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Google Copyright

Copyright, chi sono i giornali in Francia che hanno fatto pace con Google

Google ha siglato accordi di copyright con sei giornali francesi per l'indicizzazione degli articoli nel suo motore di ricerca. Che cosa prevedono le intese

 

È tregua tra Google ed editori in Francia per la remunerazione per l’uso dei loro contenuti da parte della piattaforma online.

Giovedì il colosso tecnologico di Mountain View ha dichiarato infatti di aver sottoscritto “accordi individuali” sul pagamento dei diritti d’autore connessi con alcuni giornali e riviste.

La battaglia Big G e l’editoria francese prosegue ormai da qualche anno.

L’annuncio è arrivato dopo che il mese scorso prima l’autorità per la concorrenza, poi la corte d’appello di Parigi hanno chiesto al gigante americano di continuare a negoziare con gli editori per individuare un accordo sui diritti d’autore e un giusto compenso per indicizzare le notizie sul motore di ricerca.

All’inizio di ottobre Google aveva finalmente accettato il principio della remunerazione dei media a cui fa riferimento il suo motore di ricerca, due anni dopo che il Parlamento europeo aveva votato la direttiva comunitaria che lo imponeva e più di un anno dopo il recepimento da parte della Francia di questo testo nella sua legislazione nazionale, rendendolo un obbligo legale.

Senza dimenticare che negli ultimi tempi gli editori di giornali (non solo in Francia) sono impegnati in un movimento di trasformazione digitale. I media stanno aumentando i loro sforzi per acquisire una base di abbonati digitali.

Tutti i dettagli.

COSA PREVEDE L’ACCORDO SUL COPYRIGHT

Google afferma che gli accordi triennali coprono i diritti su estratti di articoli ora indicizzati nel suo motore di ricerca generale e nel suo motore di ricerca di notizie (Google News). Ma anche la pubblicazione dell’intero contenuto da parte dei media in una futura scheda di Google News, chiamata News Showcase (lanciata il mese scorso).

Gli accordi con i sei giornali francesi si basano su criteri come il “contributo dell’editore all’informazione politica e generale”, il volume giornaliero di pubblicazioni, il traffico Internet mensile e l’utilizzo dei loro contenuti sulla piattaforma di Google, ha affermato in post sul blog il colosso di Mountain View.

LE TESTATE CHE HANNO SOTTOSCRITTO L’ACCORDO CON GOOGLE

Le sei testate comprendono i quotidiani: Le Monde, Le Figaro, Libération, Courrier International e i settimanali L’Obs e L’Express.

RAGGIUNTO UN COMPROMESSO

Finora i media hanno duramente criticato Google di generare fatturato indicizzando contenuti soggetti a copyright. Google ha sempre rispedito al mittente l’accusa, sostenendo che gli editori guadagnano a loro volta dal traffico che il motore di ricerca genera sui loro siti web.

Dunque l’accordo di ieri rappresenta “un compromesso” come evidenziato anche dal direttore generale del Figaro Marc Feuillée. “Negoziamo con Google da dieci anni per riconoscere il valore dei nostri contenuti. Questo accordo premia i nostri sforzi” ha sottolineato Feuillée.

“Per Le Figaro questa è un’opportunità per continuare la nostra crescita e sviluppare il nostro portafoglio di abbonati digitali, che ha appena superato i 200.000 iscritti” ha ammesso il direttore.

“Accogliamo con favore questo accordo firmato con Google, che copre i nostri diritti adiacenti e fa parte di una strategia per accelerare la trasformazione del modello di business del nostro Gruppo. Questo accordo fornisce un’ulteriore fonte di finanziamento per lo sviluppo del Gruppo Le Monde, beneficiario da 4 anni, preservando la stretta indipendenza della nostra redazione, che è il nostro principale patrimonio”, ha dichiarato l’editore di Le Monde, Louis Dreyfus.

