Che regolamentazione delle tlc e della concorrenza ci sarà con Trump?
Ieri sera il presidente eletto Donald Trump ha nominato Brendan Carr (nella foto), critico delle Big Tech e delle politiche sulle tlc dell’amministrazione Biden, presidente della Federal Communications Commission (Fcc), ente regolatore delle telecomunicazioni.
Come ricorda Politico, Carr potrà assumere immediatamente il controllo una volta che Trump entrerà in carica a gennaio, poiché è già nella commissione. Carr è stato confermato all’unanimità per un nuovo mandato di cinque anni l’anno scorso ed è commissario dal 2017. Ha già dichiarato che la nuova amministrazione dovrebbe occuparsi di rallentare la morsa normativa, attaccare le Big Tech e punire le reti televisive per i pregiudizi politici.
Sebbene la Fcc non regoli direttamente i grandi gruppi tecnologici, supervisiona comunque parti del settore come l’accesso alla banda larga e la neutralità della rete, sottolinea il Financial Times.
Capitolo a parte riguarderà invece la Federal Trade Commission (Ftc), ossia l’Antitrust Usa. Dal giugno 2021 l’agenzia governativa è presieduta da Lina Khan, eletta sotto l’amministrazione Biden, regolatore antitrust che ha perseguito aggressivamente contenziosi contro le fusioni più importanti.
Trump la sostituirà? Il mese scorso Elon Musk, nominato capo Dipartimento per efficienza governo, ha pubblicato che Khan “sarà licenziata presto”.
Tutti i dettagli.
CHI È BRENDAN CARR
Quindi Trump ha scelto Brendan Carr per dirigere la Fcc. Noto avvocato nel settore delle telecomunicazioni, ha conseguito una laurea in giurisprudenza presso la Catholic University di Washington. È entrato a far parte della Fcc come consulente legale nel 2012 ed è diventato consigliere generale cinque anni dopo.
Nel 2017, durante il suo primo mandato presidenziale, Trump lo ha nominato a uno dei seggi repubblicani della commissione. Carr si è concentrato sulla promozione di Internet wireless ad alta velocità, che era ancora in fase di implementazione nelle aree rurali.
Carr, che ora è il principale repubblicano della commissione, è l’autore del capitolo Fcc della proposta Project 2025 della Heritage Foundation per un secondo mandato di Trump, scritta dagli alleati del presidente in arrivo, segnala Axios. Nel testo, il neo presidente della Fcc sosteneva che l’agenzia avrebbe dovuto regolamentare anche le più grandi aziende tecnologiche, come Apple, Meta, Google e Microsoft. Ha scritto che la Fcc dovrebbe “frenare” e regolamentare le grandi aziende tecnologiche.
Di recente ha scritto in un post su X che: “Il cartello della censura deve essere smantellato” accusando Meta, Alphabet, Apple e Microsoft di far parte di un “cartello di censura” che ha “messo a tacere gli americani”.
Carr ritiene che le protezioni di responsabilità della Sezione 230 per le aziende tecnologiche dovrebbero essere revocate, evidenzia Maria Curi di Axios Pro.
RIGUARDO LA CINA…
Forte critico della Cina, nel 2022 Carr è diventato il primo commissario della Fcc a visitare Taiwan. È stato un sostenitore della linea dura della Fcc nei confronti delle società di telecomunicazioni cinesi, ricorda Reuters.
E LA NET NEUTRALITY
Allo stesso tempo Carr è stato un forte oppositore della decisione della Fcc di aprile di ripristinare le storiche regole sulla neutralità della rete che erano state abrogate durante la prima amministrazione Trump, ricostruisce ancora Reuters.
CAPITOLO STARLINK
Da fedele trumpiano, Carr è anche è anche allineato con Elon Musk, l’imprenditore miliardario, patron delle società Tesla, SpaceX e X e ora parte dell’amministrazione Trump con la direzione del Dipartimento per l’efficienza governativa. Secondo Axios, in qualità di presidente della Fcc, Carr potrebbe aprire i finanziamenti federali alla società satellitare Starlink di SpaceX.
LE PAROLE DI TRUMP
“Il commissario Carr è un combattente per la libertà di parola e ha combattuto contro il Lawfare normativo che ha soffocato le libertà degli americani e frenato la nostra economia”, ha affermato Trump nella sua dichiarazione. “Porre fine all’assalto normativo che ha paralizzato i creatori di posti di lavoro e gli innovatori americani e garantire che la FCC offra risultati per l’America rurale”, ha aggiunto Trump. Carr ha ringraziato Trump tramite X domenica sera dichiarando: “Ora ci mettiamo al lavoro”.
GUERRA AL SILICON VALLEY INTENTATA DALLA FCC?
Carr potrebbe rimodellare drasticamente l’agenzia indipendente, ampliandone il mandato e usandola come arma politica per la destra, hanno affermato avvocati e analisti delle telecomunicazioni ripresi dal New York Times. Hanno previsto che il signor Carr avrebbe messo alla prova i limiti legali del potere dell’agenzia spingendo per supervisionare aziende come Meta e Google, dando il via a una feroce battaglia con la Silicon Valley.
LE CAUSE ANTITRUST INTENTATE DA KHAN
Cambi in vista anche per la Ftc, l’agenzia incaricata di promuovere la concorrenza tra aziende e proteggere i consumatori dai monopoli.
Insieme alla divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia, la Ftc sotto Lina Khan ha bloccato decine di accordi per preoccupazioni sul fatto che un maggiore consolidamento indebolisca la concorrenza e renda più facile per le aziende aumentare i prezzi e sfruttare i propri dipendenti, segnala la Cnn.
Questa era la logica alla base delle cause intentante dall’eroina Antitrust dei democratici (ma anche per il futuro vicepresidente JD Vance) per bloccare le fusioni di Nvidia, Sanofi, Illumina, Lockheed Martin e HCA Healthcare. L’agenzia guidata da Khan ha anche tentato di bloccare l’accordo da 69 miliardi di dollari di Microsoft con Activision Blizzard e la fusione da 25 miliardi di dollari di Kroger e Albertsons, mentre l’accusa a Meta di detenere un monopolio illegale è stata appena autorizzata a procedere a processo.
LA PRESIDENZA DELLA FTC
Tuttavia, il mandato di Khan è ufficialmente scaduto a settembre, anche se può rimanere al suo posto fino a quando il Senato non conferma la sua sostituzione come commissario, rileva Quartz. Probabilmente sarà sostituita come presidente nel frattempo da uno dei due repubblicani della commissione: Andrew Ferguson, ex consigliere capo del senatore Mitch McConnell del Kentucky, o Melissa Holyoak, ex procuratore generale dello Utah, secondo la testata.
IL COMMENTO DI ALESSANDRO ARESU
Quel che è certo è che “adesso la rielezione di Donald Trump porta a un nuovo scenario dell’antitrust”, ha scritto Alessandro Aresu, consigliere scientifico di Limes e autore di “Geopolitica dell’intelligenza artificiale”, sul Fatto Quotidiano.
“Nel mondo trumpiano, ci sono alcune figure chiave che hanno lodato l’iniziativa di Khan contro Big Tech: tra di loro, ad esempio, il vicepresidente eletto J. D. Vance e il controverso ex deputato Matt Gaetz, designato procuratore generale. Elon Musk ha invece già twittato che Khan sarà mandata via dalla nuova amministrazione Trump, e il senatore Ted Cruz l’ha invitata ufficialmente ad interrompere ogni sua attività in attesa di fare le valigie. Quest’ultima visione dovrebbe prevalere: i grandi donatori repubblicani – compresi quelli della Silicon Valley – si attendono una nuova stagione di deregolamentazione, con ben pochi interventi sulle fusioni e le acquisizioni”, ha rimarcato Aresu.
“Tuttavia – ha concluso Aresu – l’approccio dell’amministrazione Trump potrebbe non essere uniforme. Potremmo vedere sempre più un uso politico dell’antitrust, che prende di mira settori e aziende in base a considerazioni politiche e agli schieramenti dei donatori. Per esempio, il mondo trumpiano della Silicon Valley in genere si colloca in opposizione a Google e dovrebbe per questo continuare a sostenere i casi sul monopolio di Google nella ricerca. In ogni caso, il ruolo di Lina Khan nell’antitrust ci ricorderà che a partire dallo studio e da un articolo accademico è possibile avere un impatto sulle politiche pubbliche. Prima che il potere dei soldi prenda le sue (inevitabili?) rivincite”.