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Il Consiglio di Stato boccia i criteri di identificazioni Spid

Il Consiglio di Stato punta il dito contro il modello privato dello Spid,  prefigurato dalla Presidenza del Consiglio  Non sono passati neppure 10 giorni dal suo lancio e lo Spid entra in crisi. Il Consiglio di Stato ha annullato definitivamente i criteri di identificazione SPID. Lo sostiene Fulvio Sarzana, sui social. La quarte sezione di palazzo…

Il Consiglio di Stato punta il dito contro il modello privato dello Spid,  prefigurato dalla Presidenza del Consiglio 

Non sono passati neppure 10 giorni dal suo lancio e lo Spid entra in crisi. Il Consiglio di Stato ha annullato definitivamente i criteri di identificazione SPID. Lo sostiene Fulvio Sarzana, sui social. La quarte sezione di palazzo Spada, presieduta da Sergio Santoro, ha oggi confermato la sentenza del Tar Lazio del luglio 2015, puntando il dito contro il modello privato prefigurato dalla Presidenza del Consiglio e quindi bocciando l’idea di aziende private fornitrici delle identità digitali. Il modello attuale è incentrato sulla presenza di pochissimi fornitori (Tim, Poste e Infocert), di grandi proporzioni economiche.

Insomma, lo Spid per il Consiglio di Stato è solo una password, non può essere equiparato alle modalità di identificazione forte quali la carta nazionale dei servizi e la firma digitale e non si può chiedere alle società abilitate a diffonderlo di avere  5 milioni di capitale sociale.

A ricorrere erano state le Associazioni di Confcommercio Assoprovider ed Assintel, assistite dagli Avvocati Fulvio Sarzana di S.Ippolito e Maria Sole Montagna, dello studio legale di Roma Sarzana e Associati. Si tratta, per le associazioni, di una vittoria importate e di una ennesima sconfitta per il digitale italiano.

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Come ottenere la nuova identità digitale SPID?

Si potrà richiedere le proprie credenziali di accesso rivolgendosi a InfoCert, Poste Italiane eTim (attraverso la società Trust Technologies del gruppo Telecom Italia). Le tre aziende hanno reso disponibili le prime identità digitali a partire dal 15 marzo. Per la richiesta servono i dati anagrafici (nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d’identità, mail, numero di cellulare).
Il cittadino può scegliere il gestore di identità digitale che preferisce, la password arriverà tramite raccomandata o email, solo dopo che il gestore avrà effettuato i dovuti controlli. Il sistema è semplice e accessibile per tutti i cittadini.

Il Servizio sarà a pagamento?

Sui siti di Infocert e TIM Trust Technologies si legge che il servizio ‘è gratuito per i primi 2 anni’, mentre, fin dal lancio del progetto pilota di Spid nel 2014, Agid ha sempre detto che il servizio fosse gratuito. A chiarire la situazione è stato proprio il direttore dell’Agid, Antonio Samaritani: ‘Spid sarà gratuito per almeno i primi due anni, ma è ragionevole aspettarsi che possa esserlo anche successivamente‘.
Ci saranno però dei servizi a pagamento. Meglio, il servizio sarà a pagamento in base ai livelli di sicurezza che si scelgono. L’identità SPID è costituita da credenziali con caratteristiche differenti in base al livello: il livello base permette l’autenticazione tramite ID e password stabilita dall’utente; il secondo livello affianca all’autenticazione tramite ID e password anche una ‘one time password’ (una password usa e getta); il terzo livello prevede anche una sorta di ‘smart card’, utile per esempio per l trasferimento di fondi o lo scambio di documenti con dati sensibili. Il pin unico per i primi due livelli di sicurezza, che corrispondono alle versioni con cui si può accedere a tutti i servizi online, sarà fornito in modo del tutto gratuito. Il terzo livello risulterà a pagamento, ma fa sapere sempre l’Agid, si tratta di un sistema pensato soprattutto per il professionista.

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