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Come funziona il chatbot di intelligenza artificiale di Amazon

Per scrollarsi di dosso l’insostenibile peso di essere in ritardo nell’intelligenza artificiale (IA) rispetto alla concorrenza, anche Amazon ha rilasciato il proprio chatbot: si chiama Q ed è destinato alle aziende. Tutti i dettagli

 

Alla fine anche Amazon, a distanza di un anno dal lancio di ChatGPT di OpenAI, ha rilasciato il proprio chatbot di intelligenza artificiale (IA). Amazon Q, questo il suo nome (dalla parola question, domanda), è una assistente digitale pensato per le aziende ed entra ufficialmente nella competizione, in cui corrono anche Bard di Alphabet (società madre di Google) e Copilots di Microsoft, basati entrambi sulla tecnologia di OpenAI.

Per il New York Times, con questa mossa Amazon vuole scrollarsi di dosso la percezione di essere in ritardo nell’intelligenza artificiale rispetto alla concorrenza.

IL LANCIO DI AMAZON Q

Ieri, durante l’evento Re:Invent di Amazon Web Services (Aws), il Ceo di Aws, Adam Selipsky ha presentato Amazon Q, un chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale per i clienti del cloud computing Aws di Amazon che promette di aiutare le imprese ad aumentare la produttività dei lavoratori, ridurre i costi e migliorare l’esperienza nel servizio ai consumatori.

“Un sistema – ha dichiarato il Ceo – in grado di fornire riposte, chattare facilmente, generare contenuti e intraprendere azioni utilizzando i dati e le competenze presenti in azienda perché è stato addestrato sulla base di 17 anni di dati di Aws”.

A differenza di ChatGPT e Bard, Amazon Q – afferma il Nyt – non si basa su un modello specifico di IA, ma utilizza invece la sua piattaforma Bedrock, che collega tra loro diversi sistemi di IA, tra cui Titan di Amazon e quelli sviluppati da Anthropic e Meta.

Inoltre, stando al colosso di Jeff Bezos, offrirà anche una protezione contro i danni legali e di reputazione che possono derivare dalla produzione di intelligenza artificiale. L’amministratore delegato di Amazon, Andy Jassy, ha infatti definito Amazon Q come una versione “più sicura di un chatbot IA in cui l’accesso ai contenuti sarà controllato di più”.

COSA SA FARE IL CHATBOT DI AMAZON

Al costo di 20 dollari al mese per utente (contro i 30 di Microsoft e Google), Amazon Q svolgerà una serie di compiti, tra cui la sintesi dei documenti caricati e la risposta a domande su dati specifici presenti sui server dell’azienda. Il software, scrive Reuters, può anche apportare automaticamente modifiche al codice sorgente delle società, accelerando lo sviluppo.

GUARDRAILS, IL FILTRO PER LA SICUREZZA E ANTI CONTENUTI DANNOSI

L’affidabilità dei contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale e la sicurezza dei dati di un’azienda sono però fondamentali per la scelta e l’uso di un chatbot. Amazon, nel corso della conferenza, ha quindi annunciato anche una nuova protezione contro i contenuti discutibili chiamata Guardrails for Bedrock, un servizio – per ora in anteprima limitata – che consente agli utenti di filtrare i contenuti dannosi.

Selipsky ha poi affermato che il nuovo servizio è importante perché i clienti possono porre i limiti che ritengono opportuni all’IA generativa che utilizzano: “Ad esempio, una banca potrebbe configurare un assistente online in modo che si astenga dal fornire consigli sugli investimenti. Oppure, per evitare contenuti inappropriati, un sito di e-commerce potrebbe assicurarsi che il suo assistente online non utilizzi discorsi di odio o insulti”.

Inoltre, Amazon Q offrirà alle imprese dei limiti in modo da tenere i dati sensibili lontani dai dipendenti che non dovrebbero avervi accesso.

GUERRA A CHI VIOLA IL COPYRIGHT

Ma Amazon, per fidelizzare le aziende che si affidano al suo servizio di cloud computing Aws – tra cui figurano Accenture, Amazon, BMW Group, Gilead, Mission Cloud, Orbit Irrigation e Wunderkind -, ha anche annunciato che indennizzerà i suoi clienti da cause legali basate sull’uso improprio di materiali protetti da copyright.

All’inizio di quest’anno infatti, ricorda Reuters, l’agenzia fotografica Getty Images, ad esempio, ha citato in giudizio Stability AI, sostenendo che aveva effettuato lo scraping del suo sito web per ottenere immagini senza autorizzazione.

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