I PROSSIMI PASSSI

“Spero che nelle prossime settimane firmeremo un accordo quadro definitivo con la General Information Press Alliance. Allo stesso tempo, stiamo facendo progressi con ogni editore per firmare un accordo di licenza che copre i diritti dei vicini “, ha spiegato il capo di Google France Sébastien Missoffe.

IL VALORE DELL’ACCORDO

Secondo Le Monde, l’Alliance de la presse d’information générale (Apig), che rappresenta circa 200 editori francesi, stava discutendo un accordo per un importo di circa 25 milioni di euro all’anno. Si tratta di poco più dei 20 milioni all’anno del fondo per l’innovazione creato nel 2013 da Google, che afferma di aver distribuito in Francia un totale di 85 milioni di euro.

IL BRACCIO DI FERRO TRA GOOGLE ED EDITORI IN FRANCIA

Con l’accordo di ieri, Google può dunque tirare un sospiro di sollievo in Francia.

Come dicevamo, a inizio ottobre una corte d’appello francese ha confermato l’ordine dell’autorità antitrust di Parigi al colosso tecnologico di Mountain View di negoziare con le società editrici e le agenzie di stampa francesi accordi per la retribuzione dei loro contenuti. Lo scorso aprile infatti l’autorità garante della concorrenza francese aveva stabilito che Big G doveva pagare gli editori per il riutilizzo dei loro contenuti.

Google è stato dunque costretto ad aprire trattative con gli editori in Francia sul pagamento per utilizzare i loro contenuti.

Ma la sentenza è stata solo l’ultimo capitolo di una lunga lotta con le società di notizie europee che una retribuzione per le notizie visualizzate nei risultati di ricerca di Google.

L’INIZIATIVA GOOGLE NEWS SHOWCASE

Sempre a ottobre, Google aveva annunciato un investimento di un miliardo di dollari in tre anni per sostenere l’editoria attraverso partnership con realtà editoriali su scala mondiale.

A differenza di Google News, la società californiana “pagherà gli editori per creare e curare contenuti di alta qualità per un diverso tipo di esperienza di notizie online”, una sorta di maxi-vetrina per gli editori finanziata da Google.

Al debutto, il colosso statunitense aveva già firmato accordi per questo nuovo contenuto con quasi 200 editori in Germania, Brasile, Argentina, Canada, Regno Unito e Australia.

Il miliardo di dollari speso per la licenza di notizie è il modo dunque in cui Google mostra ai media che si impegna a pagare per un giornalismo di alta qualità e a sostenere un settore in difficoltà.

All’epoca i media francesi hanno rifiutano di partecipare al programma di Google senza l’impegno da parte di Big G a rispettare la direttiva europea sul copyright.

Ma alla fine hanno ceduto.

I recenti accordi con i 6 editori in Francia prevedono anche la partecipazione a Google News Showcase.

Come hanno fatto sapere gli editori questo accordo si inserisce nella strategia per accelerare la trasformazione del modello di business. “Libé è impegnata in un decisivo progetto di trasformazione digitale. Il contratto di licenza sui contenuti (compresi i diritti connessi) e questa partnership siglata con Google arrivano in un momento chiave per supportare, attraverso i servizi che ci mettono a disposizione, lo sviluppo del nostro pubblico e dei nostri abbonamenti nel rispetto per la nostra indipendenza” ha dichiarato il ceo di Libération, Denis Olivennes.

E L’ITALIA?

Come ricorda Repubblica “l’Italia ha avviato l’iter per recepire la direttiva europea sul copyright che, secondo il sottosegretario all’Editoria Andrea Martella, dovrebbe essere approvata dalla Camera entro l’inizio dell’anno. “A quel punto il governo farà i decreti attuativi per sancire regole che favoriscano la remunerazione dei contenuti editoriali», ha spiegato Martella che non esclude un ricorso all’Antitrust come in Francia se i negoziati con Google non avanzeranno. “Mi auguro che non sarà necessario e che si troverà un equilibrio tra le over the top e gli editori per risarcire e riconoscere il lavoro giornaistico con una giusta retribuzione””.

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