiamate siano originate o terminate in diversi Stati membri, fatte salve le norme che la Commissione europea dovrà adottare con un atto di esecuzione. Il testo concordato estende inoltre fino al 2032 gli attuali massimali di prezzo per le chiamate all’interno dell’Ue, che sarebbero dovuti scadere nel maggio 2024.
LA SODDISFAZIONE DEL COMMISSARIO BRETON
Per il commissario europeo per il Mercato unico, Thierry Breton, l’accordo è “un nuovo passo avanti verso un vero mercato unico digitale”, che definisce e armonizza le regole “per accelerare la diffusione delle reti, ridurre la burocrazia e portare la fibra ottica a tutti, ovunque”, segnala Eunews.
COSA NE PENSANO LE INDUSTRIE TELCO
Tuttavia la notizia è stata molto meno gradita negli ambienti industriali.
Come riporta Telecoms.com, l’Etno (European Telecommunications Network Operators’ Association) ha dichiarato che “Il risultato dei negoziati politici si discosta dal livello di ambizione originale stabilito dalla Commissione europea”, sottolineando che “Notiamo la diluizione delle misure cruciali per ridurre i tempi e i costi di implementazione.”
Nello specifico, l’associazione europea degli operatori di telecomunicazioni teme per l’indebolimento del concetto di tacita approvazione, che avrebbe dovuto consentire ai costruttori di reti di portare avanti la loro implementazione se i proprietari terrieri non avessero risposto alle richieste di autorizzazione in modo tempestivo. Essendo stato un principio fondamentale della legge nella sua forma originale, ora è solo un’opzione per gli Stati membri.
“Raggiungere tutti i cittadini europei con reti Gigabit è fondamentale per l’inclusione socioeconomica e, secondo i dati ufficiali, ciò richiede uno sforzo di 200 miliardi di euro entro la fine di questo decennio”, ha concluso l’Etno, riferendosi a una cifra di investimento che sia l’associazione che l’Ue hanno utilizzato per quantificare le risorse necessarie affinché il blocco raggiunga i suoi obiettivi di connettività per il 2030.