Starlink, il servizio di Internet satellitare della società SpaceX di Elon Musk, funzionerà a Gaza.
Ieri ha annunciato il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi ha annunciato che il paese consentirà a un ospedale da campo degli Emirati Arabi Uniti nella Striscia di Gaza di utilizzare il servizio di Elon Musk.
Secondo Karhi, Israele deve approvare qualsiasi utilizzo del servizio a Gaza in base all’accordo tra Starlink e il governo israeliano.
Era ottobre quando Musk aveva annunciato che avrebbe consentito alla sua rete satellitare Starlink di supportare le comunicazioni a Gaza per “organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale”, visti i lunghi blackout sotto i bombardamenti israeliani nella Striscia. In risposta, Karhi aveva dichiarato su X che Hamas utilizzerà Starlink solo per “attività terroristiche”. (Qui la puntata di Spaziale, il podcast di Startmag, sul Perché anche Gaza invoca la rete Starlink di Musk).
Dopodiché a il 27 novembre l’amministratore delegato di SpaceX ha incontrato a Tel Aviv il presidente israeliano Isaac Herzog e il primo ministro Benjamin Netanyahu (nella foto). Dopo l’incontro, il governo israeliano ha detto a Elon Musk che la sua rete satellitare Starlink potrà operare a Gaza solo con la sua approvazione.
Il portavoce del ministero degli Esteri emiratino, Afra Al Hameli, ha confermato sui social media che il Paese del Golfo sta lavorando “in collaborazione con varie organizzazioni e ospedali internazionali e regionali per introdurre la banda larga satellitare Starlink di SpaceX nel suo ospedale da campo” nella città di Rafah, nel sud della Striscia al confine con l’Egitto.
L’ANNUNCIO DI ISRAELE
Riguardo Starlink, “Le unità nella Striscia di Gaza per sostenere cause umanitarie saranno approvate singolarmente, solo dopo che le forze di sicurezza israeliane avranno confermato che si tratta di un’entità autorizzata senza alcuna preoccupazione per il rischio o la possibilità di mettere in pericolo la sicurezza nazionale”, ha affermato il ministro in una nota, precisando che la piattaforma Starlink sarà disponibile anche per alcune autorità locali ed enti governativi in Israele. “L’ingresso di Starlink in Israele consentirà comunicazioni satellitari avanzate nella routine e durante i periodi di emergenza”, ha aggiunto Karhi.
L’IMPORTANZA DI STARLINK (A GAZA E NON SOLO)
In occasione del viaggio di Musk in Israele a novembre, sempre il ministro israeliano aveva dichiarato che Starlink e il suo governo avevano concordato un “accordo di principio” secondo cui Israele deve approvare qualsiasi utilizzo a Gaza.
Prima di quest’accordo, sempre Karhi affermò che Israele avrebbe utilizzato “tutti i mezzi a sua disposizione” per impedire che Gaza ottenesse l’accesso a Starlink, sostenendo che Hamas ne avrebbe fatto uso. Dopo la visita del patron di SpaceX in Israele, anche l’organizzazione terroristica Hamas ha invitato il miliardario americano a visitare Gaza per valutare personalmente “l’entità della distruzione arrecata dai bombardamenti israeliani”.
L’uso dello Starlink di Musk nelle zone di conflitto internazionale ha sottolineato il suo potere e la sua influenza come una delle persone più ricche del mondo, sottolinea la Cnn.
Il caso Israele-Gaza non è la prima volta che trascina il miliardario americano al centro di un dibattito per fornire i servizi di connettività di Starlink a paesi in guerra.
Fino ad oggi oltre 1.300 terminali per l’Internet satellitare Starlink donati da SpaceX all’Ucraina all’inizio del conflitto con la Russia hanno aiutato le forze armate di Kiev a mantenere le comunicazioni e il coordinamento sul campo di battaglia. Ad oggi, SpaceX ha lanciato oltre 5.000 satelliti Starlink e continua ad espandere la costellazione.
Musk ha dovuto affrontare critiche su come e dove ha permesso che Starlink venisse schierato in Ucraina durante la guerra con la Russia. E proprio questa settimana, l’intelligence della difesa ucraina ha affermato di avere prove dell’uso delle comunicazioni satellitari Starlink da parte delle forze russe nelle aree occupate, anche se SpaceX sostiene di non fare affari con il governo russo o le sue forze armate.