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Copyright, ecco come Google News tornerà in Spagna

Google ha annunciato che l'aggregatore di notizie Google News tornerà in Spagna "all'inizio del prossimo anno" dopo che il Paese ha rivisto le leggi sul copyright in linea con la direttiva Ue, Ma non tutti gli editori spagnoli sono soddisfatti. L'articolo di Chiara Rossi

 

Dopo 7 anni Google News sarà di nuovo disponibile in Spagna.

L’aggregatore di notizie di Google sarà nuovamente disponibile nel paese all’inizio del 2022 dopo che il governo di Madrid ha approvato una nuova legge sul copyright. Quest’ultima è in linea con la direttiva Ue sul diritto d’autore e differisce dalla precedente legge spagnola sul copyright del 2014.

La normativa europea richiede infatti che piattaforme Internet come Google, Facebook e altre condividano le entrate con gli editori, ma consente loro di raggiungere accordi individuali o di gruppo con gli editori.

Non vige più quindi l’obbligo di sborsare la commissione collettiva agli editori e testate spagnole come imposto dalla precedente legge spagnola.

Nel dicembre 2014, Google ha chiuso il suo servizio di notizie nel paese poco prima dell’entrata in vigore di una legge che avrebbe costretto l’azienda a pagare gli editori per l’utilizzo di uno qualsiasi dei loro contenuti, compresi i titoli, nella scheda Notizie.

Con la nuova normativa, Google News è ora libero di contrattare con i singoli editori in Spagna, invece di dover pagare una tariffa collettiva all’intera industria spagnola dell’informazione.

Tutti i dettagli.

IL RITORNO DI GOOGLE NEWS IN SPAGNA

“A partire dall’inizio del prossimo anno, Google News fornirà collegamenti a notizie utili e pertinenti”, ha scritto Fuencisla Clemares, Country Manager di Google Spagna, in un post sul blog.

Google sostiene che la mossa sarà vantaggiosa anche per editori e giornalisti in termini di maggiore visibilità per il loro lavoro e traffico verso i loro siti web.

GRAZIE ALLA NUOVA LEGGE SUL COPYRIGHT

Il merito del ritorno è attribuito alla nuova normativa sul diritto d’autore.

“La nuova legge spagnola sul copyright potrebbe aprire la strada alla riapertura di Google News nei prossimi mesi, rendendo più facile per i lettori scoprire notizie e informazioni dai media che sono rilevanti per loro e per la loro comunità. Per i media, consentirà di avere un modo in più di connessione con un’ampia varietà di utenti” si legge sul post sul blog di Google.

La normativa alla base della decisione di Google News è la Direttiva europea sul copyright, che garantisce un cosiddetto “diritto di vicinato” agli editori di giornali.

Questo diritto autorizza gli editori a pretendere una retribuzione quando gli aggregatori di notizie online come Google News pubblicano estratti dei loro contenuti. Ma Google non sarà più costretta a pagare una tassa di licenza collettiva per ripubblicare titoli o frammenti di notizie.

L’ADDIO DOPO LA LEGGE MADRILENA APPROVATA NEL 2014

Nel 2014 il governo di Madrid aveva deciso di imporre il pagamento dei diritti d’autore agli editori per l’utilizzo dei contenuti, costringendo Google &co a pagare un canone.

In vista dell’entrata in vigore di quella legge, Google ha chiuso Google News in Spagna.

VANTAGGIO PER BIG G?

Con l’approvazione della nuova legge in linea con la direttiva Ue sul copyright lo scenario è completamente cambiato per il colosso di Mountain View.

Come ha evidenziato The Verge, “la grande differenza dal punto di vista di Google è che non deve più pagare una commissione all’intero settore dei media spagnolo e può invece negoziare commissioni con i singoli editori. Alcuni potrebbero voler addebitare a Google la condivisione di storie in Google News. Ma Google può pagarli o escluderli, a seconda delle sue preferenze. Altre testate rinunceranno senza dubbio a queste commissioni, ritenendo che il traffico offerto da Google News superi le entrate pubblicitarie perse”.

ARRIVA ANCHE GOOGLE NEWS SHOWCASE

Inoltre, la società prevede di portare Google News Showcase in Spagna.

News Showcase è il prodotto messo a punto da Google per negoziare con i media accordi sulla remunerazione per le notizie. Il recente programma di licenze di Google prevede di pagare gli editori “per contenuti di alta qualità”.

Il programma aiuta gli editori partner a monetizzare i loro contenuti attraverso un’esperienza narrativa migliorata.

LA POSIZIONE DEGLI EDITORI SPAGNOLI

Ma come hanno reagito gli editori spagnoli?

Arsenio Escolar, presidente dell’associazione degli editori Clabe, che raggruppa circa 1.000 testate giornalistiche, inclusi i principali marchi digitali come El Espanol ed Eldiario.es, si è detto soddisfatto della nuova normativa, ha riportato Reuters.

“Siamo soddisfatti perché gli editori dei media hanno ripreso in mano le redini della gestione dei nostri diritti, dirottati qualche anno fa da una legge che noi di Clabe abbiamo sempre ritenuto ingiusta e dannosa”, ha detto in una mail agli associati.

Poco dopo che Google ha chiuso News in Spagna, alcuni editori hanno esortato il governo ad agire e a convincere Google a ripristinare il servizio.

NON TUTTI SODDISFATTI

Tuttavia, la nuova legge potrebbe non raccogliere il consenso di tutti gli editori.

Il gruppo industriale Ami, che rappresenta molti dei media tradizionali spagnoli, ha sostenuto il sistema precedente e ha criticato la sua sostituzione. L’Ami ha rifiutato di rispondere alla richiesta di Reuters di commentare la decisione del governo spagnolo.

IL BRACCIO DI FERRO ANCHE IN ALTRI PAESI EUROPEI

Infine, la Spagna non è l’unica ad aver tentato di costringere Google a remunerare i media per gli estratti delle notizie.

IL CASO TEDESCO

La Germania è stata la prima a ottenere una legge sui diritti d’autore connessi nel 2013, a seguito di intense pressioni da parte di attori quali proprio Axel Springer. All’epoca Google rispose rimuovendo le anteprima delle notizie dal suo motore di ricerca. I rinvii alle proprietà di Springer come Bild sono crollati dell’80% portando all’immediato dietrofront degli editori che hanno addirittura garantito al colosso di Mountain View un’esenzione temporanea dal pagamento pur di tornare su Google.

E QUELLO FRANCESE

Senza dimenticare la lunga querelle con l’industria mediatica francese.

Quest’estate l’Autorità della concorrenza francese ha sanzionato Google con una multa da 500 milioni di euro per le trattative condotte con le società editrici nell’ambito dei compensi per la diffusione dei loro contenuti.

Google dovrà presentare agli editori e alle agenzie di stampa “un’offerta di remunerazione per l’utilizzo attuale dei loro contenuti protetti”, ha spiegato l’authority. L’Alleanza della stampa francese (Apig) — che rappresenta 300 quotidiani e settimanali francesi (tra cui Le Monde e Le Figaro) — rimane uno dei querelanti. Nonostante Apig abbia firmato un accordo quadro con Google a inizio anno.

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