Tutto pronto per il primo volo con equipaggio della Starliner di Boeing.
Il lancio del razzo Atlas V della United Launch Alliance dallo Space Launch Complex-41 alla Cape Canaveral Space Force Station in Florida è previsto alle 4.34 ora italiana del 7 maggio (le 22.34 di oggi ora locale). La navetta porterà sulla Stazione spaziale internazionale due astronauti della Nasa, i veterani Barry “Butch” Wilmore e Sunita “Suni” Williams che arriveranno a destinazione alle 18.46 ora italiana dell’8 maggio.
È stata dura arrivare a questo punto per il veicolo della Boeing, che nel corso degli anni ha sofferto di una serie di sfortunati ritardi, l’ultimo dei quali ha avuto a che fare con due importanti rischi per la sicurezza scoperti sul veicolo spaziale, ricordava di recente Gizmodo.
Il prossimo volo segna il primo viaggio con equipaggio di Boeing sulla Iss. È anche il primo lancio di Starliner da quando un volo di prova senza equipaggio del veicolo ha subito un’anomalia nel maggio 2022, quando un propulsore utilizzato per le manovre orbitali si è guastato inaspettatamente. Durante il test inaugurale senza equipaggio dello Starliner nel 2019, la navicella spaziale non è riuscita ad attraccare alla Iss, portando a ulteriori test e risoluzione dei problemi.
Quindi la prossima missione sarà l’ultima pietra miliare prima che il veicolo venga autorizzato per i voli regolari verso la Iss, sottolinea SpaceNews. Se il Crew Flight Test di Boeing andrà bene, la Starliner potrà alternarsi alla Crew Dragon di SpaceX – che ha già effettuato diverse missioni – per il trasporto di astronauti sulla Iss come alternativa alle Soyuz russe.
Tutti i dettagli.
AL VIA IL PRIMO VOLO CON EQUIPAGGIO DI STARLINER
Il CST-100 Starliner della Boeing trasporterà gli astronauti veterani della Nasa Sunita Williams e Barry “Butch” Wilmore alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Entrambi hanno trascorso complessivamente 500 giorni nello spazio nel corso di due missioni ciascuna sulla stazione spaziale.
Wilmore è il comandante designato per il volo. Sebbene Starliner sia progettato per volare in modo autonomo, l’equipaggio può assumere il controllo del veicolo spaziale se necessario, e il volo di prova richiede che Wilmore e Williams si esercitino a manovrare manualmente il veicolo.
I due trascorreranno una settimana a bordo della Iss per testare la Starliner e i suoi sottosistemi prima che la Nasa certifichi il sistema di trasporto per missioni rotazionali al laboratorio orbitante per il Commercial Crew Program dell’agenzia. A seconda del risultato, la navetta spaziale sarà prenotata per effettuare almeno altre sei missioni con equipaggio verso la stazione spaziale per la Nasa, indica Reuters.
I PROBLEMI RISOLTI
Dunque il successo della missione è vitale prima che lo Starliner ottenga l’approvazione finale per iniziare i voli operativi di routine nell’ambito del Commercial Crew Program della Nasa.
Negli ultimi Boeing ha lavorato infatti su alcune questioni da risolvere e i problemi di sviluppo sono costati al colosso americano più di 1,5 miliardi di dollari. La prima preoccupazione per la sicurezza riguardava la capacità di carico dei tre paracadute dello Starliner, progettati per far atterrare in sicurezza il veicolo dell’equipaggio. Il limite di carico di rottura delle sezioni di tessuto sui paracadute è risultato inferiore al previsto, il che significa che se un paracadute si fosse guastato, i restanti due non sarebbero stati in grado di rallentare il veicolo Starliner nel suo percorso verso l’atterraggio nel New Mexico. La seconda preoccupazione riguardava centinaia di metri di nastro protettivo utilizzato per coprire i cablaggi elettrici all’interno del veicolo Starliner, che si scoprì essere infiammabile.
LA CONCORRENZA CON SPACEX
La capsula di Boeing punta a fare concorrenza alle navette Dragon della SpaceX di Elon Musk per trasportare gli astronauti della Nasa. “Quando Starliner completerà il suo prossimo volo, Boeing avrà raggiunto l’obiettivo della Nasa di avere due veicoli commerciali per il trasporto degli astronauti”, aveva dichiarato Boeing in una nota. Da quando ha ripreso i voli con equipaggio in orbita dal suolo americano nel 2020, nove anni dopo la fine del programma dello space shuttle, l’agenzia spaziale statunitense ha dovuto fare affidamento esclusivamente sui razzi Falcon 9 e sulle capsule Crew Dragon della società privata SpaceX del miliardario Elon Musk.
Fino a quel momento infatti la Nasa dipendeva dal missile russo Soyuz. L’agenzia spaziale statunitense spendeva più di 80 milioni di dollari per far volare un suo astronauta alla Iss. Con Crew Dragon e Starliner la Nasa si è affrancata dalle capacità di volo spaziale della Russia